12 Giugno 2024
05:58
Gli artisti dimenticati rivivono nel “Canto della Fenice”
ALESSANDRIA – Quest’oggi, mercoledì 12 giugno 2024, alle 17, all’Auditorium Pittaluga del Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria, Gabriele Guglielmi, presenterà il suo ultimo libro, “Il canto della fenice“. Il volume racconta la storia della musica è ricca di personaggi troppo presto dimenticati o non abbastanza considerati in vita. È il caso di Jeanne Lee, cantante raffinata e poliedrica dell’avanguardia jazzistica degli anni ’60 e attiva fino al 2000, annoverata nel maggio 2021 da Jazz Magazine come una delle dieci voci da (ri)scoprire d’urgenza.
L’entusiasmante storia di questa artista viene ricostruita da Gabriele Guglielmi anche attraverso le interviste a due dei più noti jazzisti italiani, Paolo Fresu e Enrico Rava, che collaborano con lei. Il testo verrà presentato ufficialmente mercoledì 12 giugno, alle ore 17, presso l’Auditorium Pittaluga del Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria, istituto dove questo lavoro di ricerca originariamente è nato.
Il testo infatti è una versione aggiornata e ampliata della tesi di laurea di Guglielmi, alessandrino diplomatosi nell’ottobre 2022 al biennio accademico di Canto Jazz presso il Conservatorio cittadino sotto la guida della prof.ssa Laura Conti. Modererà la presentazione un altro docente dell’istituto, lo storico del jazz Guido Michelone, e insieme all’autore saranno ospiti Alice Fumero, in rappresentanza della casa editrice LeMuse, ed il pianista Paolo Maggiora.
Jeanne Lee (1939-2000) è stata cantante, poetessa, danzatrice, compositrice, improvvisatrice ed educatrice statunitense. Un’artista multidisciplinare con una carriera quarantennale e più di 40 album registrati. Molto difficile etichettarla, perché la sua storia, divisa fra gli Stati Uniti e l’Europa, abbraccia non solo gli sviluppi del jazz d’avanguardia dell’epoca, il cosiddetto free jazz, ma anche quelli della musica di ricerca extrajazzistica (collaborò con il compositore John Cage) e fu vicina ai movimenti artistici degli anni ’60, la poesia sonora e Fluxus, senza farle dimenticare le radici blues e afroamericane che portarono alcuni giornali dell’epoca a considerarla erede di Billie Holiday. Insomma, un personaggio a tutto tondo, che negli ultimi anni sempre più viene ricordata e che, anche grazie a recenti ritrovamenti discografici, rinasce nell’ascolto di un pubblico sempre più vasto un po’ come la fenice del mito.
“Questo lavoro di ricerca è iniziato quasi per caso” afferma l’autore, “e si è rivelato una vera e propria avventura sulle tracce di una meravigliosa artista che non conoscevo e della quale mi sono innamorato al primo ascolto. Ho trovato in Jeanne Lee uno spirito affine al mio e, in un certo senso, anche una maestra e sono felice di contribuire in qualche modo a far conoscere la sua arte ad un pubblico nuovo attraverso questa pubblicazione”. Il testo cerca dunque di inserire la parabola di questa donna e artista in un orizzonte più ampio di quello della sola storia del jazz, evidenziando i rapporti con le altre discipline e mettendo in luce l’importanza dello strumento voce nell’ambito delle avanguardie artistiche del periodo anche attraverso link a materiali multimediali che vengono forniti al lettore.
“Il canto della fenice. Il libero jazz di Jeanne Lee” è acquistabile online, per ora in solo formato cartaceo, attraverso il sito della casa editrice (www.lemusedizioni.com) o in una delle Librerie Amiche selezionate dall’editore.