13 Novembre 2023
11:01
Al Conservatorio “Vivaldi” mercoledì 15 novembre concerto per Federico Ermirio
ALESSANDRIA – Il Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria apre il nuovo anno accademico 2023-2024 con un concerto dedicato alla memoria del maestro Federico Ermirio, illustre compositore per oltre 20 anni direttore del Conservatorio di Alessandria, scomparso a gennaio 2023 a 72 anni.
Il concerto, a ingresso gratuito, si terrà mercoledì 15 novembre, alle 17, all’Auditorium Pittaluga di Alessandria e prevede l’esecuzione di alcune delle composizioni del maestro.
Federico Ermirio, di origini genovesi, si era diplomato in composizione all’Accademia di Santa Cecilia e aveva studiato direzione d’orchestra. Vincitore di numerosi concorsi di composizione, (quali Bucchi, Marinuzzi, Angelicum, Guido d’Arezzo, Olympia Prize di Atene) era stato docente di armonia in diversi conservatori e per oltre vent’anni direttore del Conservatorio di Alessandria, dedicando gli ultimi anni della sua vita all’organizzazione del Sibelius Festival – Golfo del Tigullio di Rapallo.
Federico Ermirio ha lasciato “una traccia importante sull’attività dell’Istituto”, come aveva sottolineato al momento della scomparsa Giovanni Gioanola, direttore uscente dell’anno accademico 2022-2023.
“A Federico Ermirio – ha aggiunto il nuovo direttore del “Vivaldi” Marco Santi – toccò, in quanto direttore, guidare il Conservatorio Vivaldi nella fase iniziale di quel complesso processo di trasformazione, non ancora definitivamente compiuto, imposto da una legge che nel 1999 parificò di fatto i Conservatori alle Università. Nelle non rare occasioni di confronto, emergeva una sua profonda ritrosia a tali cambiamenti, che – soprattutto in quegli anni – parevano imbrigliare il ruolo di direttore in una gabbia di adempimenti burocratici sottraendo tempo ed energie a una direzione meramente “artistica” dell’Istituto. Il concerto a lui dedicato, oltre a testimoniare il profondo e duraturo legame personale con molti dei docenti del “suo” Conservatorio, costituisce un momento di doveroso ricordo che il “Vivaldi” dedica a chi, negli anni, ne ha garantito la crescita e il radicamento”.
Anche Giovanni Cestino, ricercatore del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università degli Studi di Milano, ricorda la figura di Federico Ermirio: “Nella migliore delle ipotesi, ogni parola spesa sull’opera di un musicista finisce per dire di più su chi formula il giudizio che non su ciò di cui si vorrebbe parlare. Nel caso della figura di Federico Ermirio (Genova, 1950 – Rapallo, 2023) è quanto mai importante che sia così, proprio perché queste parole accompagnano un concerto in ricordo di un compositore che per molti anni ha ricoperto l’incarico di direttore del Conservatorio “Vivaldi” di Alessandria. Nel solco tracciato dai suoi predecessori Quaranta e Mosso, Federico Ermirio ha rappresentato nella storia dell’istituto l’ultimo compositore-direttore. Nel conservatorio “pre-riforma”, questa figura dava corpo a un principio che oggi suona elitista e ingenuo, anziché commuoverci per il suo idealismo: l’incarico di direttore spetta a chi più conosce la materia che l’istituto insegna – e questo qualcuno è il compositore, ovvero chi la musica la sa al punto da scriverne di nuova. Si poteva discutere, allora come oggi, sui rischi di questo paradigma; ma è altrettanto vero che questa “legge non scritta” spesso assicurava un alto profilo culturale al più alto incarico dirigenziale, affermando un nesso tra cultura e amministrazione da cui oggi si potrebbe trarre grande ispirazione. Federico Ermirio, con la qualità delle sue idee e con la tenacia del suo impegno, ha rappresentato questo nesso per vent’anni, senza interrompere un’attività compositiva altrettanto fortunata e costellata di riconoscimenti. La qualità della sua musica, sempre originata da un denso universo poetico e condotta su due direttrici essenziali e potentissime (il suono come movimento e il timbro come parametro fondamentale), è evidente in tutta la sua parabola creativa, da Tenebrae factae sunt (1983) a Eine verträume kleine Blume (2022). Alla sua scarsa popolarità sono chiamati a rimediare i musicisti che meglio lo hanno conosciuto, promuovendone una diffusione che contribuisca a sottolineare come esistano tante storie della musica – e non la storia della musica, sempre sbagliata, sempre parziale – fatte di reti di persone e di esperienze umane prima ancora che musicali. Un esempio: la foto che Federico Ermirio aveva come sfondo del suo computer, in quell’ufficio che odorava di carte e di sigari, lo ritraeva sul palco di Porto Alegre, nel ruolo di voce recitante nel suo monumentale Homenagem à uma terra (1996). L’attore quella sera non arrivò, e lui lo sostituì. Sul podio un collega e amico, Paolo Ferrara.
Per inezie che possano sembrare davanti a un busto di Beethoven o al Tristan di Wagner, queste microstorie sono il sale di una cultura musicale che non si piega alle logiche del canone, del repertorio di cassetta, ma che guarda con curiosità a quanta musica “vicina” va salvaguardata e accudita. La posta in gioco è alta: evitare un deserto con cattedrali – i grandi capolavori, i grandi autori, in mezzo il nulla – e vivificare una memoria locale altrettanto significativa, legata alle personalità che hanno lavorato per la cultura musicale cittadina. Scopo di questo concerto è contribuire a questo obiettivo, rendendo omaggio a Federico Ermirio come uomo e musicista”.