17 Agosto 2017
01:45
La crisi idrica asseta i paesi: si va verso lo stato di calamità
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Le nuvole si affacciano in cielo ma continuano a rimanere mute, lasciando a secco la provincia. E questo non fa che aggravare, giorno dopo giorno, la crisi idrica. Il Gruppo Amag sta quindi gestendo con manovre eccezionali i problemi legati all’emergenza, che non ha toccato i grandi comuni serviti dall’azienda ma che sta complicando la vita a molti paesi della provincia. Nell’ultima settimana la situazione infatti si è aggravata per il protrarsi della siccità ma anche per l’afflusso di villeggianti nelle varie case in campagna. Per dare un’idea nella sola valle Bormida il consumo medio di acqua giornaliero è passato da 3.500 a 3.800/3.900 metri cubi, provocando scompensi che stanno affaticando le riserve idriche che servono i piccoli comuni della zona.
“In Valle Bormida – ha spiegato Mauro Bressan, amministratore delegato dl Gruppo Amag – i nostri pozzi possono fornire 3.500 metri cubi giornalieri ma la richiesta è più alta e allora stiamo procedendo a macchia di leopardo chiudendo l’acqua nei vari comuni per riempire i serbatoi con sufficiente acqua da erogare di giorno”.
Contemporaneamente Amag sta approntando alcune azioni straordinarie che spiegano l’enorme difficoltà in cui si trovano diverse porzioni del territorio: “in valle Bormida c’è un lago gestito con uno sbarramento da una ditta privata, Ecoenergia, che produce energia elettrica. Abbiamo chiesto loro di poter aprire la cascata con un maggior flusso di 60 litri al secondo per poter alimentare il subalveo dell’Erro in modo da dare più acqua alla valle.”
L’eccezionalità della situazione sta anche spingendo ad azioni imponenti: “A Ponzone ci sono consumi molto alti di acqua anche per la presenza di persone arrivate durante le vacanze estive. Adesso stiamo cercando di capire se è possibile andare con dei bilici che portano fino a 40 metri cubi di acqua da sversare nei laghi di Bric Berton che alimenta Ponzone. Sono solo alcune delle cose che stiamo cercando di mettere in campo per far fronte alle emergenze.”
La gravità della situazione è dimostrata dall’invito di Ato.6 alla Regione. L’Autorità di Bacino ha invocato la richiesta dello stato di calamità proprio per una situazione che ha tutte le caratteristiche dell’eccezionalità. Come spiegato da Bressan una situazione simile era avvenuta nel 2003 “ma comunque non con questa intensità. Se non piove la situazione diventa veramente un problema. In futuro sarà necessario fare cose importanti da centinaia di migliaia di euro per permettere al territorio di affrontare le emergenze. Si dovrà raddoppiare l’alveo del Bric Berton, attaccarsi allo stacco del tubone di Acqui per andare a servire paesi come Frascaro, Oviglio, Carentino. Abbiamo tanti problemi e abbiamo ipotizzato soluzioni che però non sono a breve“.