26 Agosto 2024
10:44
Una domenica in castello “Passeggiando con Vittorio Alfieri”
MAGLIANO ALFIERI – La letteratura e l’arte attraversano i secoli, hanno i loro codici e le loro oscurità, ma in certe occasioni e in certi luoghi sembrano avvicinarsi e parlare. Questo succede nel ciclo di incontri “Passeggiando con Vittorio Alfieri”, un vero tuffo nella biografia, nelle opere e nei luoghi alfieriani. Organizzato dall’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, in collaborazione con l’Ecomuseo Basso Monferrato Astigiano e il Centro Studi Alfieriani di Asti, propone quattro appuntamenti centrati su momenti particolari della vita di Alfieri e della sua produzione letteraria e teatrale, in ambientazioni sia architettoniche che paesaggistiche significative e a quegli anni collegate.
Ieri, domenica 25 agosto, si è passeggiato al Castello di Magliano Alfieri, già proprietà della famiglia omonima ed esempio imponente di barocco piemontese elegante ed austero. La storia del castello, la visita ai due musei del Teatro del Paesaggio (multimediale e veramente godibile) e delle arti e tradizioni popolari (con i soffitti in gesso di tradizione contadina) hanno fatto da ambientazione e da contesto al dialogo tra Alfieri e la sua amata Luisa Stolberg. A dar loro voce, Daniele Timpano, attore romano già premio Ubu e ospite d’eccezione anche per la tappa di domenica 1 settembre a Ferrere, e Patrizia Camatel, attrice affermata del territorio e coordinatrice scientifica dell’Ecomuseo BMA.
“Alla passata, presente e futura Italia”, il titolo, mutuato dalla dedica della prima prosa del Misogallo, opera letteraria satirica volta a contestare la degenerazione in violenza e terrore della rivoluzione francese. E’ proprio il periodo della vita del poeta legato al soggiorno e alla fuga da Parigi nel 1792 con Luisa Stolberg ad improntare il dialogo tra i due protagonisti, una narrazione confidenziale e affettuosa in cui si incastrano la lettura di lettere del conte e di passi del Misogallo, fioriti di invettive e di odio nei confronti della Francia. Sono una prosa e una poesia complesse, violente di una satira senza filtri e difficoltose da comprendere oggi, senza una serie di riferimenti storici e di costume, ma dotate di una passione che vibra e si percepisce. L’introduzione di Carla Eugenia Forno, direttrice della Fondazione Centro Studi Alfieriani e autrice della drammaturgia che ha fatto da incastro-cornice ai brani originali, ha preceduto la lettura-spettacolo ed è stata una guida preziosa attraverso un secolo, il ‘700, non solo di “crinoline e di cipria”, ma anche di rivoluzioni.
“Sono Luisa Stolberg… per Vittorio fui il degno amore”: Patrizia Camatel inizia così un dialogo che narra e invita man mano il suo amante a raccontare. Negli scambi tra i due protagonisti emergono la speranza infranta in una monarchia costituzionale illuminata, lo sgomento di fronte al periodo del terrore e una fuga pericolosa e rocambolesca da Parigi, tratta dall’autobiografia di Alfieri. Si immagina il poeta, il cui ricordo scolastico è inchiodato al “volli…fortissimamente volli”, gridare e schiamazzare con i sanculotti (“mezzo col quale sempre si vien a capo dei francesi”) e la sua personalità si tinge di spirito caustico e di impeto polemico. Dalla delusione nei confronti degli esiti della rivoluzione e da un odio viscerale nasce il Misogallo e i brani scelti parlano di passione per la libertà, di orrore per la violenza e per la sua ottusità.
Timpano dà a tutto ciò un’angolatura di ironia surreale, leggera e sottolineata da una gestualità quasi aerea. Dove la prosa involuta o l’estrema ipotassi rendono difficile la comprensione, il suo registro irridente stride con la pesantezza delle parole e le informa dell’originario intento satirico, in una frenesia che sembra dettata dall’urgenza di non tacere. Luisa Stolberg/Camatel è la sua controparte posata, chiara e razionale, dolce nelle sfumature che rivelano amore e ammirazione.
Tra i passi del Misogallo spicca la quinta prosa con l’incontro onirico nell’oltretomba tra Luigi XVI, interpretato da Camatel, e Robespierre, cui Timpano regala una follia tirannicida esasperata e paradossalmente divertente. Il confronto i due, il re legittimo e moderato (secondo Alfieri, è il caso di dirlo) e il rivoluzionario, incarnazione della degenerazione violenta e repressiva, è iperbolico ed esemplare. Nella formula “spogliare, atterrire, uccidere” per governare è contenuto il crollo di ogni speranza illuministica e Robespierre, foriero di ogni male, diventa, nella voce di Timpano, un agente necessario alla storia dell’umanità, suscitando persino simpatia, come chiunque travolto dal destino.
Passeggiare nella storia è possibile, lo è soprattutto se si è guidati, se c’è esattezza e se chi racconta sa farsi ascoltare, come in questa prima tappa di “Passeggiando con Vittorio Alfieri”. Domenica 1 settembre, a Ferrere, partendo dal Castel Vecchio fino ad arrivare al Castel Rosso, con “Le stanze della memoria” si parlerà della gioventù del conte e del suo cameriere, Francesco Elia, originario proprio di Ferrere, che lo accompagnò nei suoi viaggi in Europa.
Tutte le passeggiate avranno inizio alle 17 ed è stimata una durata di circa un’ora e mezza. Al termine è previsto brindisi con gli artisti. Il costo è di 15 euro a persona. Prenotazioni obbligatorie, con acquisto biglietti, sul sito: www.visitlmr.it/it/esperienze/passeggiando-con-vittorio-alfieri Per info: 3287069085 – casadeglialfieri.it – ecomuseobma.it