Autore Redazione
giovedì
29 Luglio 2021
05:37
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Cronaca - Casale Monferrato

Cabilog e Cabiati, le voci dei lavoratori e la replica aziendale su trattativa, contratto e presunti insulti

Cabilog e Cabiati, le voci dei lavoratori e la replica aziendale su trattativa, contratto e presunti insulti

OCCIMIANO – Sempre più muro contro muro alla Cabilog Cabiati di Occimiano. Da una parte il 95% dei camionisti, in sciopero e in presidio permanente da lunedì che, dopo la rottura della trattativa sindacale, ha deciso di inasprire ancora di più la lotta sindacale tentando di bloccare la fabbrica; dall’altra c’è proprio l’azienda che, ai microfoni di Radio Gold, ha voluto replicare alle accuse dei lavoratori.

I dipendenti hanno lamentato di non essere assunti con un contratto regolare, di essere pagati solo per le ore guidate e non per quelle dove comunque si sta sul camion, in coda o magari alla dogana in attesa. “Non ci siamo mai fermati nemmeno durante la pandemia” hanno detto “la scorsa estate, tra l’altro, visto che c’era il covid non siamo potuti andare in ferie e tutti i dispositivi di protezione individuale erano a carico nostro“. I lavoratori hanno anche lamentato da circa due anni una serie di minacce e insulti da parte dei loro superiori: “Da anni ci apostrofano come coglioni, che dovremmo morire sulla strada“, accuse gravi alle quali l’azienda ha però voluto replicare, smentendole. 

Ai microfoni di Radio Gold ha parlato il coordinatore trasporti, Fabio Ferrando: “Trattativa saltata? Abbiamo bisogno di tempo per verificare se possiamo venire incontro alle richieste dei sindacati che mercoledì hanno insistito nel voler subito una risposta che non potevamo loro dare coi tempi richiesti. Dal punto di vista dell’aumento della busta paga sarebbero circa 900 euro in più al mese e non sappiamo se ci stiamo dentro coi costi. Piuttosto si chiude l’azienda, non possiamo dare più di quello che incassiamo. Questo contratto, inoltre, è in vigore da cinque anni e lo adottano le massime ditte di trasporto container in Italia, come la Automarocchi ad esempio, non solo noi che siamo una piccola realtà. Se fosse veramente un contratto pirata come è possibile che non sia emerso finora alcun problema legale? Eppure in tutti questi anni hanno lavorato da noi circa 200 persone, possibile che nessuno si sia mai lamentato? Lo stipendio? Viene pagata una parte fissa in base alle ore guidate, per il resto paghiamo un forfait se i tempi di attesa sono lunghi. Paghiamo le notti e i sabati mattina. Poi, certo, si può discutere se l’emolumento è basso o sufficiente. Ma, alla fine, se si lavora tutto il mese un nostro dipendente percepisce circa 2 mila euro netti. E poi abbiamo sempre pagato tutto in orario e in due tranche mensili, il 10 e il 20, in questo caso venendo anche incontro alle loro richieste. Ora vogliono il blocco totale? Non possono farlo, ci saranno le forze dell’ordine che garantiranno l’entrata e l’uscita dei mezzi. Gli insulti? Da parte mia smentisco categoricamente questa versione dei fatti: non è vero, li sfido a denunciarmi dai Carabinieri. Io, tra l’altro, parlo con loro soprattutto al telefono: se così fosse sarebbe tutto registrato, mi denuncino pure”. 

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