5 Febbraio 2025
05:10
Mal’aria: Alessandria non è più tra “le più inquinate” ma la media di Pm10 è tra le più alte del Piemonte
PIEMONTE – L‘inquinamento atmosferico continua a rappresentare un problema “diffuso e strutturale“ e una seria emergenza per molte città italiane. Secondo il rapporto “Mal’Aria di città 2025“ di Legambiente, ben 50 centraline di monitoraggio distribuite in 25 città hanno superato i limiti giornalieri di polveri sottili (Pm10) previsti dalla normativa vigente. Un dato che evidenzia la necessità di un intervento strutturale per migliorare la qualità dell’aria nei centri urbani.
Legambiente ha analizzato i dati di 98 città e a guidare la classifica per il maggior numero di giorni oltre i limiti c’è Frosinone (centralina Scalo), con 70 giorni di sforamenti, seguita da Milano (centralina Marche) con 68. Nel capoluogo lombardo la situazione è critica anche in altre tre centraline (Senato, Pascal Città Studi e Verziere) che hanno registrato rispettivamente 53, 47 e 44 giorni oltre il limite.
Al terzo posto si posiziona Verona-Borgo Milano con 66 giorni, seguita da Vicenza-San Felice con 64. Numerosi sforamenti anche a Padova, Venezia, Cremona, Napoli, Rovigo, Brescia, Torino, Monza, Treviso, Modena, Mantova, Lodi, Pavia, Catania, Bergamo, Piacenza, Rimini, Terni, Ferrara, Asti e Ravenna.
Per quanto riguarda il Piemonte, il rapporto Mal’Aria 2025 di Legambiente evidenzia ancora livelli elevati di particolato fine (PM10) e biossido di azoto (NO2), con diverse città che dovranno ridurre drasticamente le loro emissioni per rientrare nei nuovi limiti europei previsti per il 2030.
Media annuale di PM10 in Piemonte: a Torino e Alessandria le concentrazioni più alte
Nell’ultimo rapporto di Legambiente nessuna città piemontese è tra i 19 capoluoghi con la concentrazione media annua più alta di PM10 ma Torino ha comunque registrato un dato pari a 27 µg/m³. La concentrazione media annua non è molto distante dalla media di 27,7 µg/m³ di Terni e Mantova che chiudono la classifica del rapporto Mal’Aria ed è comunque ben al di sopra del limite OMS di 15 µg/m³. E per rispettare i nuovi limiti UE, Torino dovrà ridurre la concentrazione di PM10 del 25%.
Situazione simile ad Alessandria. La qualità dell’aria nell’Alessandrino nel 2024 è migliorata e la città non è più tra i capoluoghi più inquinanti secondo Mal’aria 2025. Alessandria non ha superato il limite massimo di giornate con concentrazioni di PM10 oltre i 50 µg/m3 (in tutto sono state 32 sulle 35 ammesse) ma la concentrazione media annuale di PM10 è la stessa di Torino (27 µg/m³) e, quindi, uguale dovrà essere lo sforzo per restare nei limiti previsti dalla nuova normativa del 2030. Anche Asti e Novara presentano valori elevati, rispettivamente con 25 µg/m³ (-20% per rientrare nei limiti 2030) e 24 µg/m³ (-15%).
NO2: Torino e Novara oltre la soglia
Sul fronte del biossido di azoto (NO2), inquinante principalmente legato al traffico veicolare e alle emissioni industriali, Torino registra una media di 31 µg/m³, quindi inferiore all’attuale soglia di 40 µg/mc. Il dato, però, richiede una riduzione del 36% per rispettare i nuovi limiti UE fissati a 20 µg/m³. Anche Novara si trova in una situazione critica, con 26 µg/m³, con una riduzione necessaria del 22%. Più contenuti i valori di Alessandria e Asti, rispettivamente con 20 µg/m³ e 21 µg/m³, ma comunque superiori alla soglia OMS consigliata di 10 µg/m³.
Per le medie annuali di PM10 e NO2 nessuna città italiana monitorata nel rapporto supera i limiti previsti dalla normativa vigente ma, evidenzia Legambiente, “lo scenario cambierà con l’entrata in vigore della nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria”, a partire dal 1° gennaio 2030. Per il PM10, sarebbero infatti solo 28 su 98 le città a non superare la soglia di 20 µg/mc, che è il nuovo limite previsto. Nel 2030, quindi, 70 città sarebbero fuorilegge. Il quadro non migliora con il biossido di azoto (NO2): oggi, il 45% dei capoluoghi (44 città su 98) non rispetta i nuovi valori di 20 µg/m³.
“I dati del 2024 confermano che la riduzione dell’inquinamento atmosferico procede a rilento” ha sottolineato Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente e “con soli cinque anni davanti a noi per adeguarci ai nuovi limiti europei al 2030, dobbiamo accelerare drasticamente il passo” ha esortato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente.
Legambiente lancia la campagna “Città2030”
Nel giorno della pubblicazione del report, Legambiente ha dato il via alla campagna itinerante “Città2030, come cambia la mobilità“, che toccherà diverse città italiane fino al 18 marzo. L’obiettivo è quello di sensibilizzare amministrazioni e cittadini sulla necessità di trasporti sostenibili, accessibili e sicuri, che mettano al centro della mobilità urbana pedoni e ciclisti.
“Per uscire dall’emergenza smog“, infatti, Legambiente chiede “più trasporto pubblico sostenibile e meno auto inquinanti” e uno “stop progressivo alla circolazione delle auto più vecchie nei centri urbani”. Per Legambiente è inoltre necessario garantire “maggiore spazio” a pedoni e ciclisti, accelerare la riconversione degli impianti di riscaldamento e ridurre le emissioni industriali e degli allevamenti intensivi, considerati “tra i principali responsabili dello smog in Pianura Padana”.
“Il problema dello smog – sottolinea Legambiente – non è limitato a poche città, ma riguarda l’intero sistema urbano italiano. Servono azioni concrete e immediate per ridurre le emissioni e proteggere la salute pubblica“.