Autore Redazione
venerdì
27 Settembre 2024
05:19
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Cronaca - Valenza

“La chiusura del ponte di Bassignana è una extra tassa e alcuni cittadini ora vogliono trasferirsi”

“La chiusura del ponte di Bassignana è una extra tassa e alcuni cittadini ora vogliono trasferirsi”

BASSIGNANA – La vicenda del ponte Bassignana agita i sindaci dei Comuni interessati dalla chiusura, soprattutto a fronte delle tante proteste dei cittadini. Massimo Barbadoro interpreta con amarezza lo stato d’animo dei residenti di Bassignana e spiega quanto questa situazione stia incidendo sulle loro vite. Lo stop alla percorribilità fino all’estate 2025 sta infatti guastando la vita, racconta Barbadoro, di chi risiede in quel paese. “Stiamo fornendo un servizio di trasporto degli studenti che sopperisca ai disagi attuali e questo ha un costo per l’Amministrazione ma a tutto questo si aggiunge anche la difficile situazione dei lavoratori“.

Barbadoro infatti spiega che quanti lavorano “ad Alessandria o nelle città oltre il ponte devono ora sobbarcarsi il costo della benzina che al mese può raggiungere cifre rilevanti, intorno ai 300 euro. Si tratta di una extra tassa da pagare per una decina di mesi e sono le fasce più deboli, come sempre, a pagare il prezzo più alto“. Il sindaco teme un contraccolpo per il suo paese “perché qualcuno sta pensando di trasferirsi altrove per aggirare questo balzello ulteriore anche perché ai costi in più si aggiungono i dilatati tempi di trasferimento“. Il risultato finale, spiega amareggiato Barbadoro, è che “questa situazione adesso la pagano i cittadini“. La situazione del ponte è difficile dal 2022 ed è andata peggiorando, fino alla decisione inevitabile che ha portato alla chiusura della struttura. Sia il sindaco di Bassignana che quello di Valenza, per cercare di ridurre l’impatto sulle tasche delle famiglie, hanno chiesto già ieri un incontro urgente a Cristina Bargero, Presidente dell’Agenzia della Mobilità piemontese. La speranza è di ottenere un servizio di trasporto pubblico che vada incontro al disagio creato dalla chiusura del ponte, ma sembra essere l’unica possibilità di allentare la pressione sui cittadini visto che anche l’ipotesi di un ponte su barche non appare praticabile. Farlo costruire e mantenerlo richiederebbe un esborso economico di circa 45-50mila euro al mese, cifra che nessuno, a livello locale, può permettersi.

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