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PROVINCIA DI PAVIA – Tornano il 15 e il 16 ottobre le giornate Fai d’autunno 2022: oltre 600 luoghi aperti in 300 città italiane, alla scoperta – o riscoperta – delle bellezze storiche e artistiche in Italia. Sono molte le visite guidate proposte dai Gruppi FAI Giovani, con il supporto di tutte le Delegazioni e i Gruppi FAI, in centinaia di luoghi solitamente inaccessibili oppure poco noti e bisognosi di valorizzazione in tutta Italia, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria. Ecco cosa si potrà visitare in provincia di Pavia, in occasione delle giornate FAI d’autunno 2021.
Montecalvo Versiggia si estende su più di 1.000 ettari, con altimetria variabile tra 175 e 479 metri sul livello del mare. È delimitato a est dal torrente Versa e a ovest da quello Scuropasso. Il territorio, composto da 66 frazioni, è attraversato dal torrente Versiggia, che divide geograficamente in due parti il comune. Il paesaggio è caratterizzato dalla coltivazione della vite che lega la storia di Montecalvo alla produzione del Pinot Nero, vino esaltato anche da Luigi Veronelli. Il luogo si presta per itinerari escursionistici, a piedi o in bicicletta, alla scoperta delle bellezze naturali.
Il percorso nelle giornate FAI prevede un itinerario alla scoperta della settecentesca parrocchia di Sant’Alessandro, del Museo del cavatappi e alla chiesetta medievale dedicata alla Madonna dell’Uva. Sarà inoltre possibile ammirare le cantine del castello, solitamente chiuso al pubblico in quanto di proprietà privata, che conservano al suo interno, oltre alle volte in mattoni, botti antiche e attrezzi che testimoniano il profondo radicamento del paese nell’attività agricola e vitivinicola. Il castello, acquistato ai primi dell’Ottocento dalla famiglia Pisani Dossi, è protagonista di una “leggenda” riportata dal celebre letterato e diplomatico Carlo Dossi nelle sue Note azzurre, che riguarda proprio la sua famiglia e queste cantine. Nei locali della vecchia canonica è stato realizzato un originale Museo del cavatappi, inaugurato nel 2006, il primo in Italia aperto da un ente pubblico, con una collezione di oltre 200 pezzi di provenienze diverse e di forme differenti.
Robbio è un’attraente cittadina della Lomellina, immersa nel verde della vegetazione della sua campagna e circondata dall’oro dei campi di mai e delle risaie. Abitata dal Neolitico, sede di un insediamento romano attestato da Plinio il Vecchio, tappa della Via Francigena, riserva delle sorprese a chi voglia conoscere aspetti poco noti del nostro immenso patrimonio artistico.
Uno è sicuramente la chiesa di San Michele. Di impronta tardo romanica-primo gotico ma probabilmente costruita su un precedente edificio longobardo. Decorata all’interno da numerosi affreschi barocchi nelle vele del soffitto dell’unica navata, si suppone che, nella parete sinistra, l’affresco del 1544 della ” Madonna insediata” sia addirittura un’opera di Bernardino Lanino ( 1512-1583), uno dei più significativi esponenti della scuola vercellese del periodo. Altri affreschi di autori sconosciuti nel sottotetto e una natività del XV sec. ci accompagnano nella storia della chiesa.
Al centro della volta di copertura ci sono gli angeli che sorreggono un ostensorio; un simbolo della Confraternita del Santissimo Sacramento che ha gestito per secoli la chiesa. Da ammirare in sacrestia preziosi pezzi di arredamento realizzati tra fine ‘500 e primi del ‘600. Inoltre, in occasione della Giornata Fai d’Autunno saranno esposti alcuni reliquari barocchi in lamierino di rame sbalzato e argentato di proprietà della Confraternita. La quadreria presenta anche altre opere , da scoprire oltre ad affreschi, quadri, mobili antichi e testimonianze varie di una fede secolare e ad alcuni volumi seicenteschi raramente esposti al pubblico.
Solo per i soci FAI sarà possibile visitare il salone della casa parrocchiale della chiesa di Santo Stefano, del XVIII sec. Una grande sala dal soffitto caratterizzato da decori ad affresco e arredata con mobili ottocenteschi e un grande lampadario di fine 800 originariamente alimentato a gas. Ma l’opera più importante, sul grande camino grigio, è la tavola di Lanino raffigurante la Madonna e il Bambino tra San Giacomo e un altro Santo Vescovo. Trattasi di un locale della Casa Parrocchiale annessa alla Chiesa di Santo Stefano, ovvero il salone di rappresentanza; sempre chiuso al pubblico, verrà eccezionalmente aperto alle visite per gli iscritti FAI durante le Giornate d’Autunno.
Più recente ma di particolare interesse la chiesa di S. Stefano del XVIII sec., ricca di preziose testimonianze artistiche, come il bellissimo altare barocco della Madonna del Rosario con sculture lignee dei 15 medaglioni dei misteri e di S. Domenico e S. Caterina, proveniente dalla soppressa chiesa della Madonna delle Grazie, da cui proviene anche la straordinaria ancona da altare “Assunzione della Vergine e i Santi Apostoli” di Giuseppe Giovenone il Giovane (1524 – 1608).
A dieci minuti in auto dal centro di Robbio si trova poi il Parco Naturale Valpometto, un’oasi naturalistica realizzata circa trenta anni fa su 20 ettari di terreni di proprietà comunale, dai volontari dell’Ardea. L’obiettivo era di dare origine ad un’area che ricreasse la ricchezza della flora e fauna della nostra terra, proteggendone nel contempo la sicurezza e la tranquillità. In tutti questi anni sono state piantate migliaia di essenze arboree autoctone, realizzati due laghetti e la Fontana Fernanda, un laghetto con acqua di falda, capanni di sosta, cassette nido per incrementare la nidificazione, un giardino delle farfalle e un regno delle libellule, un mulino ad acqua tanto altro, che si può scoprire facendo una passeggiata rilassante in mezzo ad un luogo che è un concentrato del meglio delle nostre campagne.
Il percorso, tutto in piano, è ombreggiato da ontani, querce, saliconi, pioppi .. Uscendo dal bosco di acacie ci si può inoltrare in una delle tre zone protette in cui è suddiviso il parco : il Fontaneto, il Tombone e il Parco centrale. Camminando si vedono i dossi creati per la reintroduzione di alcuni mammiferi, come il tasso, o la rete di fossi indispensabili per la riproduzione delle rane, o si possono scorgere gli scoiattoli introdotti più di recente. Ricchissima la varietà di uccelli, come il Tarabuso, l’Airone, il Porciglione, il Martin pescatore, l’Upupa, le Cinciallegre e tanti altri. Con un po’ di fortuna si può veder passare sopra il parco uno stormo di cicogne.
Durante il percorso di visita, che durerà circa un’ora, i visitatori potranno scoprire un ambiente ricco e variegato, che in ogni stagione permette di immergersi nel verde, prolungando e assaporando un’esperienza di vita in mezzo alla natura che rigenera il corpo e l’anima. Proprio per godere della bellezza del parco in ogni stagione, nel mese di giugno si svolgono le Serate Magiche in cui le guide naturalistiche portano i visitatori a scoprire le lucciole, insieme a tanti altri appuntamenti per adulti e bambini.
La Chiesa romanica di San Lazzaro si trova alla periferia orientale della città di Pavia. Venne fondata nel XII secolo con l’attiguo ospedale lungo la via Francigena. L’edificio sorgeva in un’area esterna alle mura di Pavia, a margine del borgo di San Pietro in Verzolo, e lungo la via Francigena, che in questo tratto riprendeva il percorso dell’antica strada romana che collegava Pavia Cremona, Piacenza e da lì proseguiva fino a Roma.
La Chiesa nelle forme attuali venne costruita nei primi decenni del XIII secolo in forme romanico lombarde; presenta una facciata a capanna e, all’interno, un’aula unica absidata. La particolarità di questa Chiesa è di essere stata collegata a uno dei più antichi ospedali di Pavia (la prima notizia certa risale al 1157), a lungo dedicato all’assistenza dei malati e in particolare dei lebbrosi. Durante l’assedio del 1524, conclusosi con la battaglia di Pavia del 24 febbraio 1525, il complesso venne occupato dai mercenari svizzeri al soldo del re di Francia e subì profondi danneggiamenti. Successivamente l’ospedale si dedicò al soccorso degli indigenti, tanto che nel 1560 fu trasformato in ospizio e destinato all’assistenza dei poveri.
La chiesa è solitamente chiusa alle visite. Nel marzo 2022 si è costituita l’Associazione Culturale Amici di San Lazzaro, su iniziativa di un gruppo di cittadini del quartiere di San Pietro, per promuoverne la conoscenza e la valorizzazione, anche attraverso la partecipazione al Censimento 2022 dei Luoghi del Cuore. Durante le Giornate FAI avrete l’opportunità di visitare un luogo solitamente chiuso, un vero gioiello dell’architettura romanica pavese e partecipare, con il vostro voto, al censimento.
Il Castello Visconteo invece si trova nel cuore della città. Il complesso è costituito dal castello, dal giardino, dai resti del muro settentrionale di chiusura del castello, dai tre ponti di accesso, dal fossato e dal muro di cinta che lo contiene. Fu concepito come dimora di caccia e di svago nel 1360, all’inizio della signoria di Galeazzo II Visconti, che pensò anche ad un collegamento con Milano attraverso un canale navigabile, quello che sarà più tardi il Naviglio. Non si sa chi fu esattamente l’ingegnere militare che assecondò il progetto di Galeazzo II di creare un grande palazzo, di 142 m. di lato e 4 torri angolari, in forma militare: vi era contenuto infatti accanto alla più grande biblioteca del tempo (circa 2000 incunaboli) e alle residenze signorili anche la più grande armeria del periodo.
L’apertura nelle Giornate FAI prevede la visita del cortile esterno, di quello interno, del fossato, del loggiato. La vera “chicca” di questa apertura sarà la possibilità di salire sul torrione, dal quale sarà possibile avere una bellissima veduta panoramica della città.
Il Duomo di Pavia, dedicato a Santo Stefano Martire e Santa Maria Assunta è la più imponente chiesa di Pavia ed un importante edificio rinascimentale, sintesi di pianta centrale e longitudinale. Situata nel cuore della città, la Chiesa Cattedrale ha nei secoli rappresentato il motore delle vicende religiose, storiche e sociali di Pavia.
L’apertura del Duomo durante le Giornate FAI intende celebrare i dieci anni dalla conclusione dei lavori del grande restauro, che hanno riportato l’edificio al suo originale splendore, anche se mancano ancora degli interventi, come la pavimentazione. Promotori dell’apertura sono il Vescovo di Pavia S.E. Mons. Corrado Sanguineti; la Parrocchia di Santa Maria Assunta e Santo Stefano Protomartire nella Cattedrale; la Fabbriceria della Chiesa Cattedrale Monumentale di Santo Stefano Martire; il Capitolo della Cattedrale. Chi visita il Duomo è conquistato dalla sua grandiosità e dall’armonia della sua architettura; i volontari del FAI offriranno ai visitatori un percorso di lettura e di scoperta dell’edificio dal punto di vista, religioso, storico e architettonico.
All’interno del Duomo, sul balcone del catino del presbiterio, è conservato il Reliquario che contiene le Sante Spine della corona di Gesù Cristo. La prima delle Sante Spine fu donata dopo il 1327 da Filippo Valois VI re di Francia a Giovanni Galeazzo Visconti. Con la Santa Spina fu anche consegnata una pergamena che ne attestava l’autenticità e i miracoli operati. Le altre due Spine furono donate a Gian Galeazzo Visconti dall’imperatore Andronico o, più probabilmente, da un imperatore di Costantinopoli, Emanuele II dei Paleologi, per ringraziare della solenne accoglienza a lui riservata quando venne a Pavia nel 1400. Fu il Vescovo Giovanni Battista Sfondrati, nel 1645, ad istituire la processione delle Sante Spine. Da secoli la città, il giorno dopo la Pentecoste, si ritrova nel suo duomo per rendere omaggio alle Sante Spine. La Festa delle Sante Spine a Pavia è il simbolo della comunità che si riunisce attorno alla devozione e alla preghiera di Cristo.
Per la prima volta i visitatori potranno salire sul balcone delle Sante Spine; è un evento eccezionale perché la salita al balcone è sempre stata solo funzionale all’esposizione e alla riposizione della Reliquia. Con alcune rampe di scale, si potrà salire sulla balconata del catino del presbiterio e vedere la porta del tabernacolo che contiene il Reliquario con le Sante Spine e al tempo stesso godere di una splendida vista dall’alto della cattedrale.
Tornando al borgo del Pinot Nero, Montecalvo Versiggia, il suo castello è ubicato sulla sommità di una collina da cui è possibile ammirare Montecalvo e il paesaggio circostante caratterizzato dalla coltivazione della vite che lega la storia del paese alla produzione del Pinot nero.
Per molti secoli Montecalvo si è identificato con il suo castello, le cui origini risalgono al Medioevo. Negli anni 1214-1216 fu saccheggiato e distrutto per poi essere riedificato da Uberto Beccaria nel 1287, la cui famiglia, con vari rami cadetti, rimase proprietaria del maniero fino ai primi dell’Ottocento. In questo periodo verrà acquistato e restaurato dai Pisani Dossi per poi passare ai marchesi Brignole di Genova e, successivamente, nel 1879, alla famiglia Fiori. Dal 1943 al 1945 fu sede di un comando partigiano.
Tuttora imponente questo castello del XII secolo, ricostruito nel XIII e successivamente rimaneggiato nel Quattrocento, è ubicato sulla sommità di una collina e un tempo faceva parte del sistema difensivo della valle del torrente Versa. Il castello si presenta oggi senza più i bastioni, se non a meridione, ed è privo delle torri originarie. L’interno ha subito restauri conservativi. Le finestre hanno archi ribassati e i materiali impiegati sono il laterizio insieme con conci in arenaria e pietra locale. Verso sud si nota una torretta con finestre occluse, alcune di fattura romanica. La facciata ovest presenta decorazioni a denti di sega di foggia trecentesca. Due pilastri settecenteschi delimitano l’ingresso del castello.
Agli iscritti FAI è riservata la visita guidata al castello di Montecalvo Versiggia, di origini medievali e solitamente chiuso al pubblico in quanto di proprietà privata. Sarà possibile ammirare gli interni e soprattutto il giardino con l’antico pozzo, restaurato ai primi dell’Ottocento da Luigia Pisani. Da questo luogo, ricordato anche dal celebre letterato e diplomatico Carlo Dossi nelle sue Note azzurre, è visibile l’intero paese collinare con attorno i suoi vigneti.
Per informazioni sui luoghi aperti per le Giornate Fai d’Autunno 2022 potete visitare il sito ufficiale del Fondo Ambiente Italiano.
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