Autore Redazione
sabato
21 Ottobre 2023
05:59
Condividi
Politica - Alessandria

Polo chimico, prof Dondero (progetto Scenarios): “Difficile avere il C6O4”. Appello bipartisan della politica

Polo chimico, prof Dondero (progetto Scenarios): “Difficile avere il C6O4”. Appello bipartisan della politica

ALESSANDRIA – “Siamo limitati fortemente nel poter definire qual è il potenziale rischio di esposizione a questa sostanza”. Intervenuto nell’ultima Commissione Sicurezza e Ambiente, il professore dell’Università del Piemonte Orientale, Francesco Dondero, ha approfondito coi consiglieri le attività del progetto che lo vede promotore e coordinatore: “Scenarios“, dedicato allo studio dei Pfas, le sostanze perfluoroalchiliche usate soprattutto in campo industriale. Dondero ha rimarcato il suo dispiacere nel constatare che il c6o4 non sia disponibile commercialmente: “A noi come Scenarios, a noi e a tutta la ricerca scientifica mondiale non viene fornito per questo tipo di investigazioni senza farne una richiesta specifica all’azienda. In passato è stato fornito, a fronte di un atto specifico della Procura, quando Arpa ha richiesto lo standard analitico per la misurazione, ma questo atto specifico della Procura va oltre le autonomie di un progetto di ricerca internazionale. Questo è un grosso limite rispetto al quale anche noi ci siamo stupiti”.

IL PROGETTO SCENARIOS

Il progetto H2020 – Scenarios ha visto un contributo di quasi 12 milioni di euro complessivi e mira “all’obiettivo inquinamento zero per un ambiente libero da sostanze tossiche“. “Puntiamo a fornire progressi tecnologici per il rilevamento e la valutazione del rischio ambientale e bonifica di contaminanti tossici persistenti” ha spiegato Dondero. Il progetto, finanziato dall’Europa, comprende 19 organizzazioni di 10 Paesi europei, oltre a Israele, Usa e Canada, e vede come partner strategico l’Azienda Ospedaliera di Alessandria con il Dipartimento delle Attività Integrate Ricerca e Innovazione e Azienda Sanitaria Locale. 

“I pfas sono sostanze che non hanno una via di degradazione, l’unica cosa che può succedere è la loro circolazione, sono destinate a restare o, al massimo, circolare nell’ambiente. Sono tre i pilastri sui quali si basa Scenarios”.

PRIMO PILASTRO: FACILITARE LA MISURAZIONE DEI PFAS

“Serve un livello di specializzazione che finora è venuto a mancare. Siamo in ritardo per misurare in maniera adeguata queste sostanze, servono competenze che richiedono un anno e mezzo di preparazione e noi stiamo colmando questo gap. Molti laboratori si stanno organizzando, stiamo sviluppando metodi su misurazioni istantanee. Stiamo parlando di 12 mila sostanze in tutto, quelle che ci interessano sono 25. Scenarios conta di arrivare a garantire la quantificazione di 4/5 sostanze, per scopi specifici: stiamo lavorando sul PfOA, il pfas più utilizzato in passato e che ritroviamo nelle matrici ambientali e nei liquami di discarica. Il nostro obiettivo principale è avere un sensore che ci collega in tempo reale alle acque di scarico, a quelle potabili e ai processi di disinquinamento a livello dell’industria. Negli Stati Uniti c’è grande interesse per il disinquinamento degli pfas, un business enorme. C’è da lavorare per i prossimi 25 anni”.

SECONDO PILASTRO: ANALISI DEL RISCHIO PER LA SALUTE

“Sarei troppo ambizioso se dicessi che risolveremo il quesito rispetto all’impatto di queste sostanze. Siamo tutti esposti a queste sostanze, è innegabile che chi vive a pochi km o metri da un impianto di produzione di pfas è maggiormente esposto. C’è un grande problema legato alla quantificazione della loro reale pericolosità, rispetto all’esposizione in vita. I Pfas, infatti, non hanno una tossicità acuta (l’effetto tossico che si verifica entro un paio di giorni, dopo una singola somministrazione o esposizione a una determinata sostanza, ndr) e si comportano come alcuni ormoni nell’organismo. La metà dei pfas che abbiamo analizzato ha una attività di modulatori endocrini, un importante regolatore del metabolismo delle cellule del fegato, l’impatto è sicuramente importante. Abbiamo i dati su due tipi di Pfas: il PFOA e il PFOS, è innegabile il fatto che esercitino un rischio sulla salute. Nel 2023 usciti almeno 10 studi di tipo epidemiologico che lo esplicitano. Rischi per la salute legati all’aspetto riproduttivo e alla risposta immunitaria. Come detto non possiamo esprimerci su altre sostanze come il C6O4 ma per sopperire alla mancanza dei dati” ha aggiunto Dondero “abbiamo costruito un modello meccanicistico, un modello di predizione dei possibili effetti delle sostanze, basato su evidenze sperimentali. Abbiamo operato una selezione con criteri obiettivi per classificare la pericolosità di queste sostanze. Non voglio sbilanciarmi sui dati ma, a titolo personale, dico che il C6o4 e il PFOA hanno caratteristiche e reattività diverse. Il c6o4 è una molecola piccola che sfugge al controllo dei sistemi di ritenzione di Solvay visto che lo stiamo trovando negli scarichi del Bormida. Di questo Solvay è consapevole: c’è una legge regionale che consente livelli di emissioni che sono rispettati in questo momento”.

Lo studioso dell’Università del Piemonte Orientale ha sottolineato che sarà fatta una richiesta ufficiale per la fornitura degli standard analitici: “Il metodo alternativo che abbiamo studiato, comunque, darà una indicazione molto precisa dei livelli di c6o4 nel sangue, non mi interessa la polemica ma sarebbe più corretto che questo standard ci venisse messo a disposizione. Sulla sostanza Adv, invece, la situazione è più complicata: non abbiamo lo standard analitico e non possiamo procedere in maniera sicura, dobbiamo trovare una soluzione: il Comune di Alessandria può appoggiarci in questa richiesta. Mi è stato detto che in casi estremi, con problematiche legate alla salute della popolazione, le parti interessate non possono tirarsi indietro. Questa richiesta deve partire dal Comune, saremmo contentissimi”.

Su questo tema sia il presidente di Commissione, Adriano Di Saverio, che il capogruppo di Fratelli d’Italia, Emanuele Locci, si sono detti favorevoli al coinvolgimento del consiglio comunale per l’elaborazione di un documento comune col quale chiedere la disponibilità di questi dati, utili a facilitare le indagini di biomonitoraggio.

TERZO PILASTRO: DEFINIRE LE SOGLIE DI SICUREZZA

“Si intende da quali livelli di Pfas dobbiamo cominciare a preoccuparci” ha precisato il professor Dondero “stiamo lavorando su sistemi surrogati di organo oltre che su sistemi tridimensionali cellulari. Il margine di incertezza è significativo ma stiamo lavorando per definire i punti di partenza, finora abbiamo solo dei dettami basati su principio di precauzione che sono quelli dell’Agenzia Americana per la Protezione Ambientale. Il PFOA e il PFOS non sono più utilizzati per alcuno scopo ma stiamo trovando l’eredità ambientale di quello che è successo negli anni precedenti. L’industria ha convertito utilizzo dei Pfas verso sostanze con caratteristiche diverse. Su queste sostanze nuove, profondamente diverse, non abbiamo grandi nozioni o non ci sono grandi studi di tipo epidemiologico. Come detto non sappiamo dove ci porterà l’esposizione a lungo termine di queste sostanze come il C6o4. Abbiamo bisogno di altri 5/10 anni di conoscenza. Il progetto Scenarios non ha una impronta di tipo epidemiologica: non studiamo le associazioni tra l’esposizione dell’uomo e il rischio di sviluppare determinate patologie. Abbiamo promesso però un biomonitoraggio in due sottopopolazioni: la prima è quella residente nell’area di Spinetta (da 0 a oltre 6 km dal polo chimico) e l’altra è la popolazione di Montecastello a cui si è aggiunto Frugarolo come Comune di controllo. Riguardo ai Pfas stiamo trovando concentrazioni relativamente basse, questo ci conforta ma siamo tutti esposti, è impossibile non trovare tracce di queste sostanze nel sangue, il problema è capire da qualche punto di partenza incominciare a preoccuparsi. Abbiamo promesso 300 misure sulla popolazione di Spinetta (ma il numero potrebbe anche aumentare). Dobbiamo partire coi campionamenti che, invece, abbiamo già terminato sulla popolazione di Montecastello, 160 in totale compreso Frugarolo”.

Rispetto al passaggio successivo, però, il professor Dondero ha annunciato che, insieme all’Azienda Ospedaliera di Alessandria è stato redatto un secondo progetto europeo da 7/8 milioni di euro incentrato sul rapporto tra valori nel sangue di queste sostanze e stato di salute. “Sarà valutato a gennaio e ad aprile 2024″ ha precisato Dondero “sarebbe un puro progetto epidemiologico che rappresenterebbe una marcia in più per rispondere all’annosa questione della salute in relazione a quanto è stato assunto: se, cioè, se l’esposizione ai Pfas ha avuto o avrà effetto sulla salute umana. Se questo progetto venisse approvato dall’Europa avremo uno sviluppo incredibile: col Comune di Alessandria ci siamo accordati per una possibile partnership, che potrà essere perfezionata dopo il mese di gennaio”.

IL DISINQUINAMENTO

Oggi disinquinare i pfas è possibile, ci sono tecniche che possono rimuovere oltre il 90% di queste sostanze dalle matrici ambientali, dal suolo, dalle acque sotterranee e di falda. Rispetto ai Pfoa e ai Pfos le tecniche funzionano. Insomma, il progetto Scenarios ha smosso le acque e accelerato la discussione. I nostri tempi di azione, però, sono legati alla programmazione europea. Dobbiamo attenerci al programma stipulato con la Commissione. Abbiamo promesso di consegnare i dati del biomonitoraggio entro il 31 ottobre 2024. Ci siamo presi questo tempo perchè siamo dovuti partire da zero per sviluppare metodi di analisi del c6o4 e adv, visto che, come detto, non abbiamo a disposizione gli standard analitici. La priorità è stata data a una serie di sostanze con standard analitici, ad oggi questo metodo consente la determinazione di 28 pfas differenti: tra questi non c’è il c6o4. Non ho i dati per esprimermi rispetto alla sua impossibilità a nuocere. Non posso esprimermi sulla sua eventuale tossicità. Non possiamo sapere se il c6o4 è innocuo perché non esiste alcuno studio a lungo termine, su una sua esposizione fino a 15 o 30 anni, non ci possiamo sbilanciare”.

“Ripeto: Scenarios non comprende la parte epidemiologica ma ci può permettere di pianificarla” ha concluso il ricercatore “il nostro progetto pone le basi per iniziare un discorso rigoroso e scientifico sul territorio. Stiamo lavorando per i cittadini, stiamo mettendo quei mattoni che in futuro ci potranno permettere di prendere decisioni. L’Europa, tra l’altro, è molto vigile rispetto ai Pfas: a settembre si è conclusa la consultazione pubblica per la restrizione totale di tutte le 12 mila sostanze”.

Condividi