Autore Redazione
mercoledì
29 Luglio 2015
00:03
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Eventi

Recensione del “Don Chisciotte” di Stivalaccio Teatro

Recensione del “Don Chisciotte” di Stivalaccio Teatro

CASTAGNOLE DELLE LANZE – “Tutta la vita è sogno e i sogni sono sogni”

Un finale insolito (di Calderon de la Barca) per il “Don Chisciotte” della compagnia veneta Stivalaccio Teatro, presentato martedì 28 luglio a Castagnole delle Lanze nell’ambito della Rassegna “Paesaggi e Oltre”.

Marco Zoppello (anche autore del testo con la collaborazione di Carlo Boso) e Michele Mori interpretano il testo di Cervantes in un contesto metateatrale, raccontando, nelle vesti di due attori della commedia dell’arte, nella Venezia del 1542, la messa in scena valsa a salvar loro la vita dalla sentenza di morte dell’inquisizione. La vox populi vox dei, ovvero il plauso del pubblico, raccontano i due, decretò la loro assoluzione e al pubblico odierno, confuso con quello passato in un passaggio temporale continuo, è dovuta la replica dello spettacolo che tanto ha potuto.

Giulio Pasquati, in arte Pantalone, padovano, e Girolamo Salimberi, in arte Piombino, fiorentino, sono due saltimbanchi e mettono in scena il Don Chisciotte in una versione inventata, improvvisata e forgiata sulla gestualità della commedia dell’arte, in un duetto tra vernacolo veneto e toscano, con la comparsa di maschere e una vis comica da teatro popolare di altissimo livello.  Il ritmo è giocato sul continuo passaggio dal racconto dei due alla loro interpretazione di Don Chisciotte e Sancho Panza, dai loro dialoghi con l’inquisitore all’interazione con il pubblico di ieri e di oggi, vero dispensatore della grazia.

L’effetto è pirotecnico e vorticoso, in una sovrapposizione temporale che travolge anche il testo, contaminato da citazioni letterarie e teatrali di ogni epoca. Don Chisciotte recita Cyrano, combattendo contro i mulini a vento che diventano i riconosciuti “vecchi nemici di ieri”, confessa infine la sua disillusione, nel finale, con le parole di Calderon de la Barca sulla vita che è sogno.

E poi Dante, Manzoni e fonti diverse e preziose fuse in un tutto orchestrato da una tecnica e da un’intesa perfette, che attingono ad un linguaggio alto declinato con una gestualità da teatro popolare esilarante e di enorme impatto.

Uno spettacolo che si basa su fondamenta antiche e di grande spessore, recitato con l’apparente facilità improvvisata che solo una grande preparazione può rendere, e giocato sulla rapidità dei passaggi di tempo, di luogo e di persone, infine anche di pubblico. Assolutamente da vedere perché divertente sino alle lacrime e intriso di una tradizione teatrale e letteraria che trasuda bellezza.

Tutti esauriti i posti nella Chiesa della Confraternita dei Battuti Bianchi di Castagnole Lanze per Stivalaccio Teatro, mentre la rassegna “Paesaggi e oltre” continua domenica 9 agosto , sempre  a Castagnole, alle 17.30, nei cortili del centro storico, con lo spettacolo itinerante “Cortili Shakespeariani”. Al termine del percorso, “Ofelia non deve morire – dialogo tra un’attrice e William Shakespeare su la tragedia di Amleto”, con Patrizia Camatel , testo e regia di Luciano Nattino, della Casa degli Alfieri.

Nicoletta Cavanna

 

 

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