Autore Redazione
martedì
16 Maggio 2023
12:10
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Vivere il Pavese - Pavia

Nutrie fuori controllo in provincia di Pavia: dalla Regione 8.000 euro per contenere la diffusione

Nutrie fuori controllo in provincia di Pavia: dalla Regione 8.000 euro per contenere la diffusione

PROVINCIA DI PAVIA – Le nutrie rappresentano un problema crescente nella provincia di Pavia, come in molte altre parti d’Italia. Le stime più cautelative parlano di 700.000 individui nella sola Lombardia, distribuiti soprattutto nelle province di Mantova e Lodi, ma anche in altre zone tra cui Pavia. La popolazione di nutrie è diventata così grande che è diventato difficile controllarla. Il governo ha stanziato 500.000 euro per affrontare il problema delle nutrie, ma solo 8.000 euro sono stati destinati alla provincia di Pavia, una cifra notevolmente inferiore rispetto ai 385.000 euro destinati alla vicina provincia di Mantova. Questo dimostra la necessità di concentrarsi maggiormente su questo problema, anche se il numero delle nutrie presenti sul nostro territorio è inferiore rispetto alle altre province.

Secondo il professore a contratto di Biologia delle popolazioni e comunità all’Università di Pavia, Giuseppe Alessandro Balestrieri, i numeri sono impressionanti. “Le nutrie sono presenti in Italia da molti anni e l’eliminazione completa della specie sarebbe impossibile e controproducente. Tuttavia, è importante trovare un equilibrio tra la necessità di controllare la popolazione di nutrie e la tutela degli animali stessi. Infatti, la nutria è una specie protetta dalla legge, ed è importante evitare che le operazioni di controllo si trasformino in un vero e proprio abbattimento indiscriminato degli esemplari”.

Le nutrie usano principalmente i grandi corsi d’acqua per spostarsi da una zona all’altra, mentre per costruire le tane utilizzano soprattutto i piccoli canali irrigui in mezzo alla campagna dove la corrente dell’acqua è più limitata. Ci sono stati pochi studi sul comportamento delle nutrie, ma si ritiene che siano in grado di causare danni agli argini dei fiumi, che possono diventare instabili e crollare a causa della loro attività di scavo. Le nutrie possono anche danneggiare le coltivazioni, specialmente quelle di mais e riso, distruggendo le radici delle piante e compromettendo la loro crescita. Ci sono anche preoccupazioni per la diffusione di malattie come la leptospirosi, una malattia batterica che può essere trasmessa ai cani e agli esseri umani attraverso l’urina degli animali.

Nutrie a Casteggio (PV)

Nutrie a Casteggio (PV)

Balestrieri (UniPV): “sì alle trappole, nutrie facili da catturare”

L’abbattimento delle nutrie con armi da fuoco è stato proposto da più parti come un possibile metodo di controllo della popolazione. In Italia la caccia alle nutrie è disciplinata dal Decreto del Presidente della Repubblica 357/97 “Regolamento recante norme per la tutela delle specie animali di interesse non venatorio e per il prelievo venatorio”, che all’articolo 25 prevede la possibilità di abbattere le nutrie con armi da fuoco anche al di fuori della stagione venatoria. Tuttavia, è necessario possedere la licenza di caccia e rispettare le norme di sicurezza e di tutela ambientale.

Balestrieri ritiene che questa non sia una soluzione adeguata, sottolineando ai microfoni “l’importanza di utilizzare metodi di controllo che siano il meno invasivi possibile. Come ad esempio le gabbie-trappola, che consentono di catturare gli esemplari senza causare loro danni. L’esperienza di altre zone dove il problema è stato affrontato con successo dimostra che, con un approccio integrato che preveda sia l’utilizzo di tecniche di controllo che la promozione di iniziative di sensibilizzazione e coinvolgimento delle comunità locali, è possibile contenere la diffusione delle nutrie e limitare i danni che questa specie può causare all’ambiente e all’agricoltura”.

Esistono, dunque, soluzioni drastiche e alternative e per non ricorrere all’abbattimento degli animali? “Sarebbe opportuno – prosegue Balestrieri – lasciare una fascia di vegetazione naturale di pochi metri intorno a tutti i canali, specialmente quelli principali, al fine di ridurre l’impatto dei danni causati dalla nutria e ridurre i danni causati dai cedimenti delle sponde. Questa fascia di vegetazione fornirebbe cibo per la fauna locale e impedirebbe l’accesso dei mezzi pesanti vicino alle sponde del canale, contribuendo quindi a preservare la bellezza del paesaggio. Tutto ciò, di fatto, eliminerebbe a monte il problema. Tuttavia, questa proposta potrebbe incontrare l’opposizione degli agricoltori, in quanto potrebbe comportare una riduzione della superficie coltivabile e costi aggiuntivi. Pertanto, sarebbe necessario valutare attentamente i costi e i benefici di una tale proposta, e valutare la sua fattibilità e accettabilità tra le parti interessate”.

Strategie e metodi di intervento consigliati dal Ministero dell’Ambiente

Intanto, di recente è uscito il Piano Nazionale di Azione per la gestione delle popolazioni di nutria in Italia, che definisce gli obiettivi, le strategie e gli strumenti da adottare per limitare la diffusione di questa specie invasiva. Il piano è stato elaborato da un gruppo di esperti, su mandato del Ministero dell’Ambiente, e si articola in tre parti. Nella seconda parte del piano, viene suggerita una serie di metodi di intervento, tra cui l’uso di rodenticidi o altri metodi non selettivi, cattura in vivo mediante gabbia-trappola e successiva soppressione, cattura in vivo mediante armi ad aria compressa o altro mezzo selettivo e sterilizzazione. La cattura in vivo tramite gabbie-trappola rappresenta il metodo preferenziale di riduzione numerica.

La soppressione delle nutrie catturate con il trappolaggio deve essere condotta nel rispetto delle specifiche normative e procedure stabilite. L’utilizzo di altri metodi deve essere subordinato alla valutazione dell’efficacia e dei rischi connessi, nonché alla necessità di minimizzare il disturbo e il rischio per le specie non bersaglio e l’ambiente circostante.

Giacomo Pelizza

 

Un ringraziamento a una nostra lettrice per le foto

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