10 Aprile 2025
15:52
Polo Chimico: il comitato Vivere in Fraschetta invoca per Syensqo “limiti stringenti” sui Pfas
ALESSANDRIA – Questo venerdì 11 aprile nella sede della Provincia di Alessandria si terrà la seconda riunione della Conferenza dei Servizi per il riesame/rinnovo dell’Autorizzazione Ambientale Integrata dello stabilimento Syensqo di Spinetta Marengo, con la partecipazione dell’azienda e di Arpa, Asl, Provincia e Comune di Alessandria. L’incontro fa seguito a una prima riunione del 27 gennaio 2022.
Secondo il Comitato Vivere in Fraschetta “la Relazione generale per consultazione da parte del pubblico, redatta da Solvay, contiene numerosi omissis, non è aggiornata e appare incompleta. Le associazioni sono ammesse solamente in qualità di uditori, da remoto e due ore dopo l’avvio della Conferenza”. Per il Comitato “l’AIA è un provvedimento fondamentale che contempla tutti gli aspetti ambientali dell’attività e l’auspicio è che con questo riesame/rinnovo si riesca a ridurre al minimo e tenere sotto controllo le emissioni di Solvay in aria, nelle acque sotterranee, nelle acque superficiali e nei suoli. I dati dei monitoraggi presentati recentemente da Arpa e relativi al 2024 indicano che la situazione non è sotto controllo. Lo testimonia il fatto che le analisi condotte da ARPA sull’aria ambiente riscontrano concentrazioni significative di Pfas e in particolare di cC6O4 non solo ad Alessandria, ma anche a Montecastello. Si richiede agli Enti di fissare per cC6O4, ADV e altri PFAS prodotti da Solvay limiti di emissione ai camini in atmosfera sia in termini di concentrazione, che di flusso di massa per unità di tempo, pari o molto vicini allo zero tecnico”. Il Comitato Vivere in Fraschetta ha anche chiesto ad Arpa “di provvedere mediante campionamenti ai camini in contradditorio a validare i dati prodotti da Solvay”.
“Anche i campionamenti svolti da ARPA su pozzi esterni allo stabilimento evidenziano” secondo il comitato di cittadini residenti nei sobborghi a est della città “che la contaminazione da Pfas è uscita dallo stabilimento nonostante la barriera idraulica esistente. Sussistono incertezze sulla direzione di flusso della falda superficiale, visto che numerosi pozzi privati posti ad Est e a NE dello stabilimento risultano inquinati da PFAS, secondo le analisi pubblicate da Lavialibera del Gruppo Abele. Pertanto anche per questa matrice ambientale, acque sotterranee, dovranno essere date alla Solvay precise prescrizioni e limiti stringenti. Relativamente alla bonifica, sia interna che esterna allo stabilimento, si chiede agli Enti di fissare sulla base dell’esperienza veneta e di quanto fatto da altri Paesi, limiti sul suolo e sulle acque sotterranee per poter avviare il procedimento di bonifica. E’ anche ora che Governo e Parlamento si sveglino e finalmente legiferino in materia, per salvaguardare, dopo decenni, la salute della popolazione e l’ambiente, secondo i principi della nostra Costituzione”.