Autore Redazione
sabato
2 Febbraio 2019
06:17
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Cronaca - Eventi - Alessandria

“Le serve”, una favola nera ad Ambra Brama di Teatro

La recensione dell'allestimento di stasera, al Teatro Ambra, de i “Cani da Compagnia” della farsa tragica di Jean Genet con la regia di Maurizio Pellegrino
“Le serve”, una favola nera ad Ambra Brama di Teatro

ALESSANDRIA – La sovrapposizione di realtà e gioco psicotico, la frustrazione e l’adorazione, lo scambio malato di ruoli sono al centro de “Le serve”di Jean Genet, in scena stasera sabato 2 febbraio al Teatro Ambra, per la stagione Ambra Brama di Teatro, realizzata grazie al contributo di ALEGAS.

L’allestimento dei Cani da Compagnia è diretto da Maurizio Pellegrino e le protagoniste sono Laura Gualtieri, Francesca Mantelli, Roberta Ponticello, nel ruolo della Signora e delle due cameriere. Alla prova generale, di fronte a pochi addetti ai lavori, lo spettacolo inizia puntuale, in un’atmosfera di grande concentrazione, e subito ci si sente proiettati in un mondo ristretto e patologico. Genet scrisse le serve ispirandosi ad un fatto di cronaca, il cruento e insensato omicidio di una donna e di sua figlia da parte di due domestiche, che diventò un caso da letteratura medica sull’argomento della psicosi. Il delitto diventa nella sua riscrittura un gioco sinistro, dove le due serve mettono in scena l’uccisione della Signora, da loro idolatrata e invidiata quanto odiata. 

La regia di Maurizio Pellegrino segue le direttive di Genet, che chiedeva alle interpreti di spogliarsi della loro femminilità e di recitare non secondo un modulo realistico”. Francesca Mantelli e Roberta Ponticello sono assolutamente grottesche: la prima feroce e stravolta, la seconda di una follia atteggiata e altrettanto sopra le righe. Sono un riflesso stagnante della vita lussuosa della Signora, una Laura Gualtieri superba nella vanità e nell’inconsistenza delle dichiarazioni e dei gesti. E’ lei lo specchio di Genet e del suo lato femminile, come è lei la ragione di vita delle due serve, la meta cui tendere e l’oggetto della follia che si consuma in un sacrificio. Violenza, sottomissione ed erotismo malato sono continuamente intrecciati, in una sorta di rituale pagano che utilizza la forma della litania (“la signora è buona, la signora è bella...”) per estraniare ed arrivare alla sua consumazione. La ripetizione è la chiave su cui si impernia la soluzione registica. I gesti, meccanici e animaleschi, sono ripetuti in sequenze che confondono le identità e sempre traboccano di violenza pronta ad esplodere. E’ questo lo specchio (assente nella scenografia, ma evocato dalla reiterazione sincronizzata) del gioco maledetto, ovvero il riflesso di ognuna nelle altre. 

C’è tutto in “Le serve”: rabbia, odio, smania di riscatto, invidia ancestrale e istinti primordiali. Le due fantesche e la Signora sono creature mostruose che prendono forma per mutare continuamente in un luogo angusto e claustrofobico, dove ognuna esiste come proiezione delle altre. Un’ottima prova attoriale per le tre protagoniste, tanto affiatate da apparire volti di una stessa entità protagonista di una favola nera.

I biglietti costano interi € 12, ridotti € 10 (Soci DLF, Unitre, Over 65, Under 14)
info 0131 25 20 7930

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