Autore Redazione
lunedì
3 Agosto 2015
11:49
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Cronaca - Alessandria

Lite per le slot sfocia nel sangue. Dopo gli spintoni, l’aggressione con una spranga e poi una coltellata mortale

Lite per le slot sfocia nel sangue. Dopo gli spintoni, l’aggressione con una spranga e poi una coltellata mortale

ALESSANDRIA – Sarà un compito “delicato” ricostruire in fase processuale l’omicidio di Alijia Sabri, l’uomo di 47 anni ucciso da una coltellata inferta dal connazionale albanese Haziz Polisi di 55 anni. Ne è convinto il Dirigente della Squadra Mobile di Alessandria, Mario Paternoster, che sabato sera ha condotto le indagini della Polizia, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica Giovanni Gasparini. Un omicidio scaturito da una discussione nata davanti ad alcune slot machine della sala bingo in via Santorre di Santarosa ad Alessandria e poi proseguito in strada, in via Rapisardi, dove Polisi ha poi affondato la lama nel torace della vittima. Un fendente risultato mortale, nonostante gli i soccorsi del personale del 118 e il successivo intervento chirurgico, risultato purtroppo vano.

Ad allertare i soccorsi, intorno alle 20, erano stati alcuni cittadini che avevano assistito alla colluttazione in strada e poi notato uno degli uomini brandire una spranga di ferro. Arrivata sul posto, però, la Polizia si è trovata di fronte a un caso molto più grave da risolvere. Uno degli uomini, infatti, era già stato trasportato in gravi condizioni all’Ospedale, colpito da una coltellata e dell’aggressore non c’era alcuna traccia. Immediatamente sono quindi scattate le indagini, partite dall’analisi minuziosa delle riprese del sistema di video sorveglianza della sala bingo. Gli agenti della Mobile, insieme ai colleghi della Scientifica e delle Volanti hanno prima individuato la vittima, intenta a giocare ad alcune slot machine insieme a  quello che è poi risultato essere suo genero. Poco dopo si è avvicinato Polisi. La vittima e l’omicida, entrambi operai e incensurati non si conoscevano, ma erano frequentatori della sala bingo e pare che già qualche giorno prima avessero avuto qualche attrito, presumibilmente legato a una vincita alla macchinette. Sabato sera, poi, il nuovo diverbio. Dalle parole, i due uomini hanno quindi deciso di passare ai fatti fuori dal locale. Seguiti dal genero della vittima, che pare abbia tentato più volte di separare i due, Sabri e Polisi hanno iniziato a spintonarsi, fino a inseguirsi tra le macchine in sosta. Proprio lungo la  via, ha spiegato ancora il Dirigente della Squadra Mobile, quella che poi sarebbe diventata la vittima dell’omicidio avrebbe preso dalla sua auto una spranga di ferro con cui avrebbe cercato di colpire Polisi. L’uomo avrebbe quindi risposto all’aggressione estraendo il coltello, conficcato poi nel fianco di Sabri. Sferrato il fendente Polisi si sarebbe quindi dato alla  fuga.

Quando intorno alle 23 gli agenti della Squadra Mobile hanno dato un nome all’omicida e raggiunto la sua abitazione, in via Alessandro III, i poliziotti hanno subito notato una vistosa fasciatura sulla mano destra dell’uomo. Polisi, dopo qualche reticenza, ha raccontato alla Polizia della lite e ha ammesso di aver sferrato il fendente, ignaro, però, di aver ucciso l’uomo. Poi ha condotto gli agenti fino in cantina dove, all’interno di una cassetta degli attrezzi, aveva gettato il coltello.

Portato in carcere con l’accusa di omicidio, Haziz Polisi verrà ora sottoposto ad interrogatorio. Punto su cui si consumerà la battaglia processuale e su cui insisteranno gli avvocati di Polisi per far valere la legittima difesa, secondo il Dirigente della Squadra Mobile, sarà l’esatta dinamica di quanto accaduto in via Rapisardi. Un punto “cieco” dove l’occhio delle telecamere non è riuscito ad arrivare, dove è stata sferrata la coltellata mortale ad Alijia Sabri ed è stato ritrovato anche il tubo di ferro sporco di sangue.  

 

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