Autore Redazione
mercoledì
18 Luglio 2018
05:00
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Cronaca - Alessandria

La rete per le vittime di violenza si allarga a tutta la provincia

In Prefettura è stato siglato l’accordo triennale che estende a tutte le Istituzioni la rete a sostegno delle vittime, creata a partire 2013 con il progetto “Viol.A”
La rete per le vittime di violenza si allarga a tutta la provincia


ALESSANDRIA –  Come ultimo atto del suo mandato ad Alessandria, il Prefetto Romilda Tafuri è riuscito formalizzare l’impegno dell’intero territorio provinciale contro la violenza sulle donne. Nella Sala Verde della Prefettura, infatti, è stato siglato l’accordo triennale che estende a tutte le Istituzioni la rete a sostegno delle vittime di abusi, creata a partire 2013 con il progetto “Viol.A”.

Un nome che rimanda al delicato fiore ma che in realtà, ha ricordato la Presidente me.dea Sarah Sclauzero, è l’acronimo di “Violenza Alessandria”. L’intesa, infatti, aveva unito alcuni enti e istituzioni dell’area del capoluogo che, insieme, avevano iniziato a sperimentare azioni e interventi a tutela delle vittime di violenza. Da subito, però, l’obiettivo è stato quello di allargarsi all’intero territorio provinciale. Nel 2014 si erano così uniti, sotto il coordinamento di Prefettura, Provincia e associazione me.dea, la Questura, il Comando provinciale dei Carabinieri, il Comune di Alessandria, l’Ufficio Scolastico Provinciale, l’Azienda Ospedaliera di Alessandria e l’Asl Al, il Cissaca e l’Ordine degli Avvocati di Alessandria.

Grazie alla “sensibilità trainante” del Prefetto Tafuri, ora la rete contro la violenza di genere è arrivata davvero in tutti i Palazzi della provincia. Ai primi firmatari dell’accordo, che in questi anni ha già fatto scuola nel resto d’Italia, si sono aggiunti i Comuni di Acqui, Casale, Novi Ligure, Ovada, Tortona, Valenza e tutti i consorzi dei servizi socio assistenziali della provincia. Hanno dimostrato “spiccata sensibilità” nel rispondere al forte invito arrivato direttamente dal Prefetto, anche la Procura della Repubblica e il Tribunale di Alessandria che, insieme al Comando provinciale della Guardia di Finanza, hanno siglato per la prima volta la loro adesione. Ora la rete “interistituzionale” a sostegno delle donne vittime di violenza e dei loro bambini è così completa.  

Fondamentale sarà essere “pronti, tempestivi e competenti” per riuscire a far emergere gli abusi che rimangono soffocati. Negli ultimi anni il territorio si già è mosso per fornire alle donne sempre più occasioni e luoghi riservati dove confidare il dramma. Al Centro Antiviolenza di Alessandria, in via Palermo 33 e alla prima casa rifugio, me.dea ha aggiunto i nuovi spazi in via Magnocavallo 11 a Casale Monferrato e attivato il numero verde unico 800 098 981, valido per entrambe le strutture.

Anche i Carabinieri di Acqui Terme e Casale hanno offerto al Soroptimist una “stanza rosa” all’interno delle rispettive caserme per aiutare le donne a far emergere gli episodi di violenza. Sono in un luogo ugualmente discreto le stanze al Civile e all’Infantile dove i professionisti dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria accolgono e forniscono un primo supporto alle donne e ai minori. Grazie alla Psicologa Rossella Sterpone, il personale è stato opportunamente formato per prendere in carico anche la profonda fragilità che c’è oltre le ferite e i lividi lasciati dalle botte.  La formazione degli operatori sanitari è fondamentale anche per l’Asl Al che vorrebbe attivare specifici percorsi anche per i medici di famiglia e i pediatri di prima scelta, i più vicini alle famiglie e a quelle case dove nella maggior parte dei casi si consuma la violenza.

Tutti i soggetti della rete, ognuno nel suo specifico ruolo, si sono quindi impegnati a non smettere mai “di formarsi e formare per riuscire a riconoscere e afferrare “la chiave” per aprire le troppe porte ancora chiuse. Quello del Prefetto Tafuri, hanno sottolineato praticamente a un’unica voce tutti i firmatari dell’accordo, è “un lascito importante” che il territorio vuole alimentare e replicare anche per tutelare altre categorie di soggetti deboli, a partire dai minori.

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