Autore Redazione
giovedì
17 Gennaio 2019
13:05
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Cronaca - Alessandria

Si spacciavano per Carabinieri per rapine in casa. Anche l’ultimo componente della banda in manette

L’ultimo componente della banda di “finti Carabinieri” è stato ammanettato l’altro ieri da un vero Carabiniere del Nucleo Operativo Radiomobile del Comando provinciale e da un altrettanto vero poliziotto della Squadra Mobile di Alessandria
Si spacciavano per Carabinieri per rapine in casa. Anche l’ultimo componente della banda in manette

ALESSANDRIA – “Sono il Maresciallo Rocca”. Hanno sfruttato anche il nome dell’amato personaggio interpretato in tv da Gigi Proietti per presentarsi e convincere le persone ad aprirgli la porta di casa. Per mettere a segno altre rapine si erano invece spacciati per Carabinieri della Sezione Catturandi sulle tracce di un pericoloso criminale.

Sono finiti tutti in carcere i quattro uomini ritenuti responsabili di diverse rapine, tentate o consumate, nell’Alessandrino e nell’Astigiano. L’ultimo componente della banda di “finti Carabinieri” è stato ammanettato l’altro ieri in un bar di Cesano Boscone, nel milanese, da un vero Carabiniere del Nucleo Operativo Radiomobile del Comando provinciale e da un altrettanto vero poliziotto della Squadra Mobile di Alessandria.

Siete stati bravi” si è complimentato Giastin Stentardo, astigiano di origine sinti di 33 anni, quando il militare e il poliziotto l’hanno preso sottobraccio per scortarlo fuori dal bar. Da fine ottobre gli uomini della Squadra Mobile sotto la guida di Marco Poggi e i Carabinieri della Compagnia di Alessandria guidati dal Maggiore Claudio Sanzò erano alle calcagna dell’uomo. Nei tre mesi di indagini serrate e continui appostamenti sono stati spesso a un passo dal fuggitivo. Lui, scaltro e con una fittissima rete di persone che lo aiutavano, era sempre riuscito a dileguarsi un attimo prima di finire in manette.

Il 24 ottobre, quando i tre complici erano stati arrestati durante un blitz che aveva impegnato anche Polizia e Carabinieri di Asti, Stentardo aveva guadagnato la fuga da una delle fessure che aveva appositamente realizzato nel muro che cintava la sua abitazione ad Asti. Una “villa fortezza” che l’uomo controllava con un sistema di videosorveglianza professionale. Quelle telecamere proiettavano ogni movimento su un maxischermo che, “in stile Gomorra”, Stendardo aveva sistemato in camera da letto. Da quel giorno latitante, l’uomo si era continuamente spostato e in ogni luogo aveva “appostato” sue vedette che annotavano persino le targhe delle auto parcheggiate nei paesi scelti come nascondiglio per anticipare le mosse di Carabinieri e Polizia.

Anche la notte di Capodanno, a Quarto d’Asti, la minuziosa opera di controllo delle “vedette” l’aveva aiutato a scampare l’arresto. La sua latitanza, però, non è durata ancora molto. Giastin Stentardo, insieme a Daniel Lanza, savonese di 37 anni residente ad Asti arrestato da Mobile e Carabinieri di Alessandria, e ai due complici bloccati da poliziotti e militari di Asti, il 34enne astigiano Patrick La Comare e il torinese Nicola Iervolino, 41 anni, dovrà rispondere di cinque rapine, una consumata e quattro tentate, e di un furto in abitazione, messi a segno da fine maggio ad agosto in provincia di Alessandria, oltre ai colpi nell’Astigiano.

Le perquisizioni già effettuate hanno intanto permesso di sequestrare anche le placchette che usavano i quattro per spacciarsi per Carabinieri. Le avevano mostrate all’onorevole Franco Stradella quando lo scorso 7 agosto si erano presentati come militari della Catturandi per saccheggiare la sua abitazione e scappare anche con due pistole regolarmente detenute dal politico. Sempre quel giorno la banda aveva simulato un posto di blocco e tentato di ammanettare un automobilista per rubare la sua potente vettura, una Audi S3, che avevano intercetto nel parcheggio del Bennet ad Astuti. Spesso costretti a desistere per non farsi immortale dalle telecamere, i quattro avevano comunque tentato di saccheggiare una abitazione a Castelletto Monferrato il 26 maggio e tre giorni dopo a Valenza, dove erano tornati anche il 23 agosto, dopo un furto in una abitazione di Serravalle.

Proprio le telecamere che in alcuni casi li avevano obbligati a scappare a mani vuote sono state fondamentali a Carabinieri e Polizia per identificarli e assicurarli tutti alla giustizia. Un’operazione, hanno sottolineato a un’unica voce il Questore Michele Morelli, il Comandante provinciale dell’Arma, il Colonnello Michele Angelo Lorusso, e il Procuratore Capo, Enrico Cieri, che ha dimostrato ancora una volta “l’ottima sinergia tra le forze dell’ordine dell’Alessandrino  e la Procura di Alessandria, subito riuscita a collegare i vari colpi e mettere Polizia e Carabinieri sulle tracce dei quattro, ora tutti finiti in manette.

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