Autore Redazione
venerdì
19 Aprile 2024
05:30
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Cronaca - Alessandria

“La città abbandonata, il dissesto di tutti”

“La città abbandonata, il dissesto di tutti”

ALESSANDRIA – Dopo una passeggiata ad Alessandria una nostra lettrice ha voluto condividere la sua delusione per quello che ha osservato durante il tragitto. Un pensiero amaro che coinvolge tutti nella speranza che una maggiore consapevolezza possa cambiare una situazione che per la città sta diventando sempre più opprimenti per gli occhi. Ecco il pensiero della lettrice:

“Essere un pedone in Italia è di cattivo gusto”. Ho letto questa frase di Beppe Severgnini tempo fa, su Il Corriere, e oggi mi pare adatta alla riflessione che sto facendo da pedone. 

Recentemente ho attraversato la città da una parte all’altra a piedi, è stata come un percorso a tappe del “volevo essere e non ce l’ho fatta”. Inizio dalla fine per fare un esempio, quello che mi ha portato a scrivere, la stazione di servizio di Amag con gas metano e colonnine per le auto elettriche: chiusa “temporaneamente” dal giugno dell’anno scorso e ora in stato di abbandono. “Non c’è niente di più definitivo in Italia del provvisorio” disse qualcuno con più competenze di me. E la sensazione di una città arresa è quella che ispirano certe situazioni nei quartieri lontani dal centro. E’ come se si cercasse sempre di rinnovare, di cambiare, di trovare una via diversa per uscire dal dissesto che è spesso molto “a sentimento” oltre che economico, e non ce la si fa. Qualunque sia il colore della giunta a Palazzo Rosso. 

Seguendo la mia passeggiata verso l’Ateneo, ecco lo sconforto è aumentato se possibile, con l’erba alta e la sporcizia sui marciapiedi che circondano la sede. Uno spettacolo che certo non invita studenti e docenti a rimanere stabili qui in città.

In centro qualcosa cambia, per volontà dei privati e dei commercianti, ma – altro esempio non positivo – quel tratto di via Modena che sfocia nella piazza degli uffici finanziari è un percorso a ostacoli soprattutto se non si ha la mobilità perfetta. 

Non credo, come scritto sopra, sia solo responsabilità di chi governa la città, di sicuro noi cittadini di Alessandria stiamo introiettando il dissesto come una condizione ormai intrinseca della nostra condizione di alessandrini. Vale sempre la semi-citazione dei Promessi Sposi: “L’ottimismo se uno non ce l’ha non se lo può dare”. Certo ramazza e pulizia e meno cancelli rotti e zone abbandonate aiuterebbero.

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