19 Febbraio 2021
05:00
Cerutti: lavoratori ancora in presidio e sindacati pronti a coinvolgere il Mise
CASALE MONFERRATO – Sono preoccupati e “moralmente a terra” i 130 lavoratori del Gruppo Cerutti Srl di Casale, gelati dalla notizia del blocco della produzione con l’attivazione della cassa integrazione Covid a zero ore per tre settimane. I dipendenti da inizio settimana sono in presidio in azienda, dalle 8 alle 17, e insieme ai sindacalisti di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil oggi sperano di capire dai curatori fallimentari “cosa sia successo“. Per i curatori la nuova società produce perdite di esercizio troppo rilevanti ma lavoratori e sindacati, ha spiegato Alberto Pastorello della Uilm, sono sbigottiti perché “nulla lasciava presagire quanto accaduto“. Solo tre settimane fa, ha ricordato il sindacalista della Uil, era stato siglato l’accordo per ripristinare la mensa aziendale. La Cerutti, inoltre, avrebbe undici commesse e un macchinario praticamente pronto. “Un annuncio come quello dalla curatela – ha chiosato anche Maurizio Cantello della Fiom Cgil – te lo aspetti se non c’è lavoro, non se sei a un passo da incassare il denaro per un macchinario praticamente pronto“. Decisi ad avere chiarimenti dai curatori sui possibili scenari per l’azienda e i suoi dipendenti, i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil si sono comunque già mossi con i politici del territorio per portare la delicata vicenda a tutti i livelli istituzionali, fino al Mise. Primo passo sarà l‘incontro con il sindaco di Casale, Federico Riboldi, in programma nel pomeriggio. Il problema della Cerutti, e di tutte le altre aziende in crisi, ha puntualizzato Cantello della Fiom, va infatti a affrontato “a 360 gradi“. “Non si può continuare ad andare nella aziende a spiegare “che è il meno peggio” che poteva accadere. Stiamo parlando di posti di lavoro e delle vite delle persone. Serve un ragionamento decisamente più ampio“. Di certo, ha aggiunto Pastorello della Uilm, i sindacati “non lasceranno morire una azienda e un marchio storico di Casale senza combattere“. I sindacati faranno “tutto il possibile” ma si muoveranno contemporaneamente su due fronti: creare una possibile prospettiva per garantire un futuro alla Cerutti ma essere anche pronti, nella peggiore delle ipotesi, ad assicurare un paracadute sociale ai lavoratori che dovessero essere travolti da un eventuale fallimento dell’azienda.