Politica

L’allarme dei metalmeccanici: “Senza investimenti per la transizione ecologica a rischio 2 mila posti nell’Alessandrino”

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Anche i metalmeccanici della provincia di Alessandria venerdì 7 luglio incrociano le braccia nelle ultime 4 ore del turno per lo sciopero proclamato a livello nazionale da Fim, Fiom e Uilm e che lunedì 10 luglio fermerà poi lavoratori del centro e sud Italia. I sindacati sono preoccupati per la tenuta di un settore industriale strategico per l’economia del nostro Paese e vogliono stimolare investimenti e interventi del Governo che consentano alle aziende di “governare la transizione ecologica, digitale ed energetica”.

Ad oggi, hanno sottolineato i segretari provinciali di Uilm Uil Alessandria, Alberto Pastorello, Maurizio Cantello di Fiom Cgil e Salvatore Pafundi di Fim Cisl, tutte le richieste fatte in questa direzione dalle parti sociali sono state “ignorate” e le promesse fatte dal Governo “disattese“. L’Italia è già indietro rispetto ad altri Paesi e ora è imprescindibile “una svolta”, anche alla luce dei circa 30 tavoli di crisi aperti sul tutto il territorio nazionale, tra cui quello che riguarda l’ex Ilva di Novi Ligure. Lo stabilimento siderurgico novese è una delle realtà industriali della provincia su cui si concentrano le preoccupazioni di Fim, Fiom e Uilm. Sull’ex Ilva i sindacati hanno già annunciato di voler “alzare il tiro” e aprire tavoli di confronto anche a livello regionale per avere certezze sul futuro di una azienda che negli ultimi 10 anni ha perso un centinaio di lavoratori ma che ancora oggi conta “e su cui contano” circa 600 dipendenti e le loro famiglie. A preoccupare le segreterie provinciali di Fiom, Fim e Cisl è però anche la Bundy di Borghetto Borbera, che produce tubi per la refrigerazione in acciaio e che negli ultimi anni ha perso più della metà dei dipendenti, e la Eltek di Casale Monferrato, azienda specializzata nella produzione di componenti per auto dove la mancata “transizione ecologica” sta già causando un calo di ordini e il ricorso ai contratti di solidarietà per i circa 400 dipendenti. Per i sindacati ora non si può più aspettare. Bisogna rimette al centro “il lavoro dell’industria metalmeccanica”. Se non sarà così il rischio è che solo nell’Alessandrino si perdano circa 2000 posti di lavoro, hanno evidenziato i segretari provinciali delle tre sigle, che venerdì condivideranno le loro preoccupazioni anche con il Prefetto di Alessandria, Alessandra Vinciguerra, nell’incontro che dovrebbe tenersi durante il presidio davanti a Palazzo Ghilini, in programma venerdì dalle 10.30 alle 13.

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