14 Luglio 2017
16:04
Aral: indagato anche Delucchi. Avviso di garanzia per traffico di influenze per Guerci
ALESSANDRIA – Ruota proprio intorno all’impianto Aral di Castelceriolo gran parte della maxi inchiesta dei Carabinieri del Noe di Milano e della Dda di Brescia che ha messo in luce l’articolata rete che smaltiva illecitamente in Lombardia e Piemonte le ecoballe provenienti dalla Campania. Un traffico di rifiuti dal Sud al Nord Italia da 10 milioni di euro che, secondo gli inquirenti, avrebbe contribuito anche a risollevare le finanze dell’Aral. Proprio i risparmi garantiti dal mancato trattamento dell’umido in arrivo dalla Sapna di Napoli, dalla Co.la.ri. di Roma e dall’Acam di La Spezia, poi comunque “tombato” nelle discariche, avrebbero accelerato il risanamento della partecipata del Comune di Alessandria. Non era però solo l’allora capo impianto Giuseppe Esposito, ora ai domiciliari, a coordinare l’arrivo dei camion pieni di rifiuti non trattati e indirizzarli poi anche nella vicina discarica esaurita di Castelceriolo. Quattro sono gli avvisi di garanzia arrivati agli indirizzi di persone che avevano ruoli decisionali o tecnici all’interno dell’Aral. In quel traffico illecito di rifiuti, per gli inquirenti, era coinvolto anche Fulvio Delucchi, scelto nel 2014 per guidare l’azienda. Anche il presidente dell’Aral è quindi indagato e pesanti sono le contestazioni mosse nei suoi confronti. Per Delucchi gli inquirenti avevano chiesto l’arresto ma il Gip ha deciso di far scattare i domiciliari solo per Esposito, che nel periodo delle indagini gestiva l’impianto.
Per Noe e Procura avevano un ruolo di primo piano nel traffico illecito di rifiuti immortalato con la telecamera piazzata all’interno dell’Aral di Castelceriolo anche il Rup dell’Aral Massimo Cermelli, il capo impianto Loris Lessio e il dipendente Francesco Giambrone. Diversa, invece, la posizione di Ezio Guerci, il compagno dell’ex sindaco di Alessandria Rita Rossa, anche lui raggiunto da un avviso di garanzia. Per l’esponente del Pd di Alessandria la contestazione mossa è quella di “traffico di influenze illecito”. Nel mirino dei Carabinieri del Noe di Milano e della Dda di Brescia c’è una consulenza da 30 mila euro per un’azienda friulana di Paolo Bonacina, l’imprenditore lombardo finito ai domiciliari e ritenuto l’artefice della rete per lo smaltimento illecito di rifiuti. Per gli inquirenti una consulenza fittizia, il “prezzo” pagato, secondo l’accusa, per l’influenza che Guerci avrebbe dovuto esercitare sulla compagna Rita Rossa e indirizzarla verso la cessione di una parte delle quote di Aral alla società A2a.
Bonacina avrebbe infatti avvicinato il consulente alessandrino nel 2015 quando, nel tentativo di salvare l’Aral, si sarebbe iniziata a valutare l’ipotesi di un possibile ingresso di capitali privati. Di quel progetto non se ne fece poi nulla ma secondo gli inquirenti Bonacina non lasciò intentata la strada per arrivare al sindaco di Alessandria e Presidente della Provincia, Rita Rossa. La consulenza sarebbe infatti servita proprio a giustificare il denaro transitato sul conto di una delle società di Ezio Guerci per ripagarlo del costo della Fiat Freemont acquistata in leasing dal consulente alessandrino, contropartita per le “pressioni” su Rita Rossa. Ai microfoni di Radio Gold Ezio Guerci giovedì sera ha respinto tutte le contestazioni e in particolare quella di aver far fatto pressioni sulla compagna Rita Rossa per privatizzazioni “di cui non si era mai discusso”. Già consegnati i documenti richiesti agli inquirenti, l’esponente del Pd alessandrino è sicuro di poter dimostrare anche che quei 30 mila euro sono i corrispettivi per una consulenza effettivamente svolta.
Nelle aule dei Tribunali ora si dovrà far chiarezza su tutti gli aspetti di questa maxi inchiesta, che dal filone sul traffico di rifiuti ha fatto emergere anche questo cordone di presunte illecite influenze politiche. Un’indagine che è tutt’altro che finita anche per quanto riguarda gli accertamenti ambientali nella discarica esaurita di Castelceriolo dove restano tombati i rifiuti non trattati a norma di legge.