Autore Redazione
venerdì
28 Dicembre 2018
01:32
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Cronaca - Alessandria

“In negozio col telefonino per il confronto online”. Piccolo commercio “solo contro tutti”

La provocazione di un commerciante ligure, che fa pagare le prove contro chi acquista online, apre il dibattito anche in provincia
“In negozio col telefonino per il confronto online”. Piccolo commercio “solo contro tutti”

ALESSANDRIA – Il piccolo commercio si trova a combattere “contro tutti e per questo le provocazioni come quelle del commerciante ligure finiscono per non essere più solo tali e neanche un’eccezione. La prova è arrivata dal post che abbiamo pubblicato sulla nostra pagina facebook che ha suscitato un’accesa discussione e che ha svelato come, a fronte di atteggiamenti “sfacciati” di alcuni clienti “con il telefonino in mano per fare la foto del prodotto o verificare il prezzo online“, il ‘sovrapprezzo’ in caso di mancato acquisto venga applicato anche ad Alessandria. “Siamo stufi di essere buggerati. Siamo professionisti, selezioniamo con cura i nostri prodotti e non tolleriamo più persone che armate di telefonino fotografano suola e modello per comprarli su internet pagandoli 3 euro meno.” A parlare è Francesco del negozio Polvere di Stelle che motiva la sua azione: “chi viene ad acquistare in negozio le nostre punte da danza deve sapere che è seguito da un professionista, che non prende in giro nessuno. Noi facciamo ricarichi sui prodotti assolutamente equi ed etici e non vogliamo farci prendere in giro dalla mamma che viene con la ragazzina per provare il vestitino o la scarpetta e subito dopo far arrivare il corriere in seguito all’acquisto online. Perciò abbiamo esposto dei cartelli e diciamo anche prima che la prova ha un costo se non si arriva a una definizione. Scontriniamo regolarmente l’importo, la sola prova delle scarpe e scarpette. Abbiamo dato un ‘valore congruo’ alla nostra professionalità e al tempo che dedichiamo per la prova di tutte le calzature e in particolare per quelle da Danza. Ovviamente se si conclude l’acquisto non bisogna pagare nulla in più, diversamente, se la persona fotografa e se ne esce chiediamo la somma che abbiamo stabilito”.

Francesco motiva la sua richiesta con l’attenzione riservata al cliente: “Noi qui abbiamo una persona laureata in scienze motorie perché siamo noi i tecnici, siamo noi a prenderci la responsabilità di dare una punta a una ragazza ben sapendo quali possano essere le conseguenze per i piedi, le dita e le articolazioni.  D’altra parte quando si va da un professionista per un parere tecnico non si paga la consulenza? Non stiamo parlando di mocassini o pantaloni. Naturalmente se c’è l’assoluta buona fede non chiediamo nulla e addirittura rifiutiamo la vendita se la ragazza, per esempio, ci sembra instabile“.

Poi, continua ancora Francesco, abbiamo altri settori del negozio in cui vendiamo “borse di pelle, arrivate dalla Toscana, lavorate in modo artigianale, con conciatura naturale, però vediamo persone che vengono qui, sempre con il telefonino in mano, dicendo che hanno trovato lo stesso articolo a 15 euro mentre io la vendo a 85. Io non vendo nulla a 15 euro perché quegli 85 euro sono il prezzo giusto per pelle vera e merce non contraffatta”.

Amare le conclusioni anche di Debbie del negozio Debbiegiò di Alessandria che ha condiviso la provocazione del commerciante ligureanche se poi non è giusto far pagare le prove. Però è altrettanto giusto far presente che dopo un tot di persone che provano un capo o una scarpa questo fatto si nota e alcuni clienti non vogliono più quel prodotto“. “La nostra – spiega Debbie – è una battaglia persa perché contro il commercio online noi usciamo sconfitti e ci dobbiamo arrendere. In più assistiamo ai commenti di persone che non conoscono la nostra situazione e giudicano in maniera cattiva. Si vede che Jeff Bezos, l’uomo più ricco del mondo, fa beneficenza. E noi intanto siamo costretti a chiudere. Il 31 dicembre tiriamo giù la saracinesca per la crisi generale ma anche per le difficoltà contro cui si combatte da tempo in città, come l’assenza di parcheggi, anche a pagamento. Poi vediamo che altrove, durante le feste natalizie. A questo si aggiunge la presenza continua dei grandi centri commerciali. Noi abbiamo deciso di arrenderci perché non vediamo prospettive.”

In mezzo a tutto questo le considerazioni di alcuni lettori, costretti a fare i conti con un budget sempre più risicato per cui “i pochi euro di risparmio online sono molto“. Altri invece salutano con entusiasmo l’acquisto online, definito “il futuro“, ma poi, replica qualcun altro “non lamentatevi se uscirete con le vostre scarpe online e in giro non troverete più nulla“.

Photo by rawpixel on Unsplash

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