Autore Redazione
domenica
21 Luglio 2019
11:16
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Cronaca - Eventi

La sinistra leggerezza della risata. Recensione di “Cabaret Sacco e Vanzetti” a Borgo delle Storie

La sinistra leggerezza della risata. Recensione di “Cabaret Sacco e Vanzetti” a Borgo delle Storie

GARBAGNA – Morti, purtroppo sono morti, di Giustizia sono morti e va bene così”.

Inizia con una canzoncina in stile avanspettacolo anni ’20, dalla leggerezza che stride con il contenuto sinistro, “Cabaret Sacco e Vanzetti” del Teatro dei Borgia in coproduzione con il Teatro Nazionale Croato Ivan De Zajc di Fiume, presentato ieri sabato 20 luglio a Borgo delle Storie, il festival teatrale con la direzione artistica di Emanuele Arrigazzi e Allegra de Mandato. Sembra di essere in vacanza, nel bellissimo borgo di Garbagna, centro del festival teatrale e culturale che continuerà sino ad oggi, domenica 21 luglio, con tantissimi appuntamenti sin dal pomeriggio (qui il programma) in angoli dalle incantevoli scenografie naturali.

Proprio in un cortile particolarmente suggestivo (il cortile Rovelli) il Teatro dei Borgia ha messo in scena, per la prima volta nel Piemonte di Bartolomeo Vanzetti, un testo nutrito delle forme del varietà e denso del contenuto della tragedia dei due italiani immigrati in America. La vicenda è proprio l’arresto, seguito dalla detenzione di sette anni e dal processo-farsa che portò Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, contro ogni evidenza di innocenza, alla condanna nel 1927 alla sedia elettrica. Il loro martirio, il loro orgoglio di italiani immigrati e anarchici, l’ingiustizia e il razzismo di cui furono vittime non sono mascherati, ma prendono, nella drammaturgia di Michele Santeramo, per la regia di Gianpiero Borgia, la forma inedita e destabilizzante del cabaret.

Tutto è rovesciato rispetto ai canoni della tragedia e dell’estetica. La scena è delimitata da reti di letto appese in verticale e due brande di metallo diventano giacigli da cella o sbarre dietro cui vedere il processo. Il letto, in questa prospettiva, si trasforma da luogo domestico del riposo nel suo contrario, in un gioco di distorsione nel quale rientrano i balletti, le canzoncine e il racconto ad un microfono vintage delle vite dei due (e va da sé pensare al teatro di Brecht). Raffaele Braia (Sacco) e Valerio Tambone (Vanzetti) esordiscono con una comicità alla Stanlio e Ollio, sottolineata dalla loro diversa fisicità e dalla gestualità che ricorda moltissimo il duo comico. Continuano con una rievocazione feroce dei fatti che portarono all’arresto, con il carcere e, infine, con la condanna (e persino in quel momento emerge la burla con l’arresto della corrente elettrica mortifera).

Sembra una partitura musicale questo cabaret, i cui fili sono le sole voci che fanno la musica, le frecciate comiche, le variazioni di stile (come nel cabaret si avvicendano i numeri). Il disegno finale, dalla trama brillante, è di una crudeltà infinita, proprio come la realtà storica. Perché l’ingiustizia emerge tutta e si ride (anche tanto), ma si rimane agghiacciati al contempo, in uno stato emotivo spiazzato che solo un testo così irriverente e geniale può generare. Sono straordinari Braia e Tambone nel far emergere caratteri e tragedie personali in una modalità di comicità vintage e di gag continue. La loro misura è perfetta e la particolarità sta nel non stemperare per niente l’ingiustizia e l’intolleranza (ieri come oggi odiose), ma nell’interpretarle con modalità inedite e restituirle con indicibile causticità. La partitura musicale riemerge con tono sinistro nell’appello finale di Vanzetti (proprio quello degli atti del processo), intessuto di assonanze blues, e continua a destabilizzare fino alla conclusione già preannunciata nell’incipit cantato (“Morti, ammazzati sono morti, bruciacchiati sono morti”). Sarà The ballad of Sacco and Vanzetti di Joan Baez, cantata con il numeroso pubblico di “Borgo del teatro”, il test della memoria collettiva ed è impossibile togliersi dalla mente tutto ciò.

E’ un vero genere teatrale quello del regista Giampiero Borgia, già definito “cabaret storico” e iniziato con il precedente “Cabaret D’Annunzio”. Sono queste le idee che, attingendo a fatti della grande Storia e nutrendosi della storia del teatro, creano qualcosa di assolutamente unico e geniale. Da vedere.

Oggi, domenica 21 luglio, Borgo delle Storie continuerà dalle 17.30 sino alla sera. Tra i tanti appuntamenti, gli spettacoli delle 19.30 (“Ricordamelo domani” – Lettura a tempo di Jazz con Emanuele Arrigazzi e Orsetta Borghero e con Stefano Deagatone) e delle 21.45 (“Macbeth banquet” da William Shakespeare con Luca Radaelli e Maurizio Aliffi, di Teatro Invito Ultimaluna).

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