Autore Redazione
giovedì
2 Giugno 2022
05:17
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Alessandria Calcio - Alessandria

Fenomenologia di una conferenza in cui Luca Di Masi non ha detto nulla ma ha fatto intuire molto

Fenomenologia di una conferenza in cui Luca Di Masi non ha detto nulla ma ha fatto intuire molto

ALESSANDRIA – “L’augurio che, secondo me, un tifoso dei grigi dovrebbe farsi in questo momento è quello che ci sia una cessione a persone serie che possano mandare avanti la società meglio di me“. Partiamo da qui, da questa ultima frase. Una frase quasi conclusiva di una conferenza dove è stato detto tanto ma allo stesso tempo nulla di concreto. Se dovessimo riassumere quella mezz’ora di parole a un neofita di questo mestiere diremmo che c’è la volontà di cedere, ci sono due potenziali acquirenti e in caso in cui la cessione non dovesse concretizzarsi Di Masi porterà avanti baracca e burattini.

Già ma in che modo l’Alessandria Calcio andrà avanti? Ed ecco che entra in gioco quella piccola frase, fatta cadere un po’ con disinteresse di chi un interesse ce l’ha: vendere. E se ciò non dovesse accadere… beh, il Di Masi pensiero è piuttosto chiaro ed espresso in quell’augurio rivolto ai tifosi grigi nello sperare a una “cessione a persone serie che possano mandare avanti la società“. Come a dire che, a oggi, non ce n’è più. Di voglia? Di denaro? Di passione? Per la delusione? Questo non è dato a sapere. Di Masi non ne ha parlato e tantomeno ha puntualizzato. Del resto (e qui è parzialmente demerito nostro in quanto stampa) non abbiamo insistito nel chiederglielo e nell’indagare i motivi sotto una decisione del genere, forse troppo scossi dall’annuncio secco: “Sto ascoltando alcune offerte per la cessione del club“.

Perché eravamo abituati, ammettiamolo, a ben altri tenori di comunicazioni. Basti pensare solo a un paio d’anni fa quando vennero presentate le magliette targate Adidas, un sogno per qualsiasi squadra di Serie C. Fatto sta che da quella Serie si ripartirà con o senza Luca Di Masi. In caso in cui il patron non dovesse cedere ne nascerebbe un progetto e un campionato, come sembra dalle sue parole, di basso profilo (ricordatevi sempre quell’augurio da cui siamo partiti) e senza grossi colpi. Addio quindi a quelle gioie che, obiettivamente, abbiamo avuto negli anni passati come la promozione nella C unica e quella in B, la semifinale di Tim Cup e la vittoria della Coppa di C. A bocce ferme, smaltito lo shock, una domanda viene spontanea. Una stagione e mezza fa, prima della promozione, si era parlato di un progetto triennale con Moreno Longo. A meno di due anni da quelle parole sono davvero cambiate così tanto gli obiettivi e le ambizioni del patron?

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