Autore Redazione
venerdì
23 Agosto 2019
10:47
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Cronaca - Eventi - Novi Ligure

Tra amore e morte. Recensione di “La voce umana” a Hortus Conclusus

Tra amore e morte. Recensione di “La voce umana” a Hortus Conclusus

NOVI LIGURE – La dinamica dell’abbandono è inalterata nel tempo e così la devastazione mentale che essa comporta. “La voix humaine” di Jean Cocteau esordì nel 1930 alla Comédie-Française e, ancora oggi, è un monologo che trasuda dolore e amore in una sospensione tra la vita e la morte. E’ questa sottile linea di confine che si sente ne “La voce umana” interpretato da Eva Cambiale (sua anche la traduzione del testo), diretta da Carlo Orlando, presentato giovedì 22 agosto nella corte di Palazzo Reta. L’allestimento del testo è stato preparato appositamente per Hortus Conclusus, la rassegna nelle corti e nei giardini del centro storico ideata e diretta da Andrea Lanza e il pubblico accorso è stato veramente numeroso. Come ormai è consueto agli appuntamenti di Hortus, anche ieri sera si è creata una piccola folla davanti all’ingresso e, entrando nel cortile messo a disposizione dai condomini di Palazzo Reta, si è rinnovato il piacere di trovarsi in un luogo intimo, concluso e bello, proprio come vuole lo spirito della rassegna.

Il monologo è famoso, impossibile non ricordarne l’interpretazione di Anna Magnani, ed è disarmante nella sua semplicità. Una donna, sola in una stanza, riceve l’ultima telefonata dell’amante che l’ha abbandonata e tutta la sua vita sembra dipendere dalla voce all’altro capo del filo, che non si sente, ma si intuisce dalle risposte di lei. Il testo è seguito fedelmente, la contestualizzazione è francese, come si intuisce dalle interferenze al telefono, e le continue interruzioni di linea rimandano ad un’epoca di centralinisti e di comunicazioni difficili. L’aspetto moderno è dato della scena candida, dove dei teli bianchi ricoprono una sedia e un tavolino e dove un’essenzialità elegante riflette un’assenza. Eva Cambiale pare priva di vita e volontà, il suo unico appiglio esistenziale è il telefono che illusoriamente la unisce all’amato e viene da pensare all’estrema necessità del surrogato della comunicazione virtuale, in un momento storico in cui neanche si subodorava l’evoluzione che essa avrebbe avuto. Dalle sue pause, dalla sua arrendevolezza e dal suo tono amorevole, mai caustico o accusatorio, si ricostruisce una storia crudele di tradimento e abbandono, sino ai particolari più egoistici, che riguardano le ultime cose che lui dispone di ritirare dalla casa di lei.

E’ un monologo fatto di dolore, ansie, sfumature che svelano piccole e grandi menzogne di lui. Diventa un dialogo che rispetta le pause e tiene con il fiato sospeso, perché la protagonista passa da una tranquillità ostentata alla rivelazione patetica e inutile della sua solitudine e del suo equilibrio precario tra sopravvivenza tragica e desiderio di morte. In una prova d’attore intensissima Eva Cambiale tiene gli spettatori incollati alla sua persona e al suo volto stravolto, in un vortice di ansia che travolge, sullo sfondo stilizzato e immacolato di quella che potrebbe essere una camera asettica. E’ tutto già evidente, la storia d’amore è finita e le sue pieghe ne rivelano la diversa importanza che ha avuto per i due amanti, ma l’interpretazione ne fa un gioco di equilibrio pericolosamente vicino alla fine della telefonata, ovvero la caduta nel vuoto e nel buio. Contro ogni logica si spera sino alla fine.

Anche ieri sera tutto esaurito a Hortus Conclusus che continua oggi venerdì 23 agosto con l’Hortus café delle 18 presso la Corte Giacometti, via Paolo Giacometti 42. Felipe Grande González e Giacomo Orlando in “Le due anime di Ippocrate” parleranno dei due volti della medicina: “terapia” e “cura” .

Alle 21 e, secondo spettacolo, alle 22, presso la Corte di Tea, via Solferino 21, la compagnia Batisfera di Cagliari sarà in scena con “La grande guerra degli orsetti gommosi”, che sarà replicato anche domani sabato 24 agosto sempre alle 21 e 22. Lo spettacolo, presentato recentemente al Teatro India di Roma, si svolge su un tavolo, è minuscolo nelle dimensioni, ma dall’ampio respiro narrativo e prevede la stretta vicinanza degli spettatori, che, per questo motivo, non possono essere più di venti.

Tutti i particolari sul sito http://www.hortusconclusus.tk/

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