Riforma disabilità: cambia l’iter di accertamento. In Piemonte la provincia di Alessandria farà da guida
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Dal 30 settembre la provincia di Alessandria sarà il primo territorio del Piemonte a sperimentare il nuovo iter procedurale per l’accertamento della disabilità. Se n’è parlato la scorsa settimana, in un convegno all’Università del Piemonte Orientale promosso dall’Inps. Sarà proprio l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale prendere il testimone da Asl. Secondo le prime dichiarazioni di Filippo Bonanni, direttore centrale salute e prestazioni di disabilità dell’Inps, la nuova procedura mira a rafforzare il ruolo del cittadino nel processo di accertamento e riconoscimento della disabilità. Un cambiamento di notevole rilevanza, poiché d’ora in avanti sarà l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale a gestire direttamente le procedure, sostituendo l’Asl in questa fase cruciale. La riforma punta a rendere più snella e più efficace la procedura, garantendo un percorso che metta al centro le esigenze e le caratteristiche di ciascun individuo.
INTEGRAZIONE TRA LE RIFORME PER PERSONE CON DISABILITA’ E ANZIANI
Un aspetto particolarmente delicato e strategico riguarda l’intersezione tra questa nuova riforma e quella dedicata alle persone anziane ultrasettantenni non autosufficienti. Le due riforme, hanno spiegato gli esperti presenti al convegno, rappresentano due facce della stessa medaglia, con obiettivi condivisi di miglioramento delle reti di servizi e di sostegno sul territorio. L’obiettivo è creare una sinergia tra Istituto, Regione e ambiti territoriali, affinché si possa offrire un ventaglio di servizi efficaci, tempestivi e adattati alle esigenze delle persone più fragili.
PREPARATIVI E ATTIVITA’ INPS IN PIEMONTE
Per assicurare il buon funzionamento della sperimentazione, l’Inps regionale si sta già muovendo su più fronti. Come ha illustrato Vincenzo Ciriaco, direttore regionale Inps, si stanno adeguando strutture e spazi logistici, con l’obiettivo di migliorare i servizi diagnostici e le sedi dedicate. Inoltre, si stanno attivando procedure interne e concorsuali: tra queste, un concorso nazionale per l’assunzione di oltre mille medici, con l’intento di potenziare le risorse umane e di collaborare con i medici convenzionati. Nelle prossime settimane, in provincia di Alessandria, circa 11.000 persone saranno chiamate alle visite di valutazione. La prima fase scatterà a partire dalla seconda metà di ottobre.
NOVITA’ NELLE PROCEDURE DI DOMANDA E VALUTAZIONE
Come ha spiegato la direttrice provinciale dell’Inps, Emilia Grisi, un’altra importante innovazione riguarda le modalità di presentazione delle domande di disabilità. A partire dal 30 settembre, il rilascio del certificato medico introduttivo equivarrà a una vera e propria domanda automatizzata, facilitando l’accesso ai servizi. I cittadini potranno compilare autonomamente o tramite patronati e associazioni di categoria i dati socio-economici necessari, che saranno poi oggetto di verifica. Per alcune condizioni patologiche, si prevedono valutazioni approfondite e la predisposizione di un progetto di vita personalizzato, volto a definire interventi e percorsi di integrazione mirati. Uno degli obiettivi principali della riforma è l’implementazione di una valutazione medico-legale unificata, che consideri tutti gli aspetti che riguardano la persona con disabilità, dai diritti di legge 104 all’avviamento al lavoro. Questa valutazione integrata dovrebbe semplificare e velocizzare i processi, riducendo le duplicazioni e rendendo più trasparente e omogeneo il riconoscimento delle situazioni di disabilità.
“La sfida posta dal nuovo impianto normativo non è solo organizzativa, ma anche profondamente culturale” ha sottolineato l’assessora alle Politiche Sociali di Alessandria Roberta Cazzulo “coniugare la necessità di semplificare e velocizzare l’iter burocratico con l’esigenza di un approccio alla disabilità che, mettendo al centro la persona nella sua complessità, valuti non solo l’aspetto sanitario ma anche le dimensioni psicologiche e sociali che incidono sulla qualità della vita”.
Secondo l’esponente della giunta Abonante “la sfida posta dal nuovo impianto normativo non è solo organizzativa, ma anche culturale. Inclusione significa riconoscere i talenti e le competenze di ciascuno, offrire opportunità concrete e costruire una società in cui nessuno sia lasciato indietro. Una delle principali sfide per la parte politica è quella di imparare a distinguere i punti di vista che nel mondo delle persone con disabilità e delle organizzazioni che le rappresentano esistono, interventi che spesso durante le riunioni a cui partecipiamo, soprattutto negli ultimi mesi, emergono con accento critico, a volte volutamente provocatorio. Quando si parla del prisma della disabilità, si parla di un mondo che è tutt’altro che omogeneo, tutt’altro che uniforme, i cui rappresentanti sono mossi da un grande impegno quotidiano e da tanta passione. Ci sono due fondamentali problemi riguardo i decreti attuativi che dovrebbero far funzionare la legge stessa: non ci sono risorse economiche, mancano il personale e soprattutto le competenze. Senza queste ultime e senza le risorse per poterle sostenere, potremmo, al limite, vedere migliorate e semplificate le procedure burocratiche, ma comunque sempre con grandi differenziazioni tra i territori del nostro Paese. Siamo ancora purtroppo di fronte ad un deficit culturale: la società, il sistema non è ancora in grado di fare quello che dovrebbe fare. Dobbiamo sostituire il concetto di assistenza sociale – che implica un’azione di sostegno a favore di un soggetto passivo – con il concetto di riconoscimento sociale. Il passaggio dall’assistenza sociale al riconoscimento sociale rappresenta un’evoluzione concettuale e normativa che mira a superare una visione di mero sussidio, per abbracciare un approccio che valorizza la dignità, l’autonomia e la piena partecipazione del cittadino nella collettività. Questo cambiamento si fonda infatti sul riconoscimento che ogni individuo ha un valore intrinseco e il diritto a realizzare il proprio potenziale, non più legato a una categoria specifica o a una situazione di bisogno, ma alla sua fondamentale eguaglianza e ruolo nella società. Si tratta di arrivare ad una trasformazione generale e quando si compiono passi importanti è necessario essere pronti e consapevoli, uscire finalmente da una dinamica Noi/Loro pensando piuttosto che in quella condizione ci si potrebbe trovare ognuno di Noi in futuro, i nostri figli, un nostro familiare, un amico. Fondamentale sarà la formazione: le nostre operatrici, i nostri operatori dovranno essere formati secondo questo nuovo orizzonte. La realizzazione degli intenti del decreto, in particolare delle parti relative alla valutazione multidimensionale e all’elaborazione del progetto di vita per ogni singola persona con disabilità, presuppone una formazione degli attori coinvolti direttamente o per singole parti. Il decreto legislativo 62/2024 definisce i destinatari di questa formazione in modo ampio ma generico: i soggetti coinvolti nella valutazione di base nonché il personale delle unità di valutazione multidimensionale e dei servizi pubblici scolastici, della formazione superiore, sociali, sanitari e lavorativi. La stessa domiciliarità andrà vissuta in maniera differente, immaginando percorsi che non prevedano necessariamente la collocazione in uno spazio definito.
Va affrontato, inoltre il rapporto con la Sanità cercando di uscire insieme dall’ottica prettamente assistenziale che caratterizza i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), i quali oltretutto spesso risentono di una mancanza di flessibilità e non si adattano facilmente né alla ampia gamma di patologie che provocano varie forme di disabilità, ne alle innovazioni proposte dal mondo della ricerca medico-scientifica, con nuovi farmaci e nuove apparecchiature che periodicamente vengono messi a disposizione dei pazienti con disabilità.
Quella che vedo sicuramente come sfida in questo momento storico è la necessità di un’alleanza con il nostri consorzi socio assistenziali, le associazioni composte da coloro che hanno portato avanti in modo assolutamente direzionato questa riforma rispetto alla restituzione del potere. Fiducia e potere rappresentano le due condizioni per crescere. Questa Riforma ci porta a decostruire l’immagine delle persone con disabilità, spesso all’interno dei servizi prevale il tema della custodia, della protezione, c’è un grandissimo lavoro da portare avanti insieme, un cammino da percorrere insieme. Abbiamo bisogno di una scelta normativa regionale chiara rispetto a tutta la tematica dell’integrazione sociosanitaria necessaria ai tecnici per poter realizzare i progetti di vita, non è possibile prescindere da questo. E’ necessaria una normativa che omogeneizzi i processi. Rispetto alla tematica delle risorse dei fondi nel momento in cui abbiamo una riforma che parla di progetto di vita personalizzato noi abbiamo dei fondi che sono molto vincolati, che vincolano anche l’operare dei tecnici, ad esempio sulla domiciliarità, sulla residenzialità…questo è un altro aspetto che va rivisitato in caso contrario diventa più difficoltoso metterlo in pratica. Anche l’aspetto tecnico-amministrativo è necessaria più flessibilità che non significa assenza di controlli.
E poi c’è la sfida culturale dei diritti, trasversale, intersezionale: la politica deve impegnarsi a creare le condizioni culturali necessarie, lottare quotidianamente per un’idea di società fatta di differenze, tutte legittime, che si concretizza non solo con politiche assistenziali in senso stretto, ma anche con le politiche sociali e le politiche per i diritti e le pari opportunità. Le aspettative sono alte l’amministrazione comunale sarà a fianco del nostro Consorzio e dell’Inps”.
“Ci stiamo attrezzando” ha spiegato la direttrice Grisi “affinché la sperimentazione parta garantendo tempi adeguati di convocazione delle visite. Sappiamo che i medici sono diventati una risorsa preziosa, c’è un concorso itinere. Probabilmente avremo nuove risorse. Già sono state assunte due figure amministrative a supporto del Centro Medico Legale: è in corso la loro formazione. La sede di Alessandria curerà tutti gli aspetti informativi appena le risorse entreranno in servizio”.