Autore Redazione
giovedì
4 Maggio 2017
12:31
Condividi
Politica - Alessandria

Renato Kovacic si riappropria delle sue catene

Erano state sequestrate in occasione della visita di Renzi a novembre. Ricevuta una denuncia per porto di oggetti atti a offendere, il suo caso è stato archiviato.
Renato Kovacic si riappropria delle sue catene

ALESSANDRIA – Dopo quasi 7 mesi, Renato Kovavic può riappropriarsi delle sue amate catene. Quello che lo hanno accompagnato nelle tante proteste e che lo hanno reso noto nel mondo politico alessandrino. Quelle stesse catene che, lo scorso 11 novembre, la Digos gli aveva sottratto mentre Kovavic cercava di incatenarsi al ponte Meier per contestare la visita dell’ex premier Matteo Renzi.

In quella occasione venne fermato dagli agenti con ancora le catene riposte nel suo zaino, con tanto di lucchetti. L’intento era quello di manifestare contro l’abrogazione dell’articolo 18, azione politica intrapresa proprio da Renzi. Kovacic, che aveva annunciato la sua azione qualche giorno prima su Facebook, è stato però avvicinato dalla Digos che ha sequestrato le catene e condotto il politico comunista in questura.

Kovacic lamenta, inoltre, di essere “stato tenuto bloccato più del tempo necessario, fino a che la visita di Renzi non è terminata. Alla fine, mi hanno rilasciato con una denuncia per porto di oggetti atti a offendere“. E le catene sono state poste sotto sequestro.

A dicembre, però, il giudice ha emesso un decreto di archiviazione per Kovacic, in quanto il reato è infondato. Le carte ufficiali scagionano quindi l’uomo per “la considerevole lunghezza della catena, che rendeva quindi assai difficile un suo utilizzo per aggredire i partecipanti alla manifestazione, e per il fatto che la stessa catena sia stata trovata all’interno di una borsa detenuta dall’indagato assieme a due lucchetti con le relative chiavi di apertura, circostanza che avvalora la conclusione che l’unica volontà dell’indagato fosse di utilizzare lo strumento al fine di rendere più eclatante la sua protesta“.

Kovacic ha potuto rompere i sigilli e riavere le sue catene, che lo accompagneranno ancora nei suoi gesti di protesta. “Ho ricevuto la solidarietà da molti partiti e dall’associazione Verso il Kurdistan“, ha detto il politico, “ma nemmeno una parola dal Partito Democratico“.

Condividi