17 Novembre 2025
08:24
Classifica “Qualità della vita”: in provincia di Alessandria è discreta ma ultima del Nord
ALESSANDRIA – La qualità della vita in provincia di Alessandria è “discreta“. Questo il giudizio di Italia Oggi, la testata che ogni anno incrocia i vari indicatori per stilare la graduatoria della vivibilità nei capoluoghi italiani. L’Alessandrino si colloca all’80esimo posto ma perde 10 posizioni rispetto all’anno precedente. A causare lo scivolamento verso il basso in particolare il brusco calo del punteggio della “sicurezza sociale” (l’indagine però puntualizza che sono cambiati alcuni criteri che hanno inciso sul risultato finale*), con il passaggio al 103esimo posto (su 107), insieme a un abbassamento evidente di ricchezza e risparmio. Per quanto riguarda i miglioramenti scatto in avanti per l’ambito “Affari e lavoro” che colloca Alessandria al 47esimo posto (7 posizioni in più rispetto al 2024), “Istruzione” (72esima e 5 posti in avanti rispetto al 2024) e “Ambiente” dove però l’Alessandrino è sempre in fondo alla classifica generale ma con un miglioramento di 4 posizioni (96esima).
Nella classifica completa sono Milano, Bolzano e Bologna le città in cui si vive meglio mentre quelle peggiori risultano Caltanisetta, Crotone e Reggio Calabria. Alessandria, tra le città del Nord è in ultima posizione per qualità della vita.
La classifica di Italia Oggi – Ital Communications, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, è stilata sulla base di 92 indicatori, suddivisi in nove macro-categorie: “Affari e Lavoro”, “Ambiente”, “Istruzione”, “Popolazione”, “Reati e Sicurezza”, “Reddito e Ricchezza”, “Salute”, “Sicurezza Sociale” e “Turismo e Cultura”. Alla provincia con il posizionamento migliore vengono assegnati mille punti, mentre zero a quella peggiore. Le 107 province, a seconda del loro punteggio, vengono poi divise in quattro gruppi: “Buona”, “Accettabile”, “Discreta”, “Insufficiente”.
*Sul fronte della sicurezza sociale c’è stato un arretramento medio del punteggio. Tuttavia non è possibile fare un confronto diretto con il 2024 perché la classifica quest’anno è cambiata molto: il tasso di inattività giovanile è stato rimpiazzato dal dato sui NEET, più efficace nel rappresentare l’esclusione sociale. Sono stati rimossi anche gli indicatori legati alla pandemia, come la mortalità per fasce d’età o i trattamenti sanitari obbligatori, sostituiti da nuovi parametri che misurano la sicurezza quotidiana: omicidi stradali, decessi per abuso di alcol o droghe e indice di affollamento carcerario. Nel complesso, però, la tendenza è sempre la stessa con la maggior parte delle province del Nord e del Centro che popolano la top 20 – Ragusa unica eccezione – e le fasce più basse della classifica occupate da quelle del Sud.