Autore Redazione
mercoledì
7 Dicembre 2022
05:00
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Cronaca - Alessandria

Nastri rossi e pensieri appesi alle finestre. Così una classe del Plana racconta i luoghi della città che ama

Nastri rossi e pensieri appesi alle finestre. Così una classe del Plana racconta i luoghi della città che ama

ALESSANDRIA – Per tanti il luogo del cuore è la Cittadella, con la sua caratteristica forma a stella e gli ampi spazi verdi. Tra gli alunni della 1 C del Liceo Classico di Alessandria c’è però anche chi ama piazza Garibaldi, diventata “il punto di ritrovo” del venerdì sera, chi ha trascorso la sua infanzia a giocare in piazza Genova e chi “è cresciuto” sul campo da rugby del Dlf. Nei foglietti pinzati sui nastri rossi che penzolano dalle finestre che affacciano su via Montegrappa i giovani studenti del Plana raccontano i luoghi della città che amano e che meriterebbero maggiore attenzione.

La classe ha aderito all’iniziativa lanciata qualche settimana fa da una cittadina, Lorenza Vitale Cesa. L’alessandrina ha invitato i suoi concittadini ad appendere fiocchi e nastri su balconi e finestre per mostrare “l’altra faccia della città”, quella della “moltitudine”, spesso silenziosa, che tiene e fa la sua parte per il bene di Alessandria.

L’idea ha subito preso piede e giorno dopo giorno in città si sono moltiplicati i nastri rossi, appesi anche sulle vetrine dei negozi e su finestre, cancelli e portoni delle scuole. Anche la classe del Saluzzo-Plana di Alessandria ha “certificato” il suo amore per la città con i nastri rossi. Insieme alla loro insegnante, Rita Rossa, la 1 C del Liceo Classico ha però trasformato l’iniziativa anche in un progetto didattico che ha portato gli studenti a riflettere su Alessandria e a raccontarla.

Tra le righe di quei foglietti si leggono così storie di pomeriggi passati nei parchi della città con i nonni, delle “vasche” in Corso Roma e delle passeggiate per le vie del centro, più belle e suggestive soprattutto durante il periodo natalizio. I ragazzi, in quelle righe, descrivono però anche le ferite inferte ai loro luoghi del cuore, in alcuni casi abbandonati a loro stessi e bui, come i giardini della stazione, o deturpati da spazzatura e cartacce buttate in giro. In quelle righe i ragazzi ragionano, e invitano a ragionare, sulla città come “bene comune” che, come tale, ha bisogno dell’impegno e della responsabilità di tutti per rimanere bella da vedere e da vivere.

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