Autore Redazione
martedì
24 Aprile 2018
05:00
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Cronaca - Alessandria

Ancora lontana dall’obiettivo PM10 la qualità dell’aria della provincia

Il rapporto Arpa ha consegnato al 2017 il primato negativo dell’ultimo triennio per numero di superamenti. Lo scorso anno, infatti, tutte le centraline hanno registrato concentrazione più elevate di polveri rispetto al 2016
Ancora lontana dall’obiettivo PM10 la qualità dell’aria della provincia

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – È ancora ben lontano dall’essere raggiunto l’obiettivo di legge riferito al limite giornaliero di PM10. Il rapporto sulla qualità dell’aria della provincia di Alessandria tracciato dagli esperti di Arpa ha confermato la progressiva riduzione delle polveri di circa 1 microgrammo all’anno, in linea con i dati regionali ed europei. Il trend positivo, registrato da circa 15 anni, non basta, però, a farci rispettare tutti i limiti fissati per il PM10.

L’ultimo rapporto Arpa, anzi, ha consegnato al 2017 il primato negativo dell’ultimo triennio per numero di superamenti. Lo scorso anno, infatti, tutte le centraline collocate sul territorio provinciale hanno registrato concentrazione più elevate di polveri rispetto al 2016 e solo la stazione di Dernice, che si trova però a circa 500 metri di altezza e tra i boschi, ha rispettato il limite dei 35 giorni di superamento. Tutte le altre stazioni, sia di traffico che di fondo urbano, hanno invece sforato, e di parecchio. “Questo per la riduzione accentuata delle piogge” ha precisato il Direttore di Arpa Alessandria, Alberto Maffiotti. Lo scorso anno sulla stazione Alessandria-Lobbi sono ad esempio caduti 321 mm di pioggia, meno della metà della media annuale, in alcune zone dell’Alessandrino tra i 600 e gli 800 mm. “Il sistema atmosferico è cambiato rispetto agli anni ’80 e questo controbilancia in negativo la progressiva riduzione annuale di inquinanti”.

La centralina di Alessandria D’Annunzio anche lo scorso anno si è confermata una delle peggiori del Piemonte e anche dell’intero bacino padano con 102 giorni di superamento. Si è allontana dall’obiettivo anche Tortona, salita a 70 giorni rispetto ai 46 del 2016. Sono aumentate le concentrazioni di PM10 anche a Casale Monferrato, nel 2016 riuscita a sfiorare l’obiettivo con 37 giorni, ma lo scorso anno per 64 volte oltre il limite giornaliero di 50microgrammi/m3.

Il rapporto di Arpa ha voluto tracciare un quadro della situazione in tutto l’Alessandrino e non concentrarsi solo su Alessandria, che pesa comunque sulle emissioni provinciali per un 15-20% perché il problema dell’inquinamento va affrontato “su larga scala”. Tutti devono fare la loro parte sotto il coordinamento delle Regioni, ha precisato il Direttore di Arpa Alessandria Alberto Maffiotti. “Inutile”, poi, perdersi nell’eterna diatriba tra inquinamento prodotto dal traffico veicolare o dal riscaldamento. Soprattutto nelle grandi realtà “contano entrambi” ha precisato Maffiotti. Gli interventi “a spot”, poi, non sono efficaci e per raggiungere gli obiettivi europei bisogna fare di più, unendo interventi sul traffico ad azioni sempre più orientate alle energie rinnovabili e all’efficientamento energetico di edifici residenziali e produttivi.

Come suggerito dagli esperti di Arpa ai sindaci e al presidente della Provincia riuniti a Palazzo Ghilini per la presentazione del rapporto, dovrebbero ad esempio essere vietati con una ordinanza gli abbruciamenti delle stoppie perché peggiorano “significativamente” la qualità dell’aria, come dimostrano i dati dello scorso novembre nel casalese e anche quelli dei comuni rurali. In base alle indicazioni del piano regionale antismog presto dovrebbe presto esserci una stretta sulla possibilità di utilizzo delle stufe a legna o pellet. Non è da trascurare o sottovalutare, poi, lo smog prodotto dal traffico e in particolare dai veicoli diesel, compresi quelli di ultima generazione. Insomma, il lavoro da fare per migliorare la qualità dell’aria è ancora tanto e soprattutto richiede azioni coordinate e di tutti i comuni, da quelli grandi a quelli piccoli perché non c’è lo smog di Alessandria o quello di Tortona perché non ci sono barriere invisibili che tengono l’inquinamento solo entro i confini dei centri zona o delle città più grandi.

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