2 Settembre 2018
05:05
Musica femminile del 700 per la rassegna sugli organi storici
VIGUZZOLO – Il prossimo appuntamento della XXXIX Stagione di concerti sugli organi storici sarà domenica 2 settembre, alle 17.30 nella chiesa Parrocchiale di Viguzzolo, ove è conservato uno dei più antichi organi “Serassi” dell’intera provincia, del quale ricorre giusto il bicentenario della costruzione.
Luisella Ginanni, docente al Conservatorio “Paganini” di Genova,(ha pure insegnato Organo complementare e Canto Gregoriano al Conservatorio di Alessandria) eseguirà un interessante ed inedito programma intitolato “Musica al femminile tra 700 ed 800” con brani di Suor Maria Eletta Pierandrei ( Sinfonia in Do Maggiore, Sonata in Sol Maggiore, Sonata in Re Maggioree Sinfonia in Fa Maggiore), Anna Bon di Venezia ( Sonata Seconda e Sonata Sesta), Maria Teresa Agnesi Pinottini ( Sonate Terza, Seconda, Quarta, Quinta e sesta).
Madre Maria Eletta di Gesù, al secolo Caterina Tramazzoli, nasce a Terni il 28 gennaio 1605, terza figlia del nobile Alessandro. All’età di ventun’anni, insieme alla sorella Lucia, entra nel monastero delle Carmelitane Scalze della sua città, da poco fondato. Il 5 settembre 1629 lascia Terni insieme a una consorella. E’ infatti destinata alla fondazione del Carmelo di Vienna, del quale – pur giovanissima – sarà priora dal 1638 al 1642, anno in cui le viene affidata la fondazione del monastero di Graz, dove vive i suoi anni più felici e spiritualmente più fecondi. Nel 1656 è incaricata di fondare un terzo monastero a Praga. Vera figlia di santa Teresa d’Avila, obbedisce con slancio e contribuisce così a promuovere un vero risveglio spirituale della capitale boema. E’ a Praga che Madre Maria Eletta chiude il suo itinerario terreno, l’11 gennaio 1663, circondata dall’amore e dalla venerazione delle sue figlie spirituali che conservano il suo corpo incorrotto, ancora oggi oggetto di venerazione. Numerose sono le grazie attribuite alla sua intercessione.
Virtuosa, cantante. Compositrice. Accolta e celebrata in raffinate corti europee. Anna Bon, non è stata un’eccezione, per la sua epoca. Ė stata soltanto una delle più celebri, celebrate e dotate musiciste, in un’Europa che già celebrava i Lumi ma che ancora si tirava dietro gli assurdi e strettissimi divieti imposti alla musica dal Concilio di Trento.
Anna era nata dall’architetto e pittore veneziano (o bolognese) Girolamo Bon e dalla cantante bolognese Rosa Ruvinetti. Venne al mondo in Russia ma a quattro anni fu ammessa al coro dell’Ospedale della Pietà di Venezia, il più importante della città. Le ragazze che vi studiavano erano chiamate anche le “putte di Vivaldi”, perché Antonio Vivaldi insegnava alla Pietà e scriveva musica per le allieve. Anna fu ammessa perché gli ospedali, in origine soltanto luoghi di accoglienza per le trovatelle, finirono con il diventare istituti di formazione anche per ragazze di buona famiglia che aspiravano a diventare musiciste. Quello della Pietà si dedicava all’educazione musicale già nel 1598, data di un’edizione di mottetti di Ruggero Giovannelli dedicata alle “virtuose giovani del pio loco della Pietà di Venetia”. Il coro femminile all’Ospedaletto risale invece al 1575. Mentre gli altri due Ospedali, gli Incurabili e per i Mendicanti, si dedicarono alla formazione di musiciste dai primi decenni del Seicento. Un brano anonimo ricordava: «Alla Pietà pregano Dio col violino, ai Mendicanti col flauto; all’Ospedaletto col fagotto; agli Incurabili col tamburo». Fu così fino alla conquista di Napoleone, nel 1797: nessun altro posto al mondo, fino ad allora, aveva garantito alle ragazze una tale educazione musicale. Almeno 800 ragazze divennero, in questo modo, cantatrici, musiciste e compositrici. Nessuno aveva pensato di formare musiciste professioniste: le ragazze dovevano suonare e cantare soltanto nelle occasioni liturgiche interne agli Ospedali. Tanto che i futuri mariti delle giovani della Pietà dovevano impegnarsi a non sfruttare commercialmente le doti artistiche delle mogli. Pochi rispettarono il divieto. La Pietà poteva contare su una settantina di musiciste, tra cantanti e strumentiste, selezionate tra un migliaio di ragazze ospitate nell’istituto, mentre gli altri ospedali (o Conservatori, come venivano chiamati) disponevano di un centinaio di ragazze e quindi di una quarantina di musiciste. Alcune bravissime. Inevitabile, soprattutto dopo l’ammissione delle esterne, che qualcuna di loro proseguisse la carriera nelle corti.
E questo fu appunto il caso di Anna Bon. Da bambina fu allieva di Candida della Pietà, maestra di viola. La prima composizione di Antonio Vivaldi per la Pietà, la Sonata per Oboe, Violino, Salmoe ed Organo, assegna a Candida la parte della viola. Era la prassi: sul manoscritto il compositore doveva ogni volta scrivere i nomi delle Figlie esecutrici e assegnare loro i ruoli adatti alle loro qualità. Per questo non abbiamo perso tutte le loro tracce.
Nel 1755 Anna era già a Bayreuth, al servizio di Federico, margravio del Brandeburgo, e di sua moglie, Guglielmina di Bayreuth, la sorella maggiore di Federico il Grande, a sua volta compositrice. Nel 1756 la troviamo invece a Potsdam, alla corte di Federico il Grande, con il prestigioso incarico di virtuosa di musica da camera. Fu in quell’anno che, a Norimberga, con l’editore Balthasar Schmidts Witwe, pubblicò le sue Sei Sonate da camera per flauto e cembalo, op. I. È la prima delle tre raccolte che ci sono rimaste ed è dal frontespizio che ricaviamo la sua età: 16 anni. Nel 1757 Anna diede alle stampe Sei Sonate per cembalo, op. II, dedicate a Ernestina Augusta Sophia, principessa di Sassonia-Weimar, e, nel 1759, pubblicò Sei divertimenti per due flauti e cembali, op. III, dedicati al principe elettore Karl Theodor von der Pfalz (in seguito elettore anche di Baviera). Si trattava di due mecenati di primo piano: in particolare Ernestina aveva raccolto intorno a sé una vera corte musicale, di altissimo livello, che però si disperse alla sua morte.
Il 1° luglio 1762 tutta la famiglia Bon trovò un nuovo ingaggio: Rosa e Anna come cantatrici e Girolamo come scenografo alla corte del principe ungherese Nikolaus von Esterhazy (1714-1791), presso la quale Joseph Haydn lavorava come Maestro di Cappella. Anche questi ingaggi “familiari” sono interessanti: rivelano la tendenza a fare della musica un “patrimonio ereditario”.
È probabile che Anna abbia vissuto lì fino al 1765 e che nel frattempo abbia composto altri lavori, tra cui un’opera. L’ultima notizia che abbiamo di lei risale al 1767: era a Hildburghausen in Turingia, con il marito, il cantante di corte Mongeri.
Sorella minore di Maria Gaetana, famosa scienziata e filantropa, Teresa Maria Gaetana Agnesi nacque a Milano il 17 ottobre 1720, terzogenita di Pietro Agnesi Mariani e Anna Fortunata Brivio. Il padre poteva contare su un notevole patrimonio, accumulato dalla famiglia con il commercio di tessuti; si sposò tre volte ed ebbe ventitré figli; Anna Fortunata Brivio era la prima moglie. Con inconsueta larghezza di vedute Pietro Agnesi dispose una educazione ampia e approfondita anche per le figlie femmine. Il suo atteggiamento progressista fu premiato dal successo delle due figlie maggiori. Il resto della prole seguì strade più usuali: celibato, matrimonio e monacazione. Solo una delle femmine, Anna, ebbe un figlio; nella generazione successiva la famiglia Agnesi si estinse. Teresa mostrò una particolare propensione alla poesia e alla musica, e si affermò fin da giovanissima come clavicembalista e compositrice. Nel 1735 aveva già composto vari brani strumentali e lavorava ad un oratorio. Teresa brillò a fianco della sorella maggiore nelle accademie organizzate nella casa paterna, che suscitavano l’ammirazione degli intellettuali oltre che di illustri viaggiatori, fra cui Charles de Brosses, che in una sua lettera racconta:
«Mi hanno fatto entrare in un salone grande e bello dove c’erano trenta persone di tutte le nazioni d’Europa disposte in circolo, e la signorina Agnesi seduta da sola con la sorella minore su un canapé […] Dopo la conversazione la sorellina suonò al clavicembalo, quasi fosse lo stesso Rameau, brani di Rameau e altri composti da lei stessa, e cantò accompagnandosi da sé».
Agli anni fra il 1747 e il 1752 risalgono la cantata Il ristoro d’Arcadia, dedicata al ministro Gian Luca Pallavicini (la musica è andata perduta); le opere Sofonisba – offerta all’imperatore Francesco I per l’onomastico della consorte Maria Teresa d’Austria – e Ciro in Armenia, dedicata a Federico Augusto di Sassonia, re di Polonia. Alla corte di Dresda la musicista offrì anche una serie di Arie da camera, dedicandole alla principessa Maria Antonia Walpurgis.
Nel 1752 aveva composto un altro melodramma, Nitocri. Quell’anno segnò un punto di svolta nella sua vita: in marzo morì improvvisamente il padre (che nel 1740 era divenuto feudatario di Montevecchia) e, dopo soli tre mesi, la compositrice si maritò con Pietro Antonio Pinottini (Milano 1723-1792); in vari manoscritti musicali dell’epoca la compositrice è indicata come Agnesi Pinottini.
Il 1753 vide il riconoscimento ufficiale della musicista nel giudizio di Gianmaria Mazzuchelli (Gli scrittori d’Italia […], Brescia 1753): «… Maria Teresa si distingue in modo particolare nella cognizione della musica, nella quale è la meraviglia de’ più rinomati Professori di tal arte ch’ella non abbia pari in Europa, ma compone essa con tale idea, gusto, intelligenza, ed espressione di parole, con tale novità di stile, e con tali motivi, per parlare co’ nomi dell’Arte, da sorprenderne chicchessia…». Nel 1755/56 Agnesi scrisse il Re Pastore adattando il famoso libretto di Metastasio. Negli anni successivi, alla ricca produzione musicale corrispose l’alta considerazione da parte del mondo intellettuale: nel 1756 Pietro Domenico Soresi, appartenente come lei e Gaetana alla milanese Accademia dei Trasformati, le dedicò cinque Cantate per musica in versi.
Il 9 maggio 1766, nell’ambito delle cerimonie milanesi per il fidanzamento di Maria Ricciarda Beatrice d’Este con Ferdinando d’Austria venne rappresentata L’Insubria consolata composta per l’occasione da Teresa; due anni dopo, la sua serenata Ulisse in Campania, celebrativa del matrimonio di Ferdinando IV di Borbone con Maria Carolina d’Asburgo, fu messa in scena a Napoli. Nello stesso anno un suo breve Minuetto per cembalo conobbe l’onore della stampa, inserito nella raccolta Hamburger Unterhaltungen.
Presenza costante alla corte del conte Firmian, Teresa Agnesi partecipò come invitata alla serata del 7 febbraio 1770 in onore del quattordicenne Wolfgang Amadeus Mozart insieme ad altri protagonisti della Milano teatrale e musicale.
Questa occasione rappresentò il suo canto del cigno. Iniziò per lei un periodo difficile, irto di ristrettezze economiche e vicissitudini di carattere legale; non le mancò il sostegno dei pochi familiari ancora in vita: alla sorella più giovane, Paola, sono indirizzate le ultime lettere piene di gratitudine. Vedova dal 1792, Teresa morì povera; le dignitose esequie, pagate dal fratello Giuseppe, vennero celebrate nella parrocchia di San Babila a Milano.
Teresa Agnesi è dilettante per ruolo sociale, ma padroneggia con maestria professionale le forme e i procedimenti della composizione; dispone di un lessico tecnico completo, dal quale trae di volta in volta gli elementi più adatti allo stile prescelto. Oltre alle citate opere teatrali e da camera, ha lasciato un cospicuo corpus di composizioni destinate alla tastiera, compresi alcuni concerti con accompagnamento di archi.
Luisella Ginanni, nata a Genova nel 1953, ha conseguito il Diploma in Organo e Composizione organistica presso il Conservatorio “N. Paganini” ed ha successivamente frequentato, presso diverse Accademie musicali in Europa (Pistoia, Toulouse, Haarlem, Santiago de Compostela), corsi di perfezionamento con illustri docenti quali L .F. Tagliavini, M. Torrent, H. Vogel, P. Kee, G. Schneider, J. Langlais e X. Darasse approfondendo differenti aspetti dell’interpretazione organistica. Ha inoltre arricchito la sua formazione musicale attraverso lo studio del Clavicembalo compiuto sotto la guida di G. Gentili-Verona e durante corsi tenuti da K. Gilbert e S. Ross. È stata docente d’Organo presso i Conservatori di Alessandria e La Spezia. Da molti anni ormai ricopre la carica di Professore di Teoria Musicale e Analisi presso il Conservatorio “N. Paganini” di Genova. Ha tenuto concerti in Italia, Francia, Spagna, Svizzera, Austria, Germania e Repubblica Ceca suscitando ovunque consensi di critica e di pubblico non soltanto per le personali scelte interpretative ma anche per la sua predilezione per un repertorio comprendente, accanto ai lavori dei più celebri compositori, opere di rara esecuzione, sia antiche che moderne. Ha pubblicato composizioni per organo, saggi musicologici e opere didattiche. Oltre che in qualità di solista ha presentato spesso, in duo con il marito, Emilio Traverso, musiche originali a due organi o per organo a quattro mani alle quali ha dedicato particolare attenzione nei suoi studi e nelle sue ricerche. È organista titolare della Basilica dell’Immacolata. È stata fra i fondatori ed attualmente è il Presidente dell’Associazione “Amici dell’Organo” di Genova, che da oltre 35 anni promuove nel capoluogo ligure e in provincia manifestazioni musicali tese a valorizzare il patrimonio organario storico e a divulgare la conoscenza della musica organistica.
A lei si deve in massima parte la riscoperta delle musiche per strumento da tasto di Maria Teresa Agnesi Pinottini, della quale, insieme a Barbara Petrucci, ha curato l’edizione moderna e la registrazione discografica.