28 Ottobre 2025
05:10
In Piemonte il suolo scompare a ritmo di due campi da calcio al giorno
PIEMONTE – Nel 2024 in Italia quasi 84 chilometri quadrati di nuove superfici artificiali hanno cancellato suolo naturale, con un incremento del 16% rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dal nuovo Rapporto SNPA “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, che ogni anno fotografa lo stato di salute del territorio nazionale.
A fronte di appena 5 chilometri quadrati restituiti alla natura, il saldo resta fortemente negativo: ogni ora si perdono 10mila metri quadrati di suolo, come se ogni giorno venisse rimosso un tassello del mosaico paesaggistico del Paese.
Italia: un fenomeno che non rallenta
Il 2024 segna il livello di consumo di suolo netto più alto dell’ultimo decennio: oltre 78 km² di nuove coperture artificiali, a fronte di un lento e insufficiente processo di ripristino. Le regioni più colpite restano Lombardia, Veneto e Campania, che hanno già superato il 10% di territorio urbanizzato. Ma l’aumento più consistente si registra in Emilia-Romagna, con più di 1.000 ettari consumati in un solo anno, seguita da Lombardia (834 ettari), Puglia (818), Sicilia (799) e Lazio (785).
Le regioni meno colpite – Valle d’Aosta, Liguria e Molise – registrano consumi inferiori ai 50 ettari annui, ma anche in questi casi la tendenza non si ferma.
Il processo inverso, quello del ripristino del suolo, avanza lentamente: appena 5,2 km² tornati a uno stato naturalizzato nel 2024, in calo rispetto agli 8,2 km² dell’anno precedente. L’Emilia-Romagna si distingue come caso virtuoso, con 143 ettari rinaturalizzati grazie alla chiusura di cave dismesse e cantieri di infrastrutture energetiche.
Il Piemonte: 503 ettari di suolo in meno
Anche il Piemonte non è immune da questa tendenza. Tra il 2023 e il 2024 sono stati consumati 503 ettari netti di suolo, portando a 171.136 ettari totali di superfici artificiali, pari al 6,74% del territorio regionale. Il dato, pur inferiore alla media del triennio 2021-2023, rimane sopra i valori osservati nel periodo 2016-2020, segno che la pressione sul territorio non accenna a ridursi. In termini pratici, nel 2024 ogni giorno sono stati trasformati in aree artificiali circa due campi da calcio, ovvero 600 metri quadrati ogni ora. Con questi numeri, il Piemonte si colloca all’ottavo posto in Italia per consumo assoluto, ma al primo posto nel Nord-Ovest per incremento percentuale (+0,29%), sebbene sotto la media nazionale (+0,36%).
Un consumo scollegato dalla crescita demografica
Uno degli aspetti più preoccupanti segnalati dal rapporto è il disallineamento tra l’aumento delle aree artificiali e la dinamica demografica. A fronte di una crescita modesta della popolazione, il consumo marginale di suolo in Piemonte raggiunge 18.500 m² per abitante, equivalenti a quasi due ettari per ogni nuovo residente. Un indicatore che mette in luce la scarsa sostenibilità del modello di sviluppo regionale, ancora lontano dagli obiettivi di “consumo di suolo netto zero” fissati a livello europeo e nazionale.
Fotovoltaico e logistica trainano il consumo
Il fotovoltaico a terra rappresenta una delle principali cause del consumo piemontese nel 2024: oltre 160 ettari, quasi il 30% del totale, concentrati soprattutto nel Vercellese, ma anche nelle province di Alessandria, Cuneo, Torino e Biella. Accanto a questo fenomeno, continua l’espansione delle aree logistiche e infrastrutturali, con opere distribuite su tutto il territorio, dai centri urbani alle vallate montane. Le aree più colpite restano la conurbazione torinese e i capoluoghi di provincia, ma il rapporto evidenzia anche una moltitudine di piccoli interventi diffusi, spesso in aree agricole o collinari.
Le province più colpite: Cuneo, Torino e Vercelli
A livello provinciale, quest’anno spiccano i valori di Cuneo (132 ettari), Torino (118 ettari) e soprattutto Vercelli (109 ettari) “che mai aveva raggiunto un picco di questa portata in tutta la sua serie storica, valore in larga parte ascrivibile al fotovoltaico a terra (Trino e Alice Castello) e in parte alla logistica (Greggio e Balocco)” sottolinea Arpa Piemonte. Subito dopo si colloca la provincia di Alessandria, con 55 ettari di suolo consumati nel 2024. Sul dato di Cuneo incidono i cantieri per opere infrastrutturali (autostrada Asti-Cuneo, variante provinciale 290 a Ceresole d’Alba, viabilità a Savigliano a servizio di nuova area commerciale, potenziamento condotte del consorzio idrico del Pesio), i poli produttivi (Ceresole d’Alba per ampliamento polo esistente) e i nuovi campi fotovoltaici a terra a Ceresole d’Alba e Savigliano. Sulla Città Metropolitana di Torino incidono i poli logistici (Torrazza Piemonte), le infrastrutture (nuova stazione ferroviaria di Orbassano e l’Idropolitana, anche se quest’ultima, al momento in fase di costruzione, è legata soprattutto a cantieri temporanei e a fine lavori inciderà in modo trascurabile sul consumo di suolo permanente), le aree ad uso commerciale (Ivrea), il fotovoltaico (San Giorgio Canavese), le aree ad uso sportivo (Centro Sportivo “Robaldo” a Torino). In provincia di Novara continua l’espansione della logistica con il Polo Santa Rita. Biella conferma la vocazione al fotovoltaico a Cerrione e Montalciata. La provincia di Alessandria continua ad essere interessata dai cantieri lungo la direttrice del Terzo Valico dei Giovi e da nuovi campi fotovoltaici, in particolare nel capoluogo e a Valenza. Il consumo di suolo pro capite nell’Alessandrino è pari a 626 metri quadrati per abitante, ben al di sopra della media piemontese (402 m²/ab.) e nazionale (365 m²/ab.).
I capoluoghi: Torino e Alessandria in testa
Tra i capoluoghi piemontesi, Torino resta il più urbanizzato con 65,2% di territorio artificiale, seguito da Alessandria con 16,1% e Novara con 21,2%. Nel 2024 il capoluogo alessandrino ha registrato un incremento netto di 7 ettari, portando il suolo consumato complessivo a 3.278 ettari.
Comuni record e rischio idrogeologico
Il comune con il consumo netto più alto è Trino Vercellese, con 65 ettari trasformati, seguito da Ceresole d’Alba (21) e Alice Castello (20).
Tra i casi minori ma significativi figurano Novara, Torrazza Piemonte, Cameri e Chiusa di Pesio, tutti oltre i 10 ettari. Il rapporto segnala inoltre che 161 ettari di nuovi consumi ricadono in aree a rischio idrogeologico, di cui 18 ad alta pericolosità.

Suoli agricoli e produttivi a rischio
Oltre 28 ettari di suolo consumato (circa il 6% del totale) ricadono in suoli di I classe, ovvero terreni ad alta fertilità agricola, privi o quasi di limitazioni d’uso.
Un dato che solleva preoccupazioni per la sicurezza alimentare e la conservazione delle risorse agricole regionali.
Un fenomeno da invertire
Il quadro che emerge dal rapporto 2024 conferma una tendenza preoccupante: l’Italia continua a perdere suolo, un bene non rinnovabile, con un ritmo incompatibile con gli obiettivi europei di sostenibilità. Nel caso del Piemonte, il consumo rimane elevato nonostante una crescita demografica stagnante, spinto da nuove infrastrutture e dall’espansione di impianti energetici e logistici. Come sottolinea Arpa Piemonte, invertire la rotta è ancora possibile, ma serve un cambio di paradigma nelle politiche territoriali: “rigenerare” invece di “consumare”, puntando sul recupero dell’esistente e sulla pianificazione sostenibile.
Per approfondire, Arpa Piemonte e ISPRA mettono a disposizione il portale nazionale consumosuolo.it, che raccoglie dati, mappe interattive e indicatori aggiornati a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale. La piattaforma consente di esplorare l’evoluzione del consumo di suolo dal 2012 ad oggi e di scaricare i dataset completi e le edizioni del rapporto SNPA.