Cronaca - Alessandria

Personale sanitario: “Orgogliosi del lavoro ma vocazione non deve essere martirio”

ALESSANDRIA – Il personale sanitario è soddisfatto del lavoro svolto all’interno dell’ospedale di Alessandria ma la maggioranza, il 62.6% segnala un livello significativo di malessere e l’86.6% è convinto che questo incida sulla propria vita privata. Il risultato emerge da un questionario che la Funzione pubblica Cgil ha sottoposto a tutti i dipendenti dell’Azienda ospedaliera di Alessandria. In tutto sono stati 654 i lavoratori e le lavoratrici che hanno risposto su un totale di 2.118, pari al 30.4%, restituendo una immagine attendibile della percezione del lavoro all’interno del complesso, hanno spiegato Vincenzo Costantino, FP Cgil, e Giovanni Marigliano della Rsu.
Gli infermieri e gli operatori sociosanitari amano il loro lavoro ma il modello organizzativo non regge più – ha spiegato Vincenzo Costantino FP Cgil. Si chiede una maggiore attenzione alle esigenze del personale sanitario, ma anche una più profonda condivisione delle dinamiche lavorative oltre che il riconoscimento del valore professionale“.

C’è poi il problema degli stipendi, ha aggiunto Giovanni Marigliano, che ha riportato un esempio concreto, quello di chi, per esempio, ha lasciato la struttura e quindi la sanità pubblica, per lavorare in proprio, passando da una retribuzione massima di 1.700 euro a 120mila euro guadagnati in un solo anno. “La vocazione non deve essere confusa con il martirio. Quello che è emerso da questa indagine è l’orgoglio delle professioni sanitarie rispetto al proprio ruolo ma occorre fare anche in modo che ciascuno sia messo nelle migliori condizioni lavorative“.

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