Autore Redazione
venerdì
11 Luglio 2014
00:00
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Cronaca - Piemonte

In 5 mesi 165 treni presi d’assalto dai predoni dell’oro rosso

In 5 mesi 165 treni presi d’assalto dai predoni dell’oro rosso

Lo chiamano oro rosso e, a guardare le quotazioni del metallo, l’appellativo risulta senz’altro appropriato. Parliamo del rame il cui valore al chilo è passato dai 4 euro e 65 del 2009 ai 6 euro e 14 del 2014 per un incremento continuo e progressivo nel tempo. Questo non giustifica ma spiega i continui furti attuati in aziende e soprattutto lungo le varie tratte ferroviarie, anche in Piemonte.
Il rame è infatti ampiamente utilizzato sull’intera infrastruttura ferroviaria. In particolare, è impiegato negli impianti tecnologici, nei sistemi di segnalamento e alimentazione elettrica dei treni, in quelli di telecomunicazione e rappresenta il miglior conduttore elettrico disponibile sul mercato dopo l’argento, perché resistente alla corrosione e interamente riciclabile. Per queste sue caratteristiche è molto richiesto dal mercato internazionale, dove il sensibile aumento della domanda come materia prima, soprattutto nei Paesi emergenti del Nord-Est asiatico, non soddisfatto dalla produzione, alimenta i circuiti illegali.
Nei primi 5 mesi di quest’anno i disagi causati dall’asportazione del materiale e dai tentativi di furto hanno coinvolto nel primo caso 6.048 treni per oltre 74mila minuti di ritardo (corrispondenti a 52 giorni), nel secondo 1.198 treni per oltre 23mila minuti di ritardo (17 giorni), con un totale di 7.246 treni per oltre 98mila minuti di ritardo (69 giorni). In particolare, in Piemonte, sono stati 165 i treni coinvolti negli episodi di furto con oltre 4.600 minuti di ritardo (3 giorni) mentre i tentativi di asportazione hanno coinvolto 32 treni per 1.140 minuti di ritardo (19 ore), con un totale di 197 treni e oltre 5.700 minuti di ritardo.
Dal 2012 ad oggi il Gruppo FS Italiane ha stimato un danno economico per i furti del rame, su tutto il territorio nazionale, pari a oltre 23 milioni di euro. Di questi 10 milioni sono da imputare ai costi degli interventi necessari al ripristino della circolazione. In Piemonte, il danno economico, è stato di oltre 1,5 milioni di euro di cui 423mila per gli interventi di ripristino.
“La sottrazione di rame – hanno aggiunto dalle Ferrovie dello Stato – non comporta problemi di sicurezza al trasporto ferroviario. La sua asportazione determina l’attivazione istantanea dei sistemi di sicurezza che governano le tecnologie utilizzate per la gestione della circolazione dei treni che, di conseguenza, si fermano immediatamente con l’automatica disposizione a via impedita dei segnali delle stazioni e delle linee interessate. La circolazione risulta pertanto notevolmente perturbata, con conseguenti e considerevoli ritardi”.
Per combattere il fenomeno dei furti le aziende ferroviarie intanto stanno procedendo alla sostituzione del rame con l’alluminio. Una lega con un valore più basso rispetto al rame e quindi meno appetibile dai malintenzionati. Nelle situazioni in cui il rame non può essere sostituito invece si provvede all’interramento dell’oro rosso per scoraggiare i furti.
Al contempo l’impegno delle forze dell’Ordine sta producendo sempre ottimi risultati e in questi giorni è stato firmato il nuovo protocollo di legalità dal Ministro Angelino Alfano e da FS Italiane, Polizia di Stato, Agenzia delle Dogane, Confindustria, Enel, Telecom Italia, Vodafone e Anie. Tra le novità di questo accordo l’impegno nel tracciare il rame e controllare i rottamatori mentre l’Osservatorio è stato confermato come organo di controllo per prevenire e contrastare i furti. L’Osservatorio Nazionale è un organo di gestione previsto dal Protocollo che, dalla sua istituzione nel 2012, ha il compito di elaborare strategie coordinate per la prevenzione e il contrasto dei furti di materiale in rame ed è promotore della Legge 119/2013, che introduce pene più severe nei confronti di chi compie furti a danno di Enti e Società che erogano servizi pubblici.

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