Autore Redazione
mercoledì
4 Marzo 2020
00:48
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Altri Sport - Alessandria

Cuspo: quando il rugby si tinge di rosa. “Tacco 12? Meglio 13 tacchetti”

Cuspo: quando il rugby si tinge di rosa. “Tacco 12? Meglio 13 tacchetti”

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – In un certo immaginario il rugby sembra uno sport da maschi, perché da contatto e perché ci si sporca, si cade, a volte si esce dal campo con qualche livido. Ma provate a chiedere alle rugbiste del Cuspo perché non rinunciano alla palla ovale, qual è la magia che si racchiude nel terzo tempo in cui tutte le atlete si ritrovano dimenticando le proverbiali rivalità tra donne.

Il Cuspo Rugby Femminile, unico ad Alessandria, si allena al Centro Sportivo Cuspo di Casalbagliano. Alcune di loro hanno giocato anche in serie A vestendo la maglia del Biella, main team aggregatore di atlete piemontesi.

Rugby per una donna vuol dire sentirsi se stessa senza privarsi di nulla” ha raccontato Ilaria, una studentessa dell’Università del Piemonte Orientale “tacchi o tacchetti, collant o calzettoni, cipria o fango, messa in piega o capelli scombinati. L’unione degli opposti che si compensano, un equilibrio insolito e un po’ “da pazzi”. Due modi di essere così diversi che grazie a questo sport possono coesistere nella stessa persona permettendole di sentirsi libera di essere chi vuole, quando lo vuole, senza mai risparmiarsi. Non è uno sport “da uomo” o “da donna”, ma è semplicemente uno sport per chi ha voglia di mettersi in gioco, sperimentare e conoscere ogni giorno un po’ di più se stessi, i propri limiti e i propri compagni…e insieme migliorare, crescere e sentirsi più forti. Il rugby è sostegno e condivisione, non essere mai soli dentro e fuori dal campo. È grinta ed energia di fronte alla squadra avversaria, così come di fronte alla vita di tutti i giorni. Rugby è sudore in campo, ma soprattutto birra e risate fuori”. 

Per la lealtà di questo sport, nonostante i duri contatti, e il senso di appartenenza ad un gruppo che diventerà la tua seconda famiglia” ha detto Roberta “Prima di una partita si è separati dall’altra squadra da una forte carica agonistica per conseguire la vittoria, poi tutti uniti per un conviviale terzo tempo. A quel punto il tuo nemico diventa tuo amico”. 

Il rugby per me è uno sport che ti insegna a combattere sia dentro al campo che nella vita di tutti i giorni” le parole di Giorgia, anche lei studentessa universitaria “durante una partita bisogna dare il massimo ed è così che ho imparato ad affrontare le mie giornate, essendo studentessa per darmi coraggio nell’affrontare un esame mi ripeto che sono una rugbista e questa frase mi da la forza che non avevo mai provato. Devo ringraziare il rugby per le emozioni che trasmette, è uno sport che ti resta nel cuore, ti fa sentire completa, ti fa sentire Donna e soprattutto non ti fa sentire mai sola perché la tua squadra e il tuo allenatore sono i tuoi punti di riferimento”. 

Essere una donna nell’immaginario comune implica una serie di condizioni che appaiono imprescindibili da quello che rappresenta oggi esserlo, ma basta fermarsi un momento e considerare quello che una donna può desiderareha detto Maria “sentirsi libera, libera a 360 gradi, libera di esprimersi, libera anche di mostrare la propria forza e determinazione, e magari, perché no, liberarsi dai trucchi, dai vestiti alla moda e scarpe con il tacco e indossare una semplice divisa che rappresenta in quel momento il confronto con se stessa, con le proprie paure. Scoprirsi capace, lì, dove prima aveva timore, perché il rugby, nella sua cruda esecuzione, richiede, anzi pretende, una serie di comportamenti che portano inevitabilmente a ritrovarsi come singolo e ancor più come squadra. La determinazione, la grinta, la sofferenza, possono portare paradossalmente ad uno stato di benessere unico. Spingersi a cercare i propri limiti e quelli delle proprie compagne, cercare tutte insieme di esorcizzare le paure, la fatica, i timori, le insicurezze per mezzo di una palla   da trattenere ad ogni costo, difendersi a vicenda e scoprire una sorta di telepatia, di fiducia, le rende consapevoli e più sicure, di quella sicurezza che le rende speciali, perché ogni donna è speciale, ma le rugbiste sono straordinarie… chiedete a chi le conosce, fatelo magari durante il terzo tempo, osservatele con attenzione quando gli animi si placano e le anime, che ambivano ad un pochino di serenità magari la trovano, con qualche livido ma tutte insieme, probabilmente davanti ad una birra ghiacciata, guardatele bene durante quel breve lasso di tempo, senza pensieri, abbracciate alla stessa passione scorgerete sul viso quel sorriso sereno di chi ha avuto il coraggio di provarci e comunque sia andata, con orgoglio può dire ‘ci sono riuscita”. 

“Il rugby è uno sport completo che ti coinvolge a 360°. Se è adatto alle donne? Bisogna riuscire a “fare” più “cose” contemporaneamente e solo una donna, come sappiamo, riesce in questo!” ha detto infine coach Liborio Governale.

Se qualche ragazza è stata convinta o incuriosita a provare uno sport sicuramente nuovo nel panorama alessandrino può scrivere a rugby@cuspo.it e chiedere informazioni, incontrare le atlete e, magari, provare sul campo come si corre con tredici tacchetti.

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