Autore Redazione
giovedì
23 Dicembre 2021
12:40
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Vivere il Pavese - Pavia - Provincia di Pavia

Il piffero delle Quattro Province nella cultura di oggi

Il piffero delle Quattro Province nella cultura di oggi

PROVINCIA DI PAVIA – Il piffero è lo strumento principe per le musiche delle quattro province, l’area culturalmente omogenea formata dalle Valli montane delle province di Pavia, Alessandria, Genova e Piacenza. Si può classificare come aerofono ad ancia doppia e cameratura conica ed appartiene alla famiglia degli oboi.

Lo strumento legato al nostro territorio deriva dall’antica “Ciaramella” medioevale della famiglia delle bombarde, progenitrici dell’oboe moderno. In origine il suo suono squillante veniva accompagnato dalla cornamusa appenninica, detta müsa, mentre ai nostri giorni il suo compagno prediletto è la fisarmonica. La coppia piffero -fisarmonica accompagna ancora oggi tutte le danze tradizionali locali in Oltrepò Pavese.

Come è fatto il piffero delle Quattro Province

Intonato in Sol, lo strumento viene in genere realizzato il legno chiaro di bosso oppure nero di ebano ed è costituito da tre parti. La prima è il musotto, l’ancia di questo strumento realizzata in canna e collocata in un bocchino, particolarità unica in Italia condivisa con gli oboe orientali e antichi. Questa struttura permette di eseguire il fraseggio tipico, detto “masticato” del repertorio delle Quattro province. C’è poi la canna conica, a 8 fori, con l’ottavo posteriore concepito per essere coperto col pollice sinistro durante il soffio. Infine, il padiglione svasato detto “campana”, dove è ubicata una penna di coda di gallo fondamentale per ripulire l’ancia durante l’esecuzione. Completano lo strumento le vere, anelli di rinforzo in ottone caratteristiche dell’oggetto anche dal punto di vista estetico.

L‘ancia è la parte più delicata dello strumento, perché deve essere sostituita spesso; alcuni musicisti imparano, infatti, a costruirsela da soli. Viene fissata con cera d’ape, utile anche per chiudere alcuni fori non utilizzati. Il piffero è conservato dal suo proprietario in un astuccio di legno e trasportato in una particolare borsa cinghiata.

Oggi prevale la fabbricazione in ebano

La realizzazione di questi strumenti ha sempre rappresentato una specificità assoluta nelle zone appenniniche delle Quattro Province. Un tempo fabbricati in legno duro di frutto, come pero o ciliegio, oggi i pifferi vengono oggi creati prevalentemente in ebano, con la campana in bosso. Il laboratorio più famoso da cui i migliori suonatori si sono serviti nell’ultimo secolo, è quello di Nicolò Bacigalupo “u Grixiu” di Cicagna, del quale sono ancora oggi conservati il tornio e gli attrezzi di lavoro.

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