Autore Redazione
venerdì
31 Gennaio 2014
00:00
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Cronaca - Alessandria

Il 2013 ha spazzato via quasi 3.500 imprese. Quelle nuove solo 2.726

Il 2013 ha spazzato via quasi 3.500 imprese. Quelle nuove solo 2.726

Osservare il numero di imprese perso nel giro di un anno in provincia di Alessandria non può non far sussultare. Il 2013 è stato infatti un anno molto duro per l’economia locale. In provincia sono nate 2.726 nuove imprese ma ben 3.469 sono cessate. Il risultato è che lo scorso anno il saldo è stato negativo con -743 imprese, una cifra doppia rispetto al 2012: quando la differenza tra imprese nuove e quelle decedute è stato di -358. Nel 2013 quindi le imprese registrate ammontano a 45.096 con un tasso di crescita del -1,61% che fa rabbrividire rispetto alla media piemontese pari a -0,54% e soprattutto al dato positivo a livello nazionale: +0,21%.
Le imprese costrette ad arrendersi sono innanzitutto quelle individuali: -3,11% rispetto al 2012, anche se questa tipologia di realtà imprenditoriali rappresentano l’81% delle imprese in provincia. Tassi di crescita positivi invece per le società di capitale: +1,15%.

Il 2013 ha spazzato via quasi 3.500 imprese. Quelle nuove solo 2.726Il 2013 ha spazzato via quasi 3.500 imprese. Quelle nuove solo 2.726

Analizzando i settori l’agricoltura segna la più evidente sofferenza. Le 176 nuove iscrizioni non compensano l’emorragia causata dalle 989 cessazioni (-8,24% il saldo tra il 2013 e il 2012). Anche a livello regionale l’agricoltura è il settore più sofferente (-4,46%). Ciò è attribuibile anche al fatto che, in provincia di Alessandria, il 98% delle imprese agricole è composto da imprese individuali (92%) e società di persone (6%), quelle che hanno sofferto di più. Infatti, il settore meno sofferente è quello delle imprese non classificate, che contiene  la percentuale più bassa di imprese individuali e società di persone: il 53%. Le “imprese non classificate”, specificamente, registrano +45,12%  (880 iscrizioni contro 121 cessazioni); ottima  performance, ma da considerare in relazione con  la bassa  incidenza numerica di questo  settore (rappresenta il 4% della totalità delle imprese, il gruppo meno cons istente).

Il 2013 ha spazzato via quasi 3.500 imprese. Quelle nuove solo 2.726Il 2013 ha spazzato via quasi 3.500 imprese. Quelle nuove solo 2.726Il 2013 ha spazzato via quasi 3.500 imprese. Quelle nuove solo 2.726

“Alessandria è  stata  la provincia piemontese con il tasso di crescita  delle imprese  più basso – ha osservato Gian Paolo Coscia,  Presidente della Camera di Commercio  di Alessandria. Tuttavia, i dati richiedono un commento: tutte le province piemontesi hanno registrato dati negativi, fatta eccezione per Novara. Il dato di Novara è però +0,25%, praticamente crescita zero. A livello nazionale, poi, più della metà delle province italiane registra tassi di crescita negativi, e un terzo ha una crescita fra zero e uno per cento. Sono soltanto dieci le province italiane con un tasso di crescita superiore all’uno per cento (il massimo è il 2,84% di Isernia). Questo per dire che è il sistema  Italia in difficoltà, e poca differenza fanno i meno e i più quando le cifre sono veramente modeste. La situazione nazionale è imputabile alla crisi in atto da anni, e dovremo ancora attendere per valutare la ripresa. Peraltro, occorre sottolineare che se le aziende chiudono, soprattutto imprese individuali e di persone, crescono le
società di capitali, quelle più dedite all’export perché tendenzialmente più strutturate, e fortunatamente Alessandria  si
mantiene in prima linea sul commercio estero. Certo l’export non basta, occorre una crescita della domanda interna per tornare a veder nascere nuove imprese. Le Camere di Commercio fanno da sempre la propria parte al fianco delle aziende e delle rappresentanze imprenditoriali. Mi auguro che inizi al più presto quello di cui il Paese ha bisogno: una d ecisa semplificazione per la vita delle aziende e l’avvio di politiche di ampio respiro”.

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