Autore Redazione
lunedì
29 Giugno 2015
23:34
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Eventi

Il misticismo orientale ad Asti Teatro: I Dervisci Rotanti “Galata Mevlevi Ensemble”. Recensione

Il misticismo orientale ad Asti Teatro: I Dervisci Rotanti “Galata Mevlevi Ensemble”. Recensione

ASTI – “L’amore è sconsiderato, non così la ragione. La ragione cerca il proprio vantaggio…”

Pippo Delbono, direttore artistico del Festival Asti Teatro,  ha introdotto con i versi del poeta turco Rumi i Dervisci Rotanti “Galata Mevlevi Ensemble“, venerdì 29 giugno, nel cortile di Palazzo Michelerio.

“Il sufi è il pensiero più puro della religione islamica, nel sufismo si parla di amore”, dice Delbono, che ha incontrato a Roma i “Galata Mevlevi Ensemble” e ha fortemente voluto la loro presenza ad Asti nell’ambito del Festival.

Non di spettacolo si tratta, ma di un rituale mistico che risale al XIII secolo e che è stato codificato con una molteplicità di simboli e di successioni immutabili. “La danza dell’estasi”  ha una preparazione lunga di musica e canto, di saluti e di inchini al maestro, autorità che detta le regole di una disciplina severa che prelude l’ascesi.

I colori sono il nero dei mantelli, realtà fenomenica, il bianco divino degli abiti, che volteggiano durante la danza, e il marrone dei copricapi che rappresentano le pietre tombali, ovvero la morte necessaria alla rinascita.

La danza è una preghiera, appare perfetta e composta, allontanando l’idea del misticismo come perdita della padronanza di sé. Movimento dei pianeti, delle sfere celesti, dei corpi che rispondono ad un ordine superiore, come qualcosa che c’è, ma diventa altro e trascende se stesso. Una mano verso il cielo e una mano verso la terra sono l’ascesa verso la perfezione e il legame terreno, non esiste ascesi senza ricaduta e il movimento continua intorno ad un fulcro invisibile che tutto sembra determinare.

Difficile dare un giudizio, le regole sembrano superare la ragione e il senso estetico può solo rilevare l’evidente armonia. Ciò che è indescrivibile è la pregnanza di un messaggio altro e di una presenza che significa nel silenzio come nel canto o nel movimento. Il pubblico numerosissimo risponde ad un mistero che viene proposto senza ostentazione, solo con la forza nuda della sacralità.

Asti Teatro si conclude martedì 30 giugno con “Il sangue”, per la regia di Pippo Delbono, alle 21 a Villa Quaglina, con Pippo Delbono, Petra Magoni e la musica di Ilaria Fantin. “Il sangue” è un concerto in forma drammatica, un viaggio musicale nella classicità, lavorando sul mito di Edipo esule. Seguirà alle 22.30, sempre a Villa Quaglina“Dentro la notte, verso il Vangelo”, primi passi del nuovo film di Delbono sul Vangelo.

Nicoletta Cavanna

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