Autore Redazione
martedì
19 Novembre 2013
00:00
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Cronaca - Alessandria

Da Londra un riconoscimento alla ricerca alessandrina

Da Londra un riconoscimento alla ricerca alessandrina

Un’altra alessandrina spicca per le proprie capacità. Si tratta di Simona Martinotti del Dipartimento di scienze e innovazione tecnologica di Alessandria, il Disit. La sua ricerca, condotta in collaborazione con Elia Ranzato, ha riguardato la cura delle ferite della pelle, e ha guadagnato il prestigioso Lush Prize, premio internazionale dedicato alla ricerca nel campo dei test alternativi promosso da Lush e Ethical Consumer giunto alla sua seconda edizione. “Io e il mio collega, Elia Ranzato, coordinati dai professori Bruno Burlando e Patrone, abbiamo iniziato già diversi anni fa, nel nostro laboratorio con prodotti derivati dall’uomo – ha spiegato Simona Martinotti. In collaborazione con il centro trasfusionale utilizzavamo prodotti piastrinici. Poi abbiamo spostato la nostra attenzione su prodotti molto più naturali come potevano essere gli estratti dalle piante o un tipico rimedio della nonna come il miele. Un prodotto, quest’ultimo, utilizzato da moltissimi anni senza conoscerne però i meccanismi di azione. Si vedeva che la ferita si rimarginava ma non si sapeva bene il perché. Visto che il mio collega, il dottor Ranzato, ha ottenuto un finanziamento da una fondazione giapponese che promuoveva l’uso del miele nei suoi impieghi non alimentari, abbiamo iniziato a studiare il meccanismo d’azione nel processo di riparazione dei tessuti durante le rimarginazioni delle ferite.”

Il risultato è stato notevole perché il rimedio funziona, come garantito dalla dottoressa Martinotti: “io per prima lo utilizzo, funziona molto bene – dice convinta”. Adesso la ricerca proseguirà: “cercheremo di andare sempre più nel dettaglio dei meccanismi cellulari e molecolari dell’azione del miele. Abbiamo ottenuto alcuni risultati e vogliamo andare ancora più a fondo. Inoltre ci piacerebbe capire, grazie anche ai colleghi del gruppo di chimica analitica del nostro dipartimento, cosa ha un’azione così importante all’interno del miele. Sarebbe bello risalire ai componenti che hanno un ruolo così importante nella cura delle ferite della pelle.”
Il rimedio è naturale e questa ricerca è stata premiata proprio per gli scenari che apre: test senza l’impiego di animali. Un aspetto alla base del premio Lush: “il riconoscimento ha l’aspirazione di far conoscere in tutto il mondo l’utilizzo di test che non prevedono l’utilizzo di animali per tutte le ricerche legate alla cute e alla cosmesi. Anche perché queste verifiche si possono ormai fare tranquillamente in vitro e quindi solo con l’utilizzo delle cellule. Non capisco perché dovremmo ancora utilizzare gli animali.”

Simona Martinotti lavora ad Alessandria e a lei e al suo team vanno i complimenti per questo brillante risultato. Un complimento ancora meritato per la sua volontà di continuare a lavorare sul territorio nonostante il riconoscimento: voglio rimanere qui perché sono stata formata, cresciuta e motivata qui, nel nostro territorio. Non vedo perché dovrei allontanarmi. Sono orgogliosa di essere alessandrina e italiana”.

Di seguito il comunicato dell’Ateneo:

Mercoledì 13 novembre si è svolta a Londra, nella prestigiosa sede del Kings Place presentata dall’attrice e scrittrice Lucy Porter, la cerimonia di premiazione del Lush Prize, il premio internazionale dedicato alla ricerca nel campo dei test alternativi promosso da Lush e Ethical Consumer giunto alla sua seconda edizione.
Dodici i premiati provenienti dall’Europa, dagli Stati Uniti e dalla Nuova Zelanda per i loro notevoli contributi nel campo della ricerca scientifica, della sensibilizzazione dell’opinione pubblica e della lobby “cruelty free”.
Nella categoria “Giovani Ricercatori”, la dottoressa Simona Martinotti è stata premiata per la sua ricerca, in collaborazione con il dottor Elia Ranzato, nella cura delle ferite e nello “skin health” (benessere della cute) con rimedi a base di prodotti naturali.
Il premio Lush nasce da una collaborazione tra Lush e Ethical Consumer. La Lush è una compagnia manifatturiera di Manchester, rivenditrice di cosmetici fatti a mano con negozi in 49 paesi nel mondo. Il premio vuole promuovere l’uso di una sperimentazione non animale nei test di sicurezza dei prodotti per i consumatori concentrandosi sull’abolizione dei test di tossicità degli ingredienti e dei prodotti e integrandosi con i numerosi progetti già esistenti contro la sperimentazione animale dei medicinali.
Anche quest’anno le domande di partecipazione sono state diverse centinaia, di ricercatori provenienti da tutto il mondo.
I dottori di ricerca Simona Martinotti ed Elia Ranzato – entrambi post-doc del Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica di Alessandria, che lavorano presso il laboratorio di Fisiologia Cellulare diretto dal professor Bruno Burlando, docente di Fisiologia generale – sono stati selezionati per la loro ricerca mirata allo sviluppo di test di laboratorio, su prodotti per il benessere e la cura della cute.
Ai vincitori oltre al premio in sterline, è stata consegnato il trofeo del Lush Prize, un’opera in terracotta realizzata a mano per l’occasione dall’artista inglese Nichola Theakston.
Andrew Tyler, Direttore di Animal Aid, uno dei più importanti gruppi animalisti in UK, e nella giuria del Lush Prize, ha dichiarato: “Quest’anno i vincitori hanno dimostrato che i metodi alternativi nei test di tossicità sono passati da una fase aspirazionale a una fase di implementazione e applicazione pratica”.
“Purtroppo i test sugli animali nell’industria cosmetica sono ancora diffusi – ha affermato Mark Constantine, cofondatore e A.D. di Lush – Infatti, con la crescita dei mercati emergenti, aumenteranno. Il Lush Prize ha la speranza di sostenere il momento in cui si compirà la svolta che porrà fine per sempre ai test cosmetici sugli animali”.

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