26 Marzo 2022
05:46
Confindustria salva la Casa del Mutilato dall’errore ricorrente di Alessandria: non rispettare sé stessa
ALESSANDRIA – La storia del recupero della Casa del Mutilato ad Alessandria è una bella notizia per la città. Il fatto che sia stata una associazione importante come Confindustria a pensare di renderla nuovamente un patrimonio per tutta la comunità è un’altra buona notizia ma questo epilogo felice è anche l’occasione per meditare su come, a volte, Alessandria tratta i propri beni. Il trascorso di questo edificio è un po’ la triste sintesi di come finiscono molti frammenti di storia alessandrini.
Durante la visita del complesso infatti è riemersa, per esempio, la storia del Sacrario (vedi foto). Un luogo abbellito dalle opere del pittore Pietro Morando sui “Santi Protettori e Guerrieri” (poi acquistati dalla Cassa di Risparmio e trasferiti a Palatium Vetus, anche se ancora oggi sono ancora visibili i segni) oltre che dall’affresco dello stesso Morando che per tanto tempo ha rasserenato lo sguardo di chi vi accedeva, salvo poi essere coperto visto che il Sacrario è diventato una dissonante e improbabile cornice di un negozio. Questo epilogo era figlio della dismissione di parte di quella struttura e sicuramente non mancano esempi di luoghi storici riconvertiti in aree commerciali ma anche questo racconto è l’esempio di una città che ricade troppo spesso nell’errore di non rispettare sé stessa.
Nel 2020 alcuni irregolari furono allontanati dalla Casa dei Mutilati, umiliando ulteriormente quel luogo dai muri severi e seri, intrisi di storie di persone preziose. Alessandria oggi ha ritrovato un pezzo di storia, questa volta prima che finisse definitivamente in pezzi. Ma ancora una volta è andata vicina al suo vizio più ricorrente, cancellare sé stessa.