Autore Redazione
mercoledì
14 Aprile 2021
13:23
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Cronaca - Alessandria

Potenziata l’AlessandriaBiobank per la lotta al mal d’amianto e al covid, nel nome del dottor Betta

Potenziata l’AlessandriaBiobank per la lotta al mal d’amianto e al covid, nel nome del dottor Betta

ALESSANDRIA – Già presente da 32 anni, ora sarà ulteriormente potenziata e ospitata in locali rinnovati, nel nome di chi contribuì in modo decisivo a farla nascere. Entro luglio si completeranno i lavori di potenziamento dell’Alessandria Biobank, uno strumento indispensabile per la ricerca sulle malattie pleuropolmonari, in particolare il mesotelioma. I nuovi locali, ristrutturati con lavori pari a circa 270 mila euro, saranno dedicati al dottor Piergiacomo Betta, ideatore della biobanca e luminare dell’Azienda Ospedaliera, scomparso nel 2015 a soli 66 anni. Per ben 20 anni, inoltre, Piergiacomo Betta è stato presidente della Lilt Alessandria. 

“La struttura sarà adeguata e capiente” ha sottolineato Daniela Kozel, direttore sanitario dell’Aso Al “in grado di potenziare la nostra capacità di raccolta e archiviazione. Come è successo nell’ultimo anno, tra l’altro, la biobanca diventa importante per implementare ricerche anche su ciò che non ci aspettiamo, come il covid o, nel prossimo futuro, anche del tumore alla mammella. Questo strumento rappresenta il futuro. La nuova struttura, operativa dalla prossima estate, sarà dotata di zone a basse temperature per ospitare congelatori e frigoriferi, oltre ad aree con centrifughe e cappe sterili per la separazione campioni. L’intitolare della biobanca a un medico così prezioso come il dottor Betta è un modo di onorarlo per tutto ciò che ha fatto. Ha avuto una intuizione che ha guardato al futuro. In questi anni la biobanca ha fatto tanti passi avanti per la ricerca e la salute dei pazienti”. 

Oggi sono ben 880 i campioni di materiale biologico conservati, a disposizione dei ricercatori italiani e anche internazionali, visto che da qualche mese l’Alessandria Biobank è entrata nella rete italiana biobanche. 

“Con Piero Betta avevamo un rapporto di amicizia fraterna” ha detto Guido Bottero, ex direttore Oncologia dell’Ospedale di Alessandria “abbiamo camminato insieme per decenni. Era focalizzato sulla pubblicazione dei dati sulle riviste internazionali e ha sempre rappresentato per me uno stimolo per me per la condivisione delle scoperte. Il dottor Betta ha pubblicato nella sua carriera ben 400 lavori sulle riviste scientifiche. Era ammirevole, modesto, equilibrato, modesto, con l’umiltà di chi puntava al confronto costante con colleghi anche internazionali. Questo suo atteggiamento ci ha fatto crescere, è stato lui il motore. La sua scomparsa ha rappresentato una perdita grande”. 

“Io ero il braccio, lui la mente” ha sottolineato Roberto Guaschino, direttore di Medicina Trasfusionale “Piergiacomo era apprezzato da tutti, un ricercatore di fama internazionale, eppure schivo,  pragmatico, di poche parole, discreto, ma sempre aperto alla scienza, ogni frase era fondata su solide basi scientifiche. Il dottor Betta è stato tra i pochi a capire subito l’importanza della ricerca traslazionale, quella che dal bancone del laboratorio arriva al letto del paziente, per migliorare la prevenzione e la cura delle malattie. Con la creazione della biobanca ha avuto una grande visione”. 

Oggi è un giorno importante” ha rimarcato Antonio Maconi, direttore del Dipartimento di Ricerca Formazione Innovazione “il dottor Betta è stato lungimirante e antesignano di percorsi impensabili a cavallo del secolo e che ora devono continuare a camminare sulle gambe degli uomini. Ci sono uomini che devono tenere barra dritta, lui lo è stato. Questo è uno dei tanti momenti paradigmatici per costruire un futuro diverso per pazienti, studenti e per tutta la nostra comunità. Rispetto alla ricerca sul covid voglio rimarcare la collaborazione della nostra biobanca per favorire l’avvio di quella dell’Università del Piemonte Orientale, è stato svolto un duplice lavoro”.

Roberta Libener, dirigente biologo Irfi Diparimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione (oltre che Presidente Lega Italiana Tumori, sezione di Alessandria) ha ricordato: “Le banche biologiche nascono dall’esigenza di migliorare la diagnosi e la cura dei tumori mediante la caratterizzazione molecolare a livello genomico e proteomico del materiale biologico proveniente dal singolo paziente donatore. Le biobanche inoltre sono e saranno sempre più uno strumento fondamentale per le tecnologie-omiche (trascrittomica, proteomica, metabolomica, epigenetica ed esposoma), per definire nuovi strumenti di prevenzione, diagnosi e cura della maggior parte delle malattie complesse, nello sviluppo delle quali i fattori ambientali interagiscono con quelli genetici. Il materiale biologico raccolto e studiato all’interno della banca biologica collega i dati clinico-patologici del paziente con i dati ottenuti dalle analisi molecolari. Il materiale biologico consente di ottenere informazioni genetiche, cellulari e bioinformatiche da cui si possono avviare studi clinici innovativi e personalizzati, soprattutto per quelle neoplasie di difficile cura per le quali non si dispone ancora di una terapia efficace, come è il caso del mesotelioma maligno. La Banca Biologica del Mesotelioma Maligno dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, nata nel 1989 e progressivamente strutturata, ha raccolto negli anni il materiale biologico di 880 pazienti affetti da mesotelioma maligno o altra patologia pleuro-polmonare, rappresentando un patrimonio biologico fondamentale per la ricerca di base e pre-clinica”.

Laura Mazzucco, dirigente biologo responsabile Emoteca e Laboratorio Medicina rigenerativa ha invece spiegato il ruolo del Biorepository: “Conserva un grande numero di campioni biologici, provenienti da ambiti multidisciplinari diversi, importanti per studi clinici e di ricerca, molti in particolare dall’Ematologia. Qui sono raccolti e processati secondo i migliori protocolli di integrità e conservazione dei campioni, sangue, plasma, urine ed altri materiali biologici destinati per future indagine scientifiche, oltre alla gestione di campioni di pazienti inseriti in studi clinici approvati e indirizzati ad analisi complesse; l’intento è di mantenere e conservare campioni per la comprensione di malattie e per lo sviluppo di strategie profilattiche e terapeutiche”.

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