Autore Redazione
martedì
16 Febbraio 2021
18:17
Condividi
Cronaca - Casale Monferrato

Cerutti: cassintegrazione e stop produzione. Sindacati: “Lavoratori esausti, coinvolgeremo il Ministero”

Cerutti: cassintegrazione e stop produzione. Sindacati: “Lavoratori esausti, coinvolgeremo il Ministero”

CASALE – “Esausti e rassegnati”. I sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno definito così i 130 lavoratori del Gruppo Cerutti Srl, la newco nata cinque mesi fa, sorpresi martedì mattina da una vera e propria doccia fredda: il blocco di tutta la produzione e l’introduzione della cassa integrazione a zero ore per 120 operai su 130. “Ce lo ha comunicato lunedì l’avvocato dei curatori fallimentari” ha sottolineato Maurizio Cantello, della Fiom Cgil “paventando nei prossimi giorni anche lo stop al contratto di affitto rispetto al sito. L’intenzione della curatela sarebbe aspettare qualche settimana, in attesa di una eventuale manifestazione di interesse. Altrimenti la newco verrebbe sciolta e fatta confluire nel fallimento. A quel punto anche gli ammortizzatori sociali potrebbero essere a rischio”. Venerdì è in programma un nuovo confronto tra le parti sociali e i curatori. Nel frattempo già da questo martedì mattina è scattato in azienda il presidio permanente dei lavoratori, destinato a continuare anche nei prossimi giorni, a partire dalle 8 di ogni mattina. “Chiederemo un incontro al sindaco Riboldi” ha aggiunto Cantello ai microfoni di Radio Gold “ma abbiamo intenzione di coinvolgere anche i vertici regionali fino ad arrivare al Ministero dello Sviluppo Economico. Ormai sono 10 anni che questi lavoratori stanno facendo sacrifici e solo pochi mesi fa avevamo perso già 160 posti”. 

“Alla nostra richiesta di spiegazioni” hanno sottolineato le rsu e le segreterie territoriali di Vercelli e Alessandria dei sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uilci è stato riferito che l’azienda produce perdite di esercizio troppo rilevanti e che, essendo stata aperta una procedura di asta della stessa società, nessuna offerta vincolante era stata presentata e che le manifestazioni di interesse non erano sufficienti a garantire che le produzioni continuassero. Come Sindacato dei lavoratori questa notizia ci ha amareggiato in quanto nei precedenti incontri con la direzione aziendale ci avevano presentato un piano che stava andando avanti, seppur a rilento, ma che sostanzialmente non avrebbe avuto problemi e che addirittura avrebbe necessitato di aumento del personale per sopperire ai picchi produttivi. A giugno si era siglato un accordo, garantito da un piano industriale, con 11 commesse garantite o comunque accompagnate da affidi, la domanda che ci sorge spontanea è: cosa è successo? Oggi durante le assemblee abbiamo visto lo stato di avanzamento di una macchinario molto grosso che i lavoratori ci dicono che in pochi giorni sarebbe stato pronto per essere inviato al cliente nonostante questo, a commessa quasi finita, si è deciso di fermare ogni attività”.

Condividi