Autore Redazione
sabato
3 Dicembre 2022
07:00
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Cronaca - Piemonte

“Il vangelo delle colline” di Antonio Catalano. Una mostra-percorso verso uno spettacolo

Fino all’8 gennaio ad Asti la mostra dell'artista di casa degli alfieri. Il 10 dicembre allo Spazio Kor debutta il suo spettacolo “Artabàn. La leggenda del Quarto Re Mago”
“Il vangelo delle colline” di Antonio Catalano. Una mostra-percorso verso uno spettacolo

ASTI – “L’invisibile si fa visibile” nella mostra “Il Vangelo delle colline” di Antonio Catalano, inaugurata ieri 2 dicembre e aperta sino all’8 gennaio presso il Museo Diocesano San Giovanni, luogo affascinante e scrigno di tesori che fu sede della prima cattedrale di Asti. La mostra dell’artista, anche attore e scrittore, cofondatore del centro di produzione artistica casa degli alfieri, introduce al suo spettacolo “Artabàn. La leggenda del Quarto Re Mago”, che debutterà il 10 dicembre ad Asti allo Spazio KOR. Lo spettacolo si inserisce nell’ambito della rassegna “Le Sfide della Fede”, promossa dal Teatro degli Acerbi e dall’Istituto Oblati di San Giuseppe Marello, da quest’anno realizzata con la Città di Asti, con la partnership di Spazio KOR e MonCirco e con maggiore sostenitore la Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando “ART~WAVES. Per la creatività, dall’idea alla scena”. Tra le collaborazioni, quella con i dieci paesi del circuito di presepi nel Monferrato “Oro Incenso Mirra”, che sarà visitato in quattro date di dicembre dal tour turistico-spettacolare de “La macchina magnifica”, incentrato nel periodo natalizio sui presepi e sulla tradizione del quarto Re Mago (tutte le info su  https://www.presepinelmonferrato.it).  “Il Vangelo delle Colline, sulle tracce del Quarto Re Mago”, realizzato da casa degli alfieri/ARchivio TEatralità POpolare/Universi Sensibili, presenta una serie di acquerelli e installazioni che suggeriscono, con oggetti e materiali semplici, una narrazione e un percorso spirituale. E’ un museo sentimentale che richiede tempo per essere goduto, che meraviglia, fa sorridere e avvicina in punta di piedi al Sacro.  Gli oggetti più elementari  (come noci, libriccini, conchiglie) sono avvicinati tra loro con una levità che sa di favola e costruisce un’evocazione. Nella mostra si ritrovano le “tracce dell’incontro di Artabàn con Gesù” e lo stupore scaturisce dalla semplicità.  L’ispirazione nasce da un testo di Luciano Nattino e si basa sulle ricerche antropologiche del prof. Piercarlo Grimaldi sulla leggenda di Artabàn, il quarto Re Mago giunto in ritardo a Betlemme e arrivato 33 anni dopo, al momento della crocifissione, a conoscere Gesù. “Tutto parte da una formularità contadina”, ovvero da una narrazione reiterata, ha spiegato il prof. Grimaldi, che ha condotto i suoi studi sulla scorta di un racconto di suo padre e ha trovato riferimenti riguardanti i Re Magi a partire dal vangelo di Matteo e da quelli apocrifi sino ad una vasta letteratura folklòrica. La valorizzazione della ricchezza culturale del territorio è il lavoro dell’ARchivio della TEatralità POpolare di casa degli alfieri e Artabàn, in quanto figura folklòrica, rappresenta  un patrimonio immateriale da riscoprire e preservare. Analoga e strettamente imparentata la figura del Gelindo, la cui memoria è rinnovata ogni Natale, anch’essa legata alla tradizione, ai momenti rituali e stagionali dell’anno.

Antonio Catalano aveva già parlato dei Re Magi nel suo spettacolo “Il Vangelo raccontato da un asino patentato” , dove Gesù, ai regali dei Re Magi, avrebbe preferito un cavallino di legno. “Artaban, il quarto Re Mago, porta il giocattolo, non oro, argento e mirra”, spiega l’artista, “è un Re Mago che cura (per questo arriva in ritardo a Betlemme), è distratto, perché attento ad altre cose, suda, cammina, arriva stanco e fa sorridere”. Riuscirà a consegnare il suo giocattolo al Cristo risorto che ci giocherà e “in questo c’è la rappresentazione evangelica”, che collega il Natale alla morte e resurrezione.

Per favorirne l’accessibilità, il materiale in esposizione è fornito di QR code scansionabili, una video guida con apparizioni dell’autore che descrive poeticamente alcuni pezzi dei materiali in mostra, con sottotitoli. Per non udenti è possibile usufruire dei video con la traduzione LIS.  La mostra sarà aperta: venerdì ore 15-18, sabato e domenica ore 9,30-13 e 15-18, nei restanti giorni della settimana su prenotazione museo@sicdat.it oppure 3517077031. Chiusura Museo Diocesano il 18 dicembre.  Possibilità di visite guidate su prenotazione. Ingresso al Museo ad offerta libera.

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