Autore Redazione
venerdì
3 Febbraio 2017
08:30
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Eventi - Piemonte

Paola Tomalino allo Spazio Kor con “Buio”

Nello spettacolo diretto da Tommaso Massimo Rotella, teatro, danza e musica attraversano la metafora della solitudine e della ricerca
Paola Tomalino allo Spazio Kor con “Buio”

ASTI – E’ un periodo di grande soddisfazione professionale per Paola Tomalino, cantante-attrice con all’attivo più di 500 concerti-spettacoli. Fondatrice del Teatro della Crescita, ha elaborato un metodo, basato su musico-terapia, psicodramma e corporeità, tanto innovativo da essere esportato all’estero, per la precisione ad Amsterdam e presto a Barcellona.

Domenica 5 febbraio Paola Tomalino debutterà  allo Spazio Kor con “Buio”, scritto da lei stessa, con la collaborazione di Thomas Bellardone, per la regia di Tommaso Massimo Rotella.

La  prima nazionale è compresa nell’importante cartellone, tra teatro di ricerca, danza contemporanea e contaminazione, realizzato dall’Associazione CRAFT con il contributo della Compagnia di San Paolo, nell’ambito dell’azione “Open name”.

“Buio” è un monologo tra musica, teatro-danza e parte recitativa. L’approfondimento interiore del testo si coniuga con forme coreografiche, nel segno registico di Tommaso Massimo Rotella, che nella sua carriera ha lavorato con nomi importantissimi della danza come Pina Baush e Anna Sagna, e con canzoni che legano un vissuto narrato. Tra gli altri, pezzi di Vasco Rossi, Sia, Liza Minnelli.

“Il buio e l’attesa hanno lo stesso colore”

Giorgio Faletti

Sono partita dalla frase di Faletti che significa che, quando  aspetti che qualche cosa ritorni o arrivi, non è tutto limpido, bisogna scavare molto e alla fine c’è una piccola luce”, spiega Paola Tomalino, “Ho proposto questo spettacolo a Tommaso Massimo Rotella e lui se ne è innamorato perché gli piace il teatro psicologico che è quello che io faccio, sia con i ragazzi del Teatro della Crescita  sia su di me. Il buio esiste,  è una grande metafora della paura di essere soli, nel buio si trova sempre qualcosa e la protagonista si chiede cosa c’è oltre.  Proprio come dicono i Pink Floyds, in The great gig in the sky, non bisogna avere paura di morire , perché è bello vedere cosa c’è oltre

La protagonista parla di se stessa in un dialogo allo specchio, con una psicologa suo alter-ego. L’analisi interiore va indietro nel tempo, passando dall’adolescenza ad un’infanzia sempre in viaggio, in una famiglia nomade, dalle tante esperienze musicali e spettacolari. Il binario è quello di un percorso familiare e parla di legami che vincolano ma sembrano sul punto di spezzarsi.

Loretta, la protagonista, è sempre stata sull’orlo delle crisi e delle partenze, in questo c’è tanto del mio vissuto ed è stata per me una catarsi. I suoi legami sfidano il tempo e la logica, sono quasi impossibili da spiegare ma sono destinati ad essere. Alla fine la psicologa (che poi è lei stessa, perché ciascuno è medico di sé) la incoraggia ad andare avanti nella sua “direzione ostinata e contraria”, come direbbe De Andrè

Le luci  sono di Riccardo Padovan, l’allestimento scenografico di Andrea Fasano.

Biglietti: intero € 8, ridotto € 5 per under 25, over 60, tessera Open, abbonati Teatro Alfieri. Per info e prenotazioni: cell. 3491781140 – promozione@associazionecraft.org

 

 

 

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