29 Agosto 2024
05:28
Carenze croniche nella scuola lombarda, CGIL: “Mancano 11mila docenti e 3.500 addetti”
LOMBARDIA – La scuola in Lombardia si avvia al nuovo anno scolastico con gravi criticità, tra cui spiccano carenze di personale che rischiano di compromettere il regolare avvio delle lezioni. A meno di tre settimane dal rientro in classe, la situazione appare preoccupante, soprattutto per quanto riguarda l’organico dei docenti. Secondo le stime della Cgil, i posti disponibili per le stabilizzazioni dei docenti saranno poco più di 11mila, un numero ben lontano dal fabbisogno reale che supera le 16mila unità. La forbice tra la domanda e l’offerta di personale è un segnale di allarme, sintomo di problemi strutturali che non si risolvono con misure temporanee.
Questa mancanza di insegnanti non è un’anomalia isolata, ma si inserisce in un contesto di difficoltà croniche della scuola italiana. Episodi simili si sono verificati in passato, come nel 2015, quando l’avvio dell’anno scolastico in diverse regioni italiane fu segnato da gravi carenze di docenti, con ritardi nelle nomine e classi senza insegnanti fino a ottobre. La cosiddetta “Buona Scuola”, varata con l’obiettivo di stabilizzare decine di migliaia di precari, lasciò comunque scoperti molti posti e non riuscì a garantire una soluzione strutturale al problema. Il sistema di reclutamento risultò inefficiente, con graduatorie congestionate, procedure farraginose e tempi lunghi che misero in crisi il funzionamento degli istituti scolastici.
Oggi la Lombardia si trova a fronteggiare una crisi analoga, ma aggravata da nuove problematiche. Non si tratta solo di docenti. A rischio ci sono anche le funzioni fondamentali di amministrazione e servizio nelle scuole. L’elaborazione dei dati ministeriali fatta dal Centro studi OrizzonteScuola evidenzia un vuoto di 2.246 supplenze per i collaboratori scolastici, 505 per gli assistenti tecnici e 787 per gli assistenti amministrativi. In tutto, circa 3.500 posizioni sono da coprire. La provincia di Milano risulta la più colpita, con 1.135 posti da riempire, di cui 731 per i collaboratori scolastici.
L’assenza di personale scolastico, in particolare di collaboratori e assistenti, ha effetti immediati e tangibili sul funzionamento quotidiano delle scuole: rallenta le attività amministrative, compromette la manutenzione e la pulizia degli spazi, ostacola l’assistenza agli studenti con disabilità. Problemi che rischiano di avere un impatto diretto sul diritto all’istruzione. Gli studenti potrebbero trovarsi senza supporto adeguato, mentre i genitori affrontano l’incertezza su come sarà garantita la sicurezza e la gestione delle emergenze nelle scuole.
A preoccupare particolarmente quest’anno è la situazione dei Direttori dei servizi generali amministrativi (DSGA), figure chiave per la gestione organizzativa e amministrativa delle scuole. L’introduzione di una nuova procedura di reclutamento ha sollevato interrogativi e incertezze. Con circa 300 posizioni vacanti in Lombardia, molte scuole rischiano di iniziare l’anno scolastico senza questo supporto essenziale. Un precedente emblematico si trova nel caso dei DSGA nella regione Sicilia, dove, nel 2019, una carenza di circa il 50% delle posizioni portò a un sovraccarico di lavoro per il personale esistente, con conseguenti disservizi e proteste che finirono sui giornali nazionali.
Gli addetti ai lavori sostengono che il problema sia strutturale e richieda un intervento urgente per riformare il sistema di reclutamento e gestione del personale. La Cgil insiste sulla necessità di “adeguare gli organici alle esigenze reali delle scuole”, lamentando “condizioni di lavoro precarie, caratterizzate da disagio e stress lavoro-correlato”. Una critica che trova eco in altri sindacati e in molte associazioni di categoria. Nonostante le promesse di riforma, il quadro normativo e organizzativo resta rigido, caratterizzato da lentezze burocratiche e da un meccanismo di assunzione che non risponde alle dinamiche del mercato del lavoro.
Le procedure di assegnazione delle supplenze, avviate in questi giorni, rischiano di non essere sufficienti per coprire tutti i vuoti di organico. La complessità e l’opacità delle nuove regole creano ulteriore incertezza. In questo scenario, gli istituti scolastici sono chiamati a organizzarsi con risorse ridotte, cercando di garantire il diritto all’istruzione in condizioni difficili. Alcuni dirigenti scolastici lamentano la mancanza di chiarezza e trasparenza da parte degli uffici regionali, con ritardi nella pubblicazione delle graduatorie definitive e comunicazioni frammentarie.
Le storie degli anni passati suggeriscono che il problema non si risolverà facilmente. A fronte di un sistema burocratico che fatica a rispondere alle esigenze concrete delle scuole, le soluzioni temporanee non bastano più. Gli addetti ai lavori chiedono una riforma complessiva che riveda le modalità di reclutamento e valorizzi la professionalità degli operatori scolastici, garantendo trasparenza nelle procedure e risposte rapide alle emergenze. In gioco non c’è solo il corretto avvio dell’anno scolastico, ma anche la qualità dell’istruzione pubblica e la tenuta di un sistema che rischia di cedere sotto il peso delle sue inefficienze croniche.