Autore Redazione
venerdì
9 Aprile 2021
05:00
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Cronaca - Ovada

Eccidio della Benedicta: il VIDEO della commemorazione online

Eccidio della Benedicta: il VIDEO della commemorazione online

BOSIO – Anche quest’anno l’anniversario dell’eccidio della Benedicta si celebra online. La pandemia obbliga ancora al distanziamento per contenere i contagi e non consente di ritrovarsi per la tradizionale cerimonia presso la zona monumentale di Capanne di Marcarolo. L’Associazione Memoria della Benedicta non viene comunque meno al “dovere di memoria” e per il secondo anno ricorda il sacrificio di tanti giovani partigiani che hanno perso la vita per un’Italia libera dal nazi-fascismo con una celebrazione su  Facebook.

 


BOSIO – Anche quest’anno l’anniversario dell’eccidio della Benedicta si celebrerà online. La pandemia obbliga ancora al distanziamento per contenere i contagi e non consente di ritrovarsi per la tradizionale cerimonia presso la zona monumentale di Capanne di Marcarolo. L’Associazione Memoria della Benedicta non viene comunque meno al “dovere di memoria” e per il secondo anno ricorderà il sacrificio di tanti giovani partigiani che hanno perso la vita per un’Italia libera dal nazi-fascismo con una celebrazione online.

La commemorazione dei Martiri della Benedicta, nel 77° anniversario dell’eccidio, si terrà domenica 11 aprile, dalle 10.30, sulla pagina Facebook dell’Associazione Memoria della Benedicta.
Le celebrazioni inizieranno con i saluti istituzionali del Presidente dell’Associazione Memoria della Benedicta, sen. Daniele Borioli, e a seguire i saluti del Presidente della Provincia di Alessandria, Gianfranco Baldi, del Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte, Stefano Allasia, e del Sindaco di Bosio, Stefano Persano.
Seguirà la riflessione di S.E il Vescovo di Tortona, Vittorio Francesco Viola. L’orazione ufficiale quest’anno sarà affidata al Presidente nazionale dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo.
Concluderanno le celebrazioni due “lectio magistralis”: un intervento del prof. Giovanni De Luna dell’Università di Torino incentrato sul tema dell’importanza della Resistenza nella dinamica del secondo conflitto mondiale e un secondo intervento del prof. Guido Levi che affronterà la vicenda della Benedicta nello specifico.

Le celebrazioni della Benedicta – ha sottolineato il senatore Daniele Borioli, presidente dell’Associazione Memoria della Benedicta sono sempre state e torneranno ad essere un’occasione di incontro di popolo, perché è importante ritrovarsi fisicamente in quei luoghi dove fu consumata quella tragedia. Anche se è innaturale celebrare la Benedicta a distanza, grazie al lavoro dell’Associazione Memoria della Benedicta, e in particolare di Chiara Lombardi, siamo riusciti a modificare in corsa il programma delle celebrazioni per continuare a esercitare il nostro dovere di memoria nel rispetto delle nuove stringenti disposizioni legate all’aggravamento della pandemia. Oggi è quanto mai importante ricordare il sacrificio di quei giovani partigiani. Quel sacrificio oggi ci serve a capire che si può, in un momento delicato, prendersi sulle spalle la responsabilità collettiva. Il richiamo alla memoria oggi deve essere ancora più forte perché così come quei ragazzi seppero prendere in mano con coraggio la responsabilità del nostro Paese così, anche se in una situazione ovviamente diversa, dobbiamo fare noi per tornare a una vita normale, soprattutto proteggendo le persone più anziane, tra le quali ci sono ancora alcuni dei protagonisti di allora e molti ottantenni, che magari non hanno fatto la Resistenza ma che hanno raccolto un Paese distrutto e coperto di discredito, l’hanno rimesso in piedi e regalato quella possibilità di vivere che le generazioni successive hanno conosciuto“.

Ancor più che nel passato – ha aggiunto Giacomo Ronzitti, vice presidente dell’Associazione Memoria della Benedicta e presidente ILSREC, Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea “Raimondo Ricci” – avvertiamo il bisogno di recuperare il senso profondo della vita e della libertà, per le quali sono caduti tanti giovani nella tragica Pasqua di sangue alle pendici del Tobbio. Quel senso profondo di vita e libertà, che troppo spesso nella “società del benessere” abbiamo sacrificato alla vacuità dell’effimero e dell’egoismo. Perciò, lungi da ogni retorica celebrativa, comprendiamo che quei valori di socialità che da un anno ci mancano, non sono disgiungibili da quelli comunitari e della dignità della persona umana per i quali tante donne e tanti uomini si sono sacrificati nella lotta di Resistenza.
Essere ancora una volta idealmente insieme e uniti 77 anni dopo l’eccidio del ’44, nel luogo che unisce i due versanti dell’Appennino ligure-piemontese, anche se in una modalità inedita per molti di noi, vuole essere, quindi, un rinnovato impegno per tenere viva la loro memoria e l’ammonimento che ci viene dalle tragedie provocate dal nazifascismo nel cuore del vecchio continente.
Allo stesso tempo rappresenta un impegno a preservare quel bene prezioso che si chiama “democrazia”, che è nostro compito consegnare intatto alle giovani generazioni, nella consapevolezza che le grandi sfide del mondo contemporaneo possono essere affrontate e vinte solo insieme e con spirito di solidarietà“.

L’eccidio della Benedicta – ha ricordato Mariano Santaniello, presidente ISRAL, Istituto per Resistenza e la Storia Contemporanea “Carlo Gilardenghi” – è stato il principale eccidio di partigiani durante la Guerra di Resistenza. Alla valenza storica di questo drammatico evento si unisce, nell’Alessandrino, un coinvolgimento emotivo assolutamente superiore a quello che potrebbe essere il comune sentire. Alla Benedicta si sono perdute alcune generazioni di giovani. Tante famiglie, soprattutto della zona tra Novese e Ovadese, hanno perso una persona cara. Celebrare degnamente vicende che si allontanano sempre di più nel tempo è fondamentale per dare la giusta rilevanza ai principi e valori della nostra Costituzione ed è quanto mai importante, soprattutto alla luce di ciò che sta accadendo attorno a noi, con certi rigurgiti di organizzazioni neo-fasciste e neo-naziste. Speravamo che la pandemia mordesse meno ma la cronaca racconta che non è così. Siamo costretti a effettuare non in presenza una celebrazione che per una parte della popolazione alessandrina è particolarmente sentita. Appena possibile, però, torneremo a ritrovarci, mi auguro già con qualche evento specifico in occasione della Festa della Repubblica“.

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