Autore Redazione
venerdì
15 Novembre 2019
11:18
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Cronaca - Eventi - Alessandria

L’ironia surreale che aggrega. Recensione di “AgGREGazioni” al Teatro San Francesco

Un successo la comicità intelligente e irresistibile di Claudio Gregori “Greg”, quarto azzeccato appuntamente della stagione MARTE/Nodi
L’ironia surreale che aggrega. Recensione di “AgGREGazioni” al Teatro San Francesco

ALESSANDRIA – Una cornice spettacolare anni ‘40, toni surreali e una vena intelligentemente comica attraversata da un tratto di malinconia. Tanti sono i lati del monologo “AgGREGazioni”, scritto e interpretato da Claudio Gregori “Greg”, accompagnato dalla musica del piano del maestro Attilio Di Giovanni.

Lo spettacolo, andato in scena ieri giovedì 14 novembre, è stato il quarto appuntamento di MARTE/ Nodi, la stagione del Teatro San Francesco organizzata e diretta dalla compagnia Stregatti. In questo periodo di accese e doverose discussioni sul Teatro Comunale chiuso e in degrado, gli amanti del teatro (quello che si fa e bene, nonostante tutto) sanno che Alessandria continua ad avere una stagione teatrale inserita nel prestigioso circuito Piemonte dal Vivo, garanzia di per sé di qualità. E’ questo il caso di MARTE/Nodi i cui appuntamenti (appunto i nodi) dureranno fino a maggio (qui il programma completo) e la prossima data sarà il 6 dicembre con “Fausto Coppi. L’affollata solitudine del campione”, una produzione Teatro Stabile di Torino e Circolo dei lettori.

AgGregazioni è tratto dall’omonimo libro di Claudio Gregori, in arte Greg, una raccolta di racconti brevi, aforismi, riflessioni e poesie, frammenti qui “aggregati” in forma di spettacolo dalla vena surreale e tuttavia fluida. Sin dall’inizio si viene proiettati in uno show vintage anni ‘40, una miscellanea delle più improbabili esibizioni. Greg, in smoking e cappa di raso, è presentato da una voce fuori campo come “I tre sorelli” (parafrasi evidente della pièce cechoviana) e interpreta “I danni del tabacco”, atto unico di Cechov. La sua prova attoriale convince e ben rende l’ironia pungente e il dramma di fondo del protagonista, angariato da una moglie dittatoriale. Il tema cechoviano del dramma interiore, presentato in veste caustica, ritorna sovente nello spettacolo; riemerge nelle poesie-freddure e nel finale poetico, recitato con voce “califanata”, sulla triste banalità del matrimonio per convenzione.

Lo show vintage prosegue con la vicenda portante della serata, un noir decisamente surreale che vede protagonista l’investigatore romano, ma filo americano, Mallory, sulle tracce di “Polpetta”, un adolescente di borgata. Greg passa con un ritmo godibilissimo da una voce all’altra, interpretando gli amici di Polpetta (veri esempi della peggio gioventù romana), i genitori, a loro volta privi di ogni traccia di educazione e buon senso, lo stesso Polpetta, degno frutto del suo ambiente. E poi il sacerdote coinvolto nelle indagini, con le sue esilaranti parabole insensate, ma stilisticamente perfette, e la “discuteca”, luogo di incontro, di musica e di poesia, molto simile ad un locale fumoso (non a caso appare la sigaretta elettronica), che rimanda alle atmosfere alla Fred Buscaglione.

Si ride e tanto, si gusta un ritmo che inanella una battuta dietro l’altra e costringe all’attenzione assoluta. Colpisce non solo l’intelligenza nelle associazioni di parole e pensieri, ma anche la capacità di coinvolgere a livello mentale lo spettatore, che si diverte in modo attivo, pensando e cogliendo arguzie e riferimenti colti (impossibile non apprezzare l’explicit de “Il nome della rosa”). In un contesto generale di comicità piatta e scontata, AgGREGazioni emerge per raffinatezza di scrittura e di interpretazione. Le risate e gli applausi al Teatro San Francesco l’hanno pienamente confermato.

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