Autore Redazione
lunedì
18 Gennaio 2016
20:19
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Cronaca - Alessandria

Carabinieri e Polizia fanno luce sulla sparatoria al Cristo. In tre in carcere per un raid dettato da motivi passionali

Carabinieri e Polizia fanno luce sulla sparatoria al Cristo. In tre in carcere per un raid dettato da motivi passionali

ALESSANDRIA – C’era un motivo passionale dietro il raid del 26 ottobre al quartiere Cristo di Alessandria. Dopo circa tre mesi di indagini serrate, Carabinieri e Polizia di Stato sono riusciti a far luce sugli oltre 50 colpi di mitra esplosi all’una di notte contro una palazzina in via Martiri della Benedicta e contro la saracinesca del Bar Alba. Quei colpi avrebbero dovuto intimidire un uomo che secondo i due fratelli Antonio e Francesco Izzo, nati a Valenza 35 e 29 anni fa e oggi residenti in zona D4 ad Alessandria e il loro amico Daniele Caruso, alessandrino di 37 anni, frequentava  l’ex fidanzata del maggiore dei due Izzo. La notte del 26 ottobre, però, i tre sbagliarono indirizzo, e quindi bersaglio, e crivellarono di colpi un altro palazzo e il bar, colpendo anche  alcune auto parcheggiate lì vicino.

Un errore che all’inizio ha reso più complicate le indagini del Nucleo Investigativo dei Carabinieri e degli agenti della Squadra Mobile della Questura che, fianco a fianco, hanno comunque trovato, e poi unito, tutti i tasselli di un episodio di cronaca che aveva inquietato un intero quartiere e tutta la città. Grazie alle numerose perquisizioni fatte nei giorni successivi alla sparatoria e alle riprese dei sistemi di videosorveglianza, gli inquirenti erano comunque riusciti a individuare l’auto che quella notte sfrecciò più volte per il quartiere scaricando caricatori contro bersagli scelti a caso. Un’Audi A2 nera risultata di proprietà dell’ex convivente di Antonio Izzo su cui i Ris hanno poi trovato 65 residui dei colpi, esplosi molto probabilmente da una Imi Uzi, un’arma israeliana da guerra che non è ancora stata trovata. Stretto ulteriormente il cerchio attorno ai tre uomini, anche grazie alle numerose testimonianze raccolte in quelle settimane, gli inquirenti a fine dicembre si erano persino trovati di fronte uno dei tre uomini coinvolti nella sparatoria. L’alessandrino Daniele Caruso si era infatti spontaneamente presentato in Questura addossandosi la colpa del raid, molto probabilmente per allontanare i sospetti dai due fratelli e confondere le acque. Il nome degli Izzo come possibili responsabili della sparatoria era del resto iniziato a circolare anche nel quartiere e nei confronti dei due erano pronte a scattare alcune ritorsioni, bloccate solo grazie all’intervento di Carabinieri e Polizia che ormai tallonavano ogni giorno i due fratelli e l’amico Caruso ,che a fine dicembre era stato infatti bloccato mentre rientrava da Napoli  con un carico di 130 kg di botti illegali che avrebbe voluto rivendere a Capodanno.

Forti di tutti gli elementi raccolti durante le indagini coordinate dal Sostituto Procuratore Marcella Bosco, Carabinieri e Polizia, lunedì hanno ottenuto l’ordinanza di custodia cautelare. In circa un’ora i poliziotti e i militari hanno rintracciato i tre, bloccati in zona D4 non lontano dall’abitazione di uno dei fratelli Izzo e hanno fatto immediatamente scattare le manette anche per il pericolo di fuga di Francesco, pronto a trasferirsi a Torre Annunziata.

I tre sono ora in carcere, Antonio Izzo ad Asti, il fratello Francesco a Vercelli e l’amico Daniele Caruso ad Alessandria con l’accusa di detenzione e porto illegale di armi ed esplosione di colpi d’arma da fuoco in luogo pubblico. “Uniti si vince” hanno commentato il Comandante del Nucleo Operativo dei Carabinieri, il Maggiore Giuseppe Di Fonzo e il collega del Nucleo Investigativo dell’Arma, il Maggiore Giacomo Tessore insieme al Dirigente della Squadra Mobile di Alessandria, Mario Paternoster, affiancato dal nuovo funzionario appena assegnato alla Questura di Alessandria, Marika Viscovo. Grazie all’efficace sinergia e alla piena collaborazione tra Carabinieri e Polizia, ha voluto sottolineare il Questore, Andrea Valentino, si è del resto riuscita a dare una risposta in tempi rapidi a un grave fatto di cronaca di cui un intero quartiere è stato suo malgrado vittima.

Tatiana Gagliano

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