Autore Redazione
sabato
16 Settembre 2023
11:50
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Tempo Libero - Novi Ligure

Divertente, raffinato e assurdo. Recensione di Parola di Giòn ad Hortus Conclusus

E’ proseguito con Il teatrino di Bisanzio il festival novese ideato e diretto da Andrea Lanza. Il prossimo appuntamento sarà martedì 19 settembre con il Collettivo Distanza in “Inevitabile tempesta”
Divertente, raffinato e assurdo. Recensione di Parola di Giòn ad Hortus Conclusus

NOVI LIGURE – Hortus Conclusus è incontro, teatro, chiacchiere e anche spazio per la sperimentazione. Ieri, 15 settembre, al festival ideato e diretto da Andrea Lanza, Il Teatrino di Bisanzio ha presentato “Parola di Giòn”, uno spettacolo che diverte, destabilizza e decisamente sperimenta un nuovo linguaggio attingendo a forme vintage. Hortus si svolge nei cortili e giardini privati del centro storico, messi a disposizione dai loro proprietari in una formula ormai rodata di festival della e nella comunità, ma, in caso di cattivo tempo, gli eventi si svolgono nella Domus di Vicolo Bianchi, sede dell’associazione. “Amici di Hortus”. Andrea Benfante e Anna Giarrocco hanno messo in scena “Parola di Giòn” proprio nella Domus, un palazzo nudo e raffinato, come raffinato è il lavoro del loro Teatrino di Bisanzio.  “Niente di tutto ciò deve avere senso e se è divertente allora basta così”. La premessa solleva gli spettatori dallo sforzo di trovare una logica nei quadri rappresentati con una velocità volutamente e comicamente affannosa. Trentadue personaggi di storie che paiono uscite dal teatro dell’assurdo, interpretate con un gioco linguistico che sostituisce le parole ad altre di diverso significato e simile assonanza. Ispirato liberamente agli scritti letterari del “Giòn” del titolo, la leggenda musicale dei quattro scarafaggi di Liverpool, il lavoro di Benfante (anche autore e regista) e Giarrocco, come loro stessi raccontano ad inizio serata, ricalca le forme della rivista da camera degli anni ‘50 e ‘60. Vestiti di nero, come all’epoca i Gufi, o i primi Cochi e Renato, o il Teatro dei Gobbi, si moltiplicano cambiando cappello o parrucca, costruiscono ambienti e disegnano mobili con il loro corpo, passano da accenti horror agghiaccianti a parodie caricaturali. Così è ben riconoscibile la caricatura di Sherlock Holmes in un episodio che sembra tratto dal teatro di Ionesco, tali sono il totale nonsense e la mancanza di logica consequenziale. Così, in un improvvisato contesto dentistico, si ascoltano frasi come “protasi dantesca per sembrare trent’anni più brummer” e, un po’ perché ci si ritrova destabilizzati e molto per la bravura dei protagonisti, si ride e si entra in una logica ribaltata che coinvolge. Colpisce il lavoro di scrittura di Benfante, raffinatissimo nelle sue acrobazie sintattiche e morfologiche e nella ricerca di accostamenti di significanti. Il risultato è certamente un assurdo, ma godibile e divertente, animato da una gestualità straordinaria e da canzoni che scandiscono, come nella tradizione del varietà, gli sketch. A tratti emerge la voce da cantante lirica di Anna Giarrocco ed è un tocco di perfezione, anch’esso al servizio di una comicità singolare, destrutturata come il testo. Uno spettacolo di grande eleganza e bravura, che conferma la formula inconfondibile del Teatrino di Bisanzio: notevole preparazione, gustose forme démodé e sintesi finale nuova e unica.  Il prossimo appuntamento con Hortus Conclusus sarà martedì 19 settembre alle 18,30 presso la Domus di vicolo Bianchi con il Collettivo Distanza che presenterà “Inevitabile tempesta” di Giovanna Mori con Laura Anzani e la regia di Ettore Distasio. Tutto il programma di Hortus su radiogold.it/news-alessandria/eventi

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