27 Gennaio 2014
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Un giornalista riapre il caso Tenco
A distanza di 47 anni dalla sua morte, il caso Luigi Tenco fa discutere ancora. La sentenza di archiviazione del 2009 emessa dalla Procura della Repubblica di Sanremo non ha convinto il giornalista forense, Pasquale Ragone. Dal 2007 sta indagando sulla vicenda ed è convinto che molti aspetti debbano essere chiariti. Il cantante di Cassine morì per un colpo alla testa il 27 gennaio del 1967 nella stanza di un albergo a Sanremo dopo la sua esclusione dal Festival. La Procura della Repubblica di Sanremo, riesumata la salma, dispose accertamenti balistici, autoptici e grafologici, stabilendo che Tenco si suicidò, ma ora Ragone ha deciso di tronare sul caso e venerdì ha depositato alla Procura della Repubblica di Roma una richiesta di verifica dell’accertamento balistico. Il giornalista denuncia una serie di ”incongruenze” rilevate nel fascicolo giudiziario presentando a supporto delle sue ragioni le consulenze di tre esperti: lo psichiatra forense Francesco Bruno, il professore di balistica Martino Farneti e il grafologo Vincenzo Tarantino. ‘Come spiegato dal giornalista ‘dalle conclusioni delle tre consulenze emerge che la pistola di Luigi Tenco (con la quale quest’ultimo avrebbe compiuto il suicidio) non sparò alcun colpo né fu mai ritrovata sulla scena dell’evento, sulle mani di Luigi Tenco non sono state trovate particelle trimelliche in seguito allo Stub effettuato, decretando che quindi non fu Tenco a premere il grilletto e che il biglietto a firma di Luigi Tenco agli atti dell’inchiesta non fu ritrovato sulla scena dell’evento e presenta elementi importanti che non lo collocano nella casistica degli scritti tipici dei suicidi”.