Autore Redazione
mercoledì
27 Febbraio 2019
06:20
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Cronaca - Eventi - Alessandria

Peccato ed eleganza. Recensione di “10 piccoli indiani…” al Teatro Alessandrino

Peccato ed eleganza. Recensione di “10 piccoli indiani…” al Teatro Alessandrino

ALESSANDRIA – Elegante. E’ questa la definizione che si addice alla stagione del Teatro Alessandrino, diretta da Massimo Bagliani, per la scelta calibrata di spettacoli di diverso genere e di successo già conclamato e per il contesto che fa piacere assaporare. Elegante è stato anche l’allestimento, martedì 26 febbraio, di “10 piccoli indiani…e non rimase nessuno”, un classico del giallo firmato Agatha Christie, nella traduzione di Edoardo Erba e con la regia di Ricard Reguant.

Il testo è noto e più volte trasposto in film, con il vantaggio degli esterni sinistri e degli strumenti cinematografici per aumentare la suspense. Dieci sconosciuti vengono invitati, per motivi professionali o legati a conoscenze comuni, in una villa in un’isola deserta da un inesistente padrone di casa. In comune tutti hanno dei peccati nascosti e saranno loro i dieci piccoli indiani (anzi soldatini) protagonisti della filastrocca agghiacciante che ne prefigura la morte.

Reguant ha scelto per il finale la versione cruda più fedele al romanzo che alla trasposizione cinematografica, in un tutti contro tutti che mette subito a nudo le brutture delle personalità coinvolte. L’eleganza qui gioca un contrasto stridente con la cattiveria, la pretesa superiorità morale, la venalità e l’ambizione. Le scenografie di Alessandro Chiti, importanti e ariose, creano un rapporto tra il dentro e il fuori attraverso vetrate dalle quali si intuiscono il mare e la tempesta; i rumori iniziali sono di acqua e di gabbiani, i vestiti anni ’40 sono raffinati. Tanta perfezione suggerisce bellezza, smentita immediatamente da punti di vista volgari e grettezza mentale. Prima ancora del momento fatale della voce registrata, che accusa i dieci dei loro crimini, emergono già contrasti, antipatie e illazioni. Sono le morti che si succedono a segnare il ritmo di quello che è un thriller psicologico, fatto di accuse, confessioni e ritrattazioni. La suspense è tutta nell’interpretazione del cast, convincente e di notevole livello, e nell’inquietudine crescente, sottolineata da luci che evidenziano le sfumature della colpa che diventa paura. Su tutto le sottigliezze psicologiche ben rese dai dieci protagonisti, prigionieri nell’isola, ma prima ancora prigionieri di vecchi segreti che li hanno corrotti.

Ivana Monti, Luciano Virgilio, Mattia Sbragia, Carlo Simoni, Giulia Morgani, Tommaso Minniti, Caterina Misasi, Pietro Bontempo, Leonardo Sbragia, Alarico Salaroli convincono, in una recitazione prevalentemente di parola, volta a sviscerare i demoni interiori. Il giallo può dare il meglio di sé in teatro e “10 piccoli indiani…e non rimase nessuno” lo dimostra con un ritmo ansiogeno che, in particolare nella seconda parte, cresce sino ad un finale che sa di delirio di onnipotenza.

Molti applausi al Teatro Alessandrino, che terminerà la sua fortunata stagione martedì 26 marzo con “Figlie di Eva”, una commedia femminile interpretata da Maria Grazia Cucinotta, Michela Andreozzi, Vittoria Belvedere.

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